Wall Street, le Big Tech si rialzano “Così risponderemo all’IA cinese”

Dopo il tonfo provocato dall’irruzione sulla scena di Deep-Seek, l’azienda cinese di intelligenza artificiale capace di produrre modelli competitivi con quelli americani a una frazione del costo, ieri i mercati statunitensi si sono stabilizzati. Il Nasdaq, listino tecnologico per antonomasia, ha chiuso in positivo (+2%), mentre tutti i titoli di Big Tech sono rimbalzati, a […] L'articolo Wall Street, le Big Tech si rialzano “Così risponderemo all’IA cinese” proviene da Iusletter.

Gen 30, 2025 - 02:14
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Wall Street, le Big Tech si rialzano “Così risponderemo all’IA cinese”

Dopo il tonfo provocato dall’irruzione sulla scena di Deep-Seek, l’azienda cinese di intelligenza artificiale capace di produrre modelli competitivi con quelli americani a una frazione del costo, ieri i mercati statunitensi si sono stabilizzati. Il Nasdaq, listino tecnologico per antonomasia, ha chiuso in positivo (+2%), mentre tutti i titoli di Big Tech sono rimbalzati, a cominciare da quello di Nvidia (+9%) che il giorno prima aveva perso il 17% sull’ipotesi che la rivoluzione dell’IA si possa fare con molti meno chip del previsto.

Assorbiti lo shock e il relativo panico, a Wall Street come nella Silicon Valley, resta l’evidenza di come la sfida tra Stati Uniti e Repubblica popolare per il primato tecnologico sia apertissima. «R1 di Deep-Seek è un modello impressionante – ha scritto ieri su X Sam Altman, il capo di OpenAI e volto da copertina dell’intelligenza artificiale – in particolare per quanto riguarda ciò che sono in grado di offrire per il prezzo». Le sue parole, a essere maliziosi, sottolineano come l’azienda cinese non abbia fatto un vero e proprio salto tecnologico, bensì combinato e distillato i modelli americani avanzati rendendoli più efficienti. Ma è comunque un problema per chi, come OpenAI, Anthropic & Co., è alla costante ricerca di miliardi per far crescere di scala la potenza di calcolo e i modelli, e deve promettere agli investitori che saranno ricompensati con lauti profitti. «Ovviamente forniremo modelli molto migliori – ha detto Altman – è rinvigorente avere un nuovo concorrente».

Che sia un concorrente cinese, poi, non può che preoccupare la Casa Bianca. «Deve essere una sveglia per la nostra industria», ha spiegato il presidente Trump, aggiungendo però che «è un bene», perché significa che «non bisogna spendere tutti quei soldi». Resta da capire se questa “rimonta” cinese porterà la Casa Bianca a rendere ancora più stringenti i limiti alle esportazioni verso la Cina e i Paesi terzi dei microchip più avanzati, dopo il giro di vite dato da Biden poco prima del passaggio di consegne. In mezzo alle superpotenze, l’Europa: la presidente della Commissione von der Leyen ha detto che l’IA sarà un pilastro della Bussola per la competitività che presenterà oggi.

Intanto il Garante della privacy italiano ha comunicato di aver avviato un’istruttoria su DeepSeek, mossa che ricalca quella nei confronti di OpenAI dopo che il suo ChatGpt fu lanciato al pubblico.L’Autorità, «considerato l’eventuale rischio per i dati di milioni di persone in Italia», ha chiesto alla società fondata dall’ingegnere informatico 39enne Liang Wenfeng una serie di informazioni: quali dati raccolga dagli utenti, per quali finalità, con che base giuridica e dove siano conservati, ma anche con che informazioni abbia addestrato i suoi algoritmi. La sezione sulla privacy contenuta nella pagina di accesso a DeepSeek contiene già qualche accenno di risposta, spiegando ad esempio che i dati – sia quelli personali che le discussioni con il bot – vengono memorizzati su server in Cina e possono essere utilizzati per migliorare il modello. Il Garante vuole però maggiori dettagli, che la società ha venti giorni per fornire. Acquisite le informazioni, l’Autorità dovrà decidere se sussista il sospetto di una violazione delle norme italiane o europee, chiedendo a DeepSeek di uniformarsi e minacciando in caso contrario multe o l’oscuramento del servizio. La stessa tagliola scatterebbe in caso di mancata risposta.

Nel marzo 2023, quando il Garante intimò a OpenAI il blocco cautelare del trattamento dei dati degli italiani, prima autorità a muoversi al mondo, la società americana decise di spegnere ChatGpt nel nostro Paese con rumorose proteste della comunità dell’innovazione. Il bot venne riacceso dopo qualche settimana, dopo aver introdotto una serie di aggiustamenti a tutela di privacy e minori (in parte poi applicati anche all’estero). Di recente l’Autorità ha comminato a OpenAI una multa da 15 milioni di euro per le passate violazioni. La società ha presentato ricorso.

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