Meteo: Anticiclone Russo-Siberiano e GELO, il rischio è REALE

Le ondate di gelo che hanno segnato la storia meteo climatica dell’Italia hanno spesso raggiunto il loro apice nel mese di febbraio, un periodo in cui le condizioni atmosferiche sembrano favorire l’arrivo di masse d’aria gelida dall’Europa orientale verso la penisola.   Analizzando i dati storici, emerge chiaramente come questo mese sia stato teatro di […] Meteo: Anticiclone Russo-Siberiano e GELO, il rischio è REALE

Gen 27, 2025 - 16:56
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Meteo: Anticiclone Russo-Siberiano e GELO, il rischio è REALE

Le ondate di gelo che hanno segnato la storia meteo climatica dell’Italia hanno spesso raggiunto il loro apice nel mese di febbraio, un periodo in cui le condizioni atmosferiche sembrano favorire l’arrivo di masse d’aria gelida dall’Europa orientale verso la penisola.

 

Analizzando i dati storici, emerge chiaramente come questo mese sia stato teatro di eventi meteorologici estremi di eccezionale intensità.

 

Uno degli episodi più significativi fu quello del febbraio 1929, un’ondata di gelo che si colloca tra le più intense del XX secolo. Caratterizzata da nevicate di lunga durata, le precipitazioni si protrassero per diversi giorni consecutivi, interessando in particolare il Centro-Nord.

 

Le città di Parma, Ferrara, Ancona e Udine registrarono accumuli nevosi rispettivamente di 80, 60 e 70 cm, livelli mai visti in tempi recenti. Le temperature scesero a livelli estremamente rigidi, con valori di -27°C in Emilia e -15°C a Torino e Milano.

 

Gli effetti di questa ondata furono così intensi che fiumi come il Piave e l’Arno, insieme alla laguna veneta, congelarono completamente, lasciando un’impronta indelebile nella memoria collettiva.

 

Un altro evento straordinario si verificò nel febbraio del 1956, paragonabile per intensità e durata a quello del 1929. Le nevicate furono particolarmente intense sugli Appennini centro-meridionali e persino nell’entroterra della Sardegna, mentre le temperature in Piemonte raggiunsero valori record, con punte di -26°C a Lombriasco e -25°C a Torino Mirafiori.

 

L’ondata di gelo del 1956 causò anche il congelamento di numerosi corsi d’acqua, tra cui il Tanaro nelle città di Asti e Alessandria. Ad Asti, in particolare, si registrò una temperatura minima di -19,5°C, la più bassa mai rilevata dal 1881.

 

Più recentemente, nel febbraio del 2012, un’ondata di freddo di portata inferiore ma comunque significativa colpì l’Italia, in particolare le regioni tra Romagna e Marche, dove le nevicate raggiunsero livelli estremi paragonabili agli episodi storici del 1929 e del 1956.

 

Tuttavia, rispetto a questi ultimi, il gelo del 2012 si attenuò prima della fine del mese. Le intense nevicate, favorite dai forti contrasti termici, causarono disagi estesi anche nelle zone a bassa quota.

 

Questi eventi, pur essendo singolari, seguono schemi atmosferici ricorrenti. La formazione di un nucleo di aria fredda sull’Europa orientale e la presenza di un robusto anticiclone tra la Scandinavia e la Russia spingono masse d’aria gelida verso l’Italia.

 

In contemporanea, la presenza di aree di bassa pressione sul territorio italiano favorisce le precipitazioni nevose. Questi meccanismi, pur meno frequenti negli ultimi decenni, continuano a rappresentare un potenziale rischio meteorologico.

 

Negli ultimi anni, tuttavia, il clima italiano ha subito una trasformazione significativa. Le ondate di gelo, seppur storicamente rilevanti, stanno diminuendo in frequenza e intensità. Un dato particolarmente indicativo è la drastica riduzione dei giorni di gelo, definiti come quelli in cui le temperature minime scendono sotto lo zero.

 

Ad esempio, a Milano, il numero medio di giorni di gelo all’anno è passato da 52 negli anni Ottanta a soli 14 oggi, mentre a Roma si è registrata una riduzione ancora più marcata, con una media di 25 giorni di gelo per anno negli anni Ottanta ridotta a uno solo negli ultimi anni. È addirittura ipotizzabile che a Roma tali eventi possano scomparire completamente entro il 2030.

 

Parallelamente, le temperature medie annuali in Italia sono in costante aumento. Grandi città come Torino, Milano e Roma hanno visto incrementi di temperatura tra 1,8°C e 2,2°C negli ultimi quarant’anni. Rieti, ad esempio, ha registrato un passaggio dalla media di 13°C negli anni Ottanta a oltre 17°C nel 2023.

 

Questa tendenza al riscaldamento ha avuto conseguenze significative anche sulle Alpi, che storicamente rappresentano una risorsa idrica cruciale per l’Italia. Negli ultimi anni, si è osservato un calo sistematico delle nevicate alpine, con le scorte nivali che, nel gennaio 2025, hanno raggiunto appena un terzo della media storica registrata tra il 2011 e il 2023.

 

In conclusione, le ondate di gelo di febbraio hanno rappresentato un elemento centrale della climatologia italiana, segnando profondamente il territorio e la memoria collettiva.

 

Tuttavia, i cambiamenti climatici in corso stanno modificando significativamente la frequenza e l’intensità di questi fenomeni, delineando uno scenario futuro in cui gli episodi meteo di gelo saranno sempre più rari, ma non completamente esclusi.

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