Imu, Tari, multe: quali novità nella tassazione degli enti locali con la riforma fiscale?
Come spiegato dal Sole 24 Ore, sono in programma anche procedure esecutive nei confronti di chi non paga, che potrebbero concretizzarsi in un taglio da 180 a 60 giorni delle azioni esecutive
Novità in arrivo per Imu, Tari e multe nell’ambito della riforma fiscale che riguarda le tasse degli enti locali. Ad anticiparle è stato il vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, che spiega: «Vogliamo cambiare il rapporto tra il contribuente e l’ente locale impositore» seguendo il principio del “fisco amico” già messo in pratica con gli atti dell’Agenzia delle Entrate. Un altro tema centrale sono gli sconti applicabili dai Comuni verso coloro che decidono di adempiere spontaneamente alle richieste tributarie. Il decreto attuativo sarà portato in consiglio dei ministri entro fine febbraio. Scopriamo, quindi, tutte le novità in arrivo.
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Imu e Tari, le novità in arrivo
Per chi accetterà le contestazioni su Imu e Tari e pagherà entro un termine di 20 giorni le tasse statali o deciderà di versare le somme a rate, è prevista una “definizione agevolata“, che consiste in una riduzione fino a un terzo delle sanzioni e degli interessi da versare. Chi pagherà Imu o Tari con addebito in conto potrà avere uno sconto che nelle prime bozze del provvedimento era quantificato fino a un massimo del 5%: si tratta di “forme di premialità” che possono essere concesse ai contribuenti i quali danno la disponibilità di effettuare il prelievo del contributo locale direttamente sul proprio conto corrente e, quindi, semplificare con un addebito diretto l’adempimento di riscossione. Ci sarà anche la possibilità di inviare “lettere di compliance”: avvisi bonari che invitano a mettersi in regola.
Cosa cambia per chi non paga?
Come riporta il Sole 24 Ore, sono in programma anche procedure esecutive nei confronti di chi non paga: si ipotizza, ad esempio, di tagliare da 180 a 60 giorni i termini per le azioni esecutive quando un contribuente non versa l’Imu, la Tari o gli altri tributi degli enti territoriali (cumulando un debito tale da far scattare la prospettiva del pignoramento).