Cristoforo Colombo addio: via le tre caravelle dallo stemma di Trinidad e Tobago. Polemica sul nuovo simbolo
In America centrale, il premier afroamericano Rowley ha deciso di sostituire il simbolo della colonizzazione con il tamburo degli schiavi africani. Ma non mancano le critiche: per molti il governo avrebbe dovuto consultare i cittadini L'articolo Cristoforo Colombo addio: via le tre caravelle dallo stemma di Trinidad e Tobago. Polemica sul nuovo simbolo proviene da FIRSTonline.
Un altro caso di “cultura della cancellazione” arriva dall’America centrale, per la precisione da Trinidad e Tobago, uno degli Stati insulari del Mar dei Caraibi, a pochi chilometri dalla costa del Venezuela. Le due isole (Trinidad è il nome della maggiore) furono scoperte da Cristoforo Colombo in occasione del suo terzo viaggio, tra il 1498 e il 1500, nel quale si spinse più a Sud rispetto alle precedenti esplorazioni e raggiunse appunto la parte settentrionale dell’attuale America del Sud. Possedimento spagnolo fino al 1797, da allora Trinidad e Tobabo è uno Stato anglofono, fa parte del Commowealth ed è indipendente dal 1962. Proprio in quell’anno venne creato uno stemma ufficiale, raffigurante tra le altre cose le tre caravelle del navigatore genovese (la Nina, la Pinta e la Santa Maria), con il motto “Together we aspire, together we achieve”. Ecco, recentemente Keith Rowley, primo ministro di questo Stato da un milione e mezzo di abitanti che dal 1976 è una Repubblica parlamentare, ha deciso che era giunta l’ora di tagliare i cordoni con il passato coloniale, assecondando la cultura woke che ha portato nei vicini Stati Uniti persino all’abbattimento di statue e monumenti dedicati a Cristoforo Colombo.
Trinidad e Tobago: nuovo stemma con lo steelpan, addio Colombo
L’annuncio era stato dato già ad agosto 2024, ma il governo si è preso 6 mesi di tempo per approvare la legge, anche per avere modo di sostituire il vecchio simbolo dalle bandiere e dal materiale istituzionale. Il nuovo stemma, voluto dal premier Rowley dopo essersi consultato col partito, raffigura invece lo steelpan, uno strumento a percussione ricavato da bidoni metallici e inventato proprio a Trinidad e Tobago dagli schiavi africani. La scelta è caduta su questo tipico tamburo proprio per valorizzare la cultura locale, a discapito di un ricordo della colonizzazione, che per tutta l’America Latina è una ferita ancora aperta perché collegata appunto all’usurpazione e alla schiavitù. “La colonizzazione – ha detto Rowley, che è afroamericano – è stata un bene solo per gli europei, non di certo per le persone deportate dall’Africa che hanno lavorato per 250 anni senza essere pagate”. “Non si può modificare il passato, è vero – ha aggiunto Gelien Matthews, docente all’università delle Indie Occidentali di Trinidad e Tobago – ma possiamo scegliere i simboli a cui ispirarci. Le caravelle di Colombo fanno parte della nostra storia, ma non rappresentano chi siamo. Dovrebbero apparire sullo stemma della Spagna casomai, non sul nostro”.
Polemiche e critiche sul nuovo stemma di Trinidad e Tobago
Tuttavia la decisione ha fatto parecchio discutere e non è stata condivisa da tutti. Al premier viene infatti rimproverato di aver agito di impulso, senza chiedere il parere dei cittadini attraverso un referendum, su una questione che riguarda l’identità di tutti i trinidadiani. Non tutti infatti sono di origine africana, anzi circa il 50% della popolazione è indigena e ha poco a che vedere con lo steelpan, inventato dai neri mentre gli indiossarebbero meglio rappresentati dal tassa, un altro strumento a percussione importato dall’India. Però, obiettano gli storici, per lo meno lo steelpan è autenticamente trinidadiano e oggi è suonato da tutti, anche dai bianchi, mentre il tassa è originario dell’impero persiano. C’è infine un altro tipo di critica rivolta al nuovo stemma: secondo molti, sarebbe semplicemente brutto.