Imane Khelif esclusa dai Mondiali di boxe in Serbia
L’International Boxing Association ha stabilito che la boxeur algerina Imane Khelif non potrà partecipare ai mondiali di boxe, che si svolgeranno dall’8 al 16 marzo nella città serba di Niš. “Non soddisfa i criteri d’idoneità”, fanno sapere dalla federazione, i suoi livelli di testosterone sono troppo alti.Non è la prima volta che accade, già nel 2023 alla Khelif era stato impedito di competere ai mondiali di Nuova Delhi. Il segretario generale e Ceo dell’Iba, Chris Roberts, ha dichiarato che i test di idoneità di genere dell’organizzazione continueranno durante i campionati mondiali femminili di quest’anno, asserendo che “Imane Khelif non è idonea per i nostri Campionati del mondo, non soddisfa i criteri di ammissibilità. Il nostro regolamento tecnico stabilisce chiaramente i requisiti e i criteri per l'evento; conduciamo test di idoneità di genere in modo casuale e li condurremo durante i Campionati del mondo qui”, ha affermato nel corso di una conferenza stampa a Nis. Niente mondiali, dunque, per la vincitrice dell’oro olimpico di Parigi nella categoria 57 kg. Notizia che segue arriva pochi mesi dopo il ritiro della taiwanese Lin Yu Ting, l’altra pugile “iperandrogina” con elevati livelli di testosterone vincitrice dell’oro nella categoria 66 kg; la taiwanese si ritirò lo scorso novembre dalle finali di Coppa del mondo organizzate a Sheffield dalla World Boxing, un’altra organizzazione boxistica.Questa nuova esclusione riporta al centro dell’attenzione la questione dell’equità nelle competizioni sportive femminili e la gestione delle atlete con variazioni nelle caratteristiche sessuali. Solo pochi giorni fa Donald Trump aveva firmato un ordine esecutivo per bandire gli atleti transgender dal partecipare nelle competizione femminili. Alcune organizzazioni sportive adottano criteri più “inclusivi”, come ad esempio il Comitato Olimpico Internazionale (Coi), che ha permesso alla Khelif di partecipare alle olimpiadi definendo i test effettuati dall'Iba nel 2023 "difettosi e illegittimi", consentendo così all'atleta di competere. Al contrario del Coi, l’Iba e la World Boxing impongono rigidi standard sui livelli ormonali delle atlete, che portano all’esclusione delle pugili iperandrogine (a volte definite anche intersessuali), che grazie ai livelli più alti di ormoni maschili ottengono un oggettivo vantaggio rispetto alle concorrenti con livelli ormonali standard.
![Imane Khelif esclusa dai Mondiali di boxe in Serbia](https://www.panorama.it/media-library/imane-khelif.jpg?id=56310404&width=980#)
![](https://www.panorama.it/media-library/imane-khelif.jpg?id=56310404&width=2000&height=1500&coordinates=168%2C0%2C169%2C0)
L’International Boxing Association ha stabilito che la boxeur algerina Imane Khelif non potrà partecipare ai mondiali di boxe, che si svolgeranno dall’8 al 16 marzo nella città serba di Niš. “Non soddisfa i criteri d’idoneità”, fanno sapere dalla federazione, i suoi livelli di testosterone sono troppo alti.
Non è la prima volta che accade, già nel 2023 alla Khelif era stato impedito di competere ai mondiali di Nuova Delhi. Il segretario generale e Ceo dell’Iba, Chris Roberts, ha dichiarato che i test di idoneità di genere dell’organizzazione continueranno durante i campionati mondiali femminili di quest’anno, asserendo che “Imane Khelif non è idonea per i nostri Campionati del mondo, non soddisfa i criteri di ammissibilità. Il nostro regolamento tecnico stabilisce chiaramente i requisiti e i criteri per l'evento; conduciamo test di idoneità di genere in modo casuale e li condurremo durante i Campionati del mondo qui”, ha affermato nel corso di una conferenza stampa a Nis.
Niente mondiali, dunque, per la vincitrice dell’oro olimpico di Parigi nella categoria 57 kg. Notizia che segue arriva pochi mesi dopo il ritiro della taiwanese Lin Yu Ting, l’altra pugile “iperandrogina” con elevati livelli di testosterone vincitrice dell’oro nella categoria 66 kg; la taiwanese si ritirò lo scorso novembre dalle finali di Coppa del mondo organizzate a Sheffield dalla World Boxing, un’altra organizzazione boxistica.
Questa nuova esclusione riporta al centro dell’attenzione la questione dell’equità nelle competizioni sportive femminili e la gestione delle atlete con variazioni nelle caratteristiche sessuali. Solo pochi giorni fa Donald Trump aveva firmato un ordine esecutivo per bandire gli atleti transgender dal partecipare nelle competizione femminili.
Alcune organizzazioni sportive adottano criteri più “inclusivi”, come ad esempio il Comitato Olimpico Internazionale (Coi), che ha permesso alla Khelif di partecipare alle olimpiadi definendo i test effettuati dall'Iba nel 2023 "difettosi e illegittimi", consentendo così all'atleta di competere. Al contrario del Coi, l’Iba e la World Boxing impongono rigidi standard sui livelli ormonali delle atlete, che portano all’esclusione delle pugili iperandrogine (a volte definite anche intersessuali), che grazie ai livelli più alti di ormoni maschili ottengono un oggettivo vantaggio rispetto alle concorrenti con livelli ormonali standard.