Reshoring in vista del traguardo

Sulla detassazione delle multinazionali che rientrano in Italia (reshoring), lo sblocco della disposizione da parte di Bruxelles è vicino. Lo anticipa il direttore del dipartimento delle finanze Giovanni Spalletta intervenuto all’8 forum dei commercialisti di ItaliaOggi. Spalletta ha anche elencato i criteri utilizzati per procedere alla revisione delle agevolazioni fiscali: “Ci siamo impegnati a rivedere […] L'articolo Reshoring in vista del traguardo proviene da Iusletter.

Gen 30, 2025 - 13:26
 0
Reshoring in vista del traguardo

Sulla detassazione delle multinazionali che rientrano in Italia (reshoring), lo sblocco della disposizione da parte di Bruxelles è vicino. Lo anticipa il direttore del dipartimento delle finanze Giovanni Spalletta intervenuto all’8 forum dei commercialisti di ItaliaOggi.

Spalletta ha anche elencato i criteri utilizzati per procedere alla revisione delle agevolazioni fiscali: “Ci siamo impegnati a rivedere e tagliare 7,5 miliardi di agevolazioni fiscali entro il 2028, un obiettivo estremamente ambizioso”.

Domanda.Il Dipartimento segue l’attuazione della politica tributaria: cosa resta da fare adesso della riforma fiscale?

Risposta. Al di là dei 17 decreti legislativi che già hanno tagliato il traguardo, ce n’è un 18esimo che è in dirittura d’arrivo. Si tratta del testo che contiene la revisione delle disposizioni in materia di accise. Rispetto al quale nella settimana scorsa abbiamo avuto i pareri delle Commissioni parlamentari, quindi si tratta di recepirli e di ritarare il testo che poi ripasserà in Consiglio dei Ministri. Dopodiché noi abbiamo intenzione di continuare per quanto possibile. Ricordo che il termine per l’attuazione la delega scadrà ad agosto 2025. Continuiamo anche con i decreti attuativi dei decreti legislativi che sono stati già adottati. Per quanto riguarda gli altri decreti legislativi sicuramente mancano ancora delle parti, per esempio manca l’attuazione della riforma in materia di IVA, manca l’attuazione eventuale in materia di IRAP, manca la riforma dei redditi finanziari, manca tutta la parte che riguarda il federalismo fiscale. Cercheremo di fare qualche altra cosa compatibilmente con le esigenze di carattere finanziario. Il problema degli oneri è diventato ancora più pressante in virtù delle nuove regole della governance europea. Cercheremo di recuperare qualche risorsa eventualmente anche giocando sul fondo per la riduzione della pressione fiscale ammesso che ci sia capienza: si tratta del fondo alimentato dai recuperi del tax gap.

D.Il Dipartimento ha curato la sintesi degli interventi di manutenzione alle agevolazioni fiscali: il processo è ancora in corso in questo momento e come potrà cambiare ulteriormente?

R. Il processo è sicuramente in corso. La legge di bilancio per il 2025 ha fatto passi importanti in termini di revisione delle agevolazioni. Ora la revisione delle agevolazioni è sottesa a tutta la legge di delega per la riforma fiscale ma non solo: abbiamo preso degli impegni pressanti col Piano strutturale di bilancio di medio termine che abbiamo presentato agli organismi unionali. Ci siamo impegnati a rivedere e tagliare per 7,5 miliardi entro il 2028 le agevolazioni fiscali, che è un obiettivo estremamente ambizioso.

In questi 7 ,5 mld, però, possiamo considerare anche il taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, altra partita che si va a intersecare con quella strettamente fiscale. I sussidi ambientalmente dannosi sono quelli individuati in un catalogo annualmente curato dal Ministero dell’Ambiente. Ora, la maggior parte di questi sussidi sono di carattere fiscale e già nel quadro della revisione del PNRR e in attuazione degli obiettivi posti dalla UE nel contesto del Piano Power EU ci siamo impegnati a tagliarne 2 miliardi entro il 2026 e poi ulteriori 3 miliardi e mezzo entro il 2030.

D.Come procederete a individuare le agevolazioni da tagliare?

R. Dobbiamo verificare l’entità delle agevolazioni concesse, ci sono anche delle agevolazioni bagatellari, che quindi potrebbero essere teoricamente più facilmente attaccate. Detto questo, non ci dobbiamo nascondere che lo sfoltimento delle agevolazioni fiscali è un’operazione estremamente complessa. Ovviamente nel migliore dei mondi possibili, tutti dovrebbero essere contenti di avere un sistema che magari rinunciasse alle agevolazioni fiscali, ma che riuscisse a ridurre il prelievo fiscale attraverso modifiche strutturali. Dobbiamo considerare che alla base della maggior parte delle agevolazioni ci sono motivazioni contingenti o interessi di comparto che una volta realizzati poi è molto difficile togliere a coloro che ne hanno beneficiato.

D. Ci può fare una sintesi sulle novità in arrivo per l’atto di indirizzo delle politiche fiscali 2025-2027?

R. Per quanto riguarda l’atto di indirizzo le politiche fiscali, un documento di carattere più generale che sta per essere firmato dal Ministro dell’economia e delle finanze, le linee di intervento principali riguardano il completamento dell’attuazione della riforma fiscale, il miglioramento della tax compliance dei contribuenti e l’efficientamento della riscossione.

Sul contrasto all’evasione si conferma la linea di indirizzo contenuta nella legge di delega per la riforma fiscale, ossia si vuole cambiare il rapporto con il contribuente e cambiare l’attività di controllo, spostando dai controlli ex post di carattere repressivo a quelli ex ante di carattere preventivo.

D. Come si deve fare per migliorare la tax compliance?

R. Si deve agire in due direzioni, cioè da una parte bisogna dotare ancora di più il contribuente di strumenti di supporto e assistenza, per consentirgli di adempiere più facilmente, sopportando meno oneri. Dall’altra parte, bisognerà migliorare i controlli per quella parte di contribuenti che non andranno spontaneamente a aderire e quindi dovranno essere controllati per essere poi spinti a una maggiore compliance. Da questo punto di vista l’idea è quella di arrivare a controlli sempre più selettivi, sempre più mirati, che rechino meno oneri possibile al contribuente sottoposto a controllo.

Fatto questo quadro, è chiaro che bisognerà lavorare dal punto di vista dell’assistenza sugli strumenti di colloquio preventivo che il sistema già conosce: tutti gli interpelli, compresi gli interpelli per i nuovi investimenti, gli accordi preventivi di carattere internazionale che riguardano il transfer pricing, le forme di contraddittorio che sono state potenziate dalla riforma fiscale.

Invece dal punto di vista del controllo bisognerà puntare a un ulteriore rafforzamento degli istituti dell’adempimento collaborativo, che è una sorta di accompagnamento, di tutoraggio delle grandi imprese, da parte dell’Agenzia delle entrate e che ha già dato ottimi risultati nell’esperienza sul campo, e anche del concordato preventivo biennale che, seppur suscettibile di miglioramenti, è anch’esso uno strumento idoneo a stimolare un miglioramento nell’adempimento spontaneo dei contribuenti.

D. Ci sono misure come il reshoring che attendono il via libera dell’Ue: a che punto sono le interlocuzioni e per quali misure?

R. Il reshoring è stato introdotto dall’articolo 6 del decreto legislativo n. 209, del 27 dicembre 2023 in materia di fiscalità internazionale. Si prevede un incentivo fiscale temporaneo sotto forma di riduzione della base imponibile IRES e IRAP per i redditi derivanti dal trasferimento di attività economiche in Italia da Paesi extra-europei.

L’efficacia della disposizione agevolativa è subordinata all’autorizzazione della Commissione europea ai sensi dell’articolo articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea. Abbiamo da subito avviato i contatti con i competenti Servizi della Commissione europea al fine di dare concreta attuazione alla previsione in questione.

Abbiamo rappresentato alla Commissione europea gli obiettivi della misura, che è finalizzata a riportare in Italia attività svolte all’estero a seguito di decisioni di localizzazione da parte delle imprese multinazionali essenzialmente guidate da motivazioni di carattere fiscale, ossia beneficiare di una tassazione più favorevole in giurisdizioni estere. Dal nostro punto di vista, la misura agevolativa è a maggior ragione giustificabile nel contesto dell’introduzione della global minimum tax che di fatto fissa un minimo di tassazione effettiva a livello globale.

L’attività istruttoria si è rivelata particolarmente complessa, non solo perché la Commissione ha manifestato alcuni dubbi e richieste di chiarimento sui potenziali effetti dell’agevolazione, ma anche perché di fatto anche per la Commissione è un primo test su una misura di agevolazione fiscale che può avere un impatto sulla concorrenza successivamente all’introduzione della global minimum tax.

Sulla tempistica, ha influito anche l’avvicendamento dei vertici della Commissione europea dopo le elezioni di giugno. Stiamo comunque portando avanti i contatti con la Commissione e auspichiamo di poter avere un quadro più chiaro nelle prossime settimane.

L'articolo Reshoring in vista del traguardo proviene da Iusletter.