Il potere delle big tech alla corte di Trump

I grandi del settore tecnologico hanno sostenuto non solo la campagna elettorale di Donald Trump ma anche la sua politica. I primi segnali sono arrivati dai vari social media che hanno deciso da più parti di adeguare le proprie politiche interne alle nuove direttive dell’amministrazione Trump. Musk, Zuckerberg, Bezos e Pichai ovvero Tesla, Facebook, Amazon e Google tutti presenti al giuramento del tycoon, sono i potenziali protagonisti di una nuova era. Non solo economica. Economia 22 Gennaio 2025 Trump cancella la minimum tax per i giganti hi-tech Il provvedimento era incentrato su una tassa del 15% sugli extraprofitti transfrontalieri delle multinazionali 22 Gennaio 2025 hitech Guarda ora Se è vero che Musk, Bezos Zuckerberg occupano le prime tre posizioni della classifica di Bloomberg dei miliardari, non bisogna dimenticare che il loro ruolo sociale è ben più ampio. Infatti Elon Musk è a capo della nuova task force nominata da Trump per la razionalizzazione della spesa pubblica (il neonato Department of Government Efficiency), Jeff Bezos è a capo di un impero, quello di Amazon, che non controlla solo il settore del ecommerce ma vanta presenze rilevanti anche nel settore delle farmacie, dell’aeronautica, del settore difesa ed aerospaziale. Solo per citare gli investimenti più evidenti. Attualita' 27 Gennaio 2025 Cina contro Usa anche sull’intelligenza artificiale L'app cinese DeepSeek ha rilasciato modelli capaci di superare i migliori d'America 27 Gennaio 2025 ai intelligenza artifciale deepseek Guarda ora Per quanto riguarda Zuckerberg, invece, basterebbe fare non tanto il nome di Facebook ma quello di Whatsapp per comprendere il potenziale della sua penetrazione sociale. Non bisogna invece trascurare altri nomi il cui impatto nella vita quotidiana di ognuno di noi è particolarmente forte. Un esempio è quello di Sundar Pichai lontano dalla top ten dei miliardari con solo 1,66 miliardi di dollari (per fare un paragone basti pensare che Musk vanta una ricchezza personale intorno ai 450 miliardi di dollari e Zuckerberg di 217. Il punto di forza di Sundar Pichai però, è l’azienda che governa: Alphabet, ovvero Google.

Gen 27, 2025 - 22:05
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Il potere delle big tech alla corte di Trump

I grandi del settore tecnologico hanno sostenuto non solo la campagna elettorale di Donald Trump ma anche la sua politica. I primi segnali sono arrivati dai vari social media che hanno deciso da più parti di adeguare le proprie politiche interne alle nuove direttive dell’amministrazione Trump. Musk, Zuckerberg, Bezos e Pichai ovvero Tesla, Facebook, Amazon e Google tutti presenti al giuramento del tycoon, sono i potenziali protagonisti di una nuova era. Non solo economica.

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Se è vero che Musk, Bezos Zuckerberg occupano le prime tre posizioni della classifica di Bloomberg dei miliardari, non bisogna dimenticare che il loro ruolo sociale è ben più ampio. Infatti Elon Musk è a capo della nuova task force nominata da Trump per la razionalizzazione della spesa pubblica (il neonato Department of Government Efficiency), Jeff Bezos è a capo di un impero, quello di Amazon, che non controlla solo il settore del ecommerce ma vanta presenze rilevanti anche nel settore delle farmacie, dell’aeronautica, del settore difesa ed aerospaziale. Solo per citare gli investimenti più evidenti.

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Per quanto riguarda Zuckerberg, invece, basterebbe fare non tanto il nome di Facebook ma quello di Whatsapp per comprendere il potenziale della sua penetrazione sociale. Non bisogna invece trascurare altri nomi il cui impatto nella vita quotidiana di ognuno di noi è particolarmente forte. Un esempio è quello di Sundar Pichai lontano dalla top ten dei miliardari con solo 1,66 miliardi di dollari (per fare un paragone basti pensare che Musk vanta una ricchezza personale intorno ai 450 miliardi di dollari e Zuckerberg di 217. Il punto di forza di Sundar Pichai però, è l’azienda che governa: Alphabet, ovvero Google.

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In sintesi, quindi, annettendo all’elenco anche la Tesla di Musk (solo la punta dell’iceberg del suo impero, un impero che include anche SpaceX), alla corte di Trump sono giunti i rappresentanti delle più grandi aziende del mondo con fatturati che nel 2023 hanno toccato anche i 547 miliardi di dollari.

Guardando le singole voci, ad esempio, Alphabet (Google) nel 2023 poteva vantare un utile netto di oltre 70 miliardi di dollari e Meta non meno di 39 miliardi. Ma i fatturati sono una voce molto limitata della loro potenza. Infatti oltre ad essere tra le aziende con la maggiore capitalizzazioni di mercati queste hanno anche il potere di controllare anche le informazioni che circolano all’interno della società.

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Da non dimenticare che Elon Musk è a capo anche di X, l’ex Twitter, e che il presidente Trump ha fondato il suo social personale, Truth. Un esempio delle nuove direttive in ambito social, è la decisione di eliminare tutte le politiche DEI sigla che indica tutte le misure riguardanti le strategie di diversity, equity, inclusion ossia le politiche per rendere diversificata, equa e inclusiva l’azienda. Cambio di rotta anche per il fact-checking con Meta che ha deciso di adottare il modello di X (social di proprietà di Elon Musk) basato sulle cosiddette community note in cui i singoli utenti segnalano le inesattezze dei contenuti quando le rilevano.

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