L’economia USA cresce a un ritmo più lento del previsto, la BCE taglia i tassi

Ieri la Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi di interesse e oggi la Banca centrale europea ha proseguito nel suo percorso di allentamento monetario.

Gen 31, 2025 - 00:33
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L’economia USA cresce a un ritmo più lento del previsto, la BCE taglia i tassi

L'economia statunitense è cresciuta a un ritmo più lento del previsto nel quarto trimestre. La stima anticipata del Bureau of Economic Analysis del prodotto interno lordo (PIL) ha mostrato che l'economia è cresciuta a un ritmo annualizzato del 2,3% durante il periodo, al di sotto della crescita del 2,6% prevista dagli economisti intervistati da Bloomberg. La lettura è stata inferiore alla crescita del 3,1% registrata nel terzo trimestre.

In leggero aumento l’Indice PCE dei prezzi principali (che esclude le categorie volatili di cibo ed energia) dell’ultimo periodo dello scorso anno, salito a +2,5% (in linea con le previsioni) rispetto al +2,2% anteriore.

In programma anche il dato sulle nuove richieste di disoccupazione per la settimana terminata il 25 gennaio, aumentate di 207 unità, meno delle attese (224 mila) e dei numeri precedenti (223 mila).

Dopo una mattinata passata sopra la parità (+0,40%), i future sul Nasdaq acceleravano e guadagnavano lo +0,70%, seguiti dai contratti sullo S&P500 (+0,30%), mentre non si muovevano di molto quelli sul Dow Jones.

Il dollaro guadagnava leggermente nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD scambiava a 1,0406. In rafforzamento l’oro, salito a 2.822 dollari l’oncia (future), mentre il Bitcoin saliva (+3%) a 105 mila dollari.

In crescita di circa l’1% i rendimenti dei Titoli di Stato USA: biennale al 4,191% e decennale al 4,505%.

Poco mosso il petrolio, con il Brent scambiato a 75,63 dollari e il greggio WTI venduto a 72,60 dollari.

La Federal Reserve ha mantenuto ieri i tassi fermi come previsto e i commenti 'dovish' del presidente Jerome Powell dopo il meeting hanno bilanciato la dichiarazione 'hawkish' del comunicato, lasciando gli operatori incerti sulla probabile tempistica del prossimo taglio.

“Il nuovo anno ha visto la Fed entrare in una ‘nuova fase’ del proprio ciclo di allentamento monetario, con una crescita sostenuta e solidi dati relativi al mercato del lavoro che hanno permesso di adottare un approccio più paziente in un contesto di elevata incertezza di dati e politiche”, sottolinea Lindsay Rosner, head of multi sector fixed income investing di Goldman Sachs Asset Management.

“Continuiamo ancora a ritenere che il ciclo di allentamento della Fed non abbia fatto il suo corso, ma crediamo anche che il FOMC vorrà vedere ulteriori miglioramenti nei dati sull'inflazione per poter effettuare il prossimo taglio dei tassi, come evidenziato dalla rimozione del riferimento ai progressi dell'inflazione”, prevede.

Se ieri la Fed non si è mossa, oggi lo ha fatto la Banca centrale europea che come previsto ha tagliato di 25 punti base i suoi tassi di interesse: pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,75%, al 2,90% e al 3,15%, con effetto dal 5 febbraio.

“Il processo disinflazionistico è ben avviato”, ribadiva il consiglio nel comunicato diffuso oggi, sulla falsa riga di quanto già detto alla scorsa riunione di dicembre. “L’inflazione ha continuato a evolvere sostanzialmente in linea con le proiezioni dei nostri esperti e dovrebbe tornare all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine nel corso dell’anno” e “le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo”, aggiunge il consiglio.

Attenzione, però, all’inflazione interna che “resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo. La crescita delle retribuzioni si sta però moderando secondo le attese e i profitti ne stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione”.

“C'è un pizzico di preoccupazione per l'economia, che la dichiarazione afferma essere ancora alle prese con venti contrari", scrive Alexander Weber di Bloomberg, aggiungendo che “la BCE aggiunge che la sua narrazione di un rimbalzo sulla scia di ‘redditi reali in aumento e degli effetti gradualmente svaniti della politica monetaria restrittiva’ rimane in vigore”.

La decisione arriva dopo i dati sul Prodotto Interno Lordo dell’eurozona diffusi questa mattina, secondo i quali nel quarto trimestre c’è stata una crescita zero rispetto al trimestre precedente (+0,4%). L'Ue nel suo complesso, comunicava Eurostat, ha segnato una crescita dello 0,1%, dopo il +0,4% fatto registrare nel trimestre precedente.

I mercati sembrano mantenere la fiducia nelle big tech dopo i risultati di Microsoft, Meta e Tesla arrivati ieri sera. Gli occhi erano puntati sulla loro motivazione per massicci investimenti in intelligenza artificiale dopo che il sistema AI più economico di DeepSeek lunedì aveva diffuso incertezza sui mercati innestando un selloff.

Oggi sarà il turno di Apple, anche in questo caso attesa dopo la chiusura di Wall Street, e il mercato esaminerà attentamente i segnali che arrivano dai numeri delle vendite di iPhone. In agenda anche il produttore di chip Intel, Comcast e Visa.

Microsoft (-3%): la società ha diffuso una previsione negativa per il suo business cloud.

Tesla (+2%): prevede che la spesa in conto capitale supererà gli 11 miliardi di dollari quest'anno e in ciascuno dei due anni fiscali successivi, attese superiori a quanto detto in ottobre (tra gli 8 e i 10 miliardi nel 2026).

Meta (+1%): ha inviato segnali contrastanti su come le sue scommesse sugli strumenti basati sull'intelligenza artificiale si stiano ripagando con un quarto trimestre forte, ma con previsioni di vendita poco brillanti per il periodo in corso.

Mastercard (+3%): utile netto salito a 3,34 miliardi di dollari, o 3,64 dollari per azione, nei tre mesi conclusi il 31 dicembre, oltre i 2,79 miliardi di dollari, o 2,97 dollari per azione, dell'anno precedente.

Caterpillar (-4%): ricavi del trimestre scesi del 5% a 16,22 miliardi di dollari, inferiori alle aspettative di Wall Street di 16,39 miliardi (dati LSEG).

Blackstone (+2%): EPS per il quarto trimestre di 1,69 dollari per azione, superiori agli 1,11 dollari per azione di un anno fa e alle previsioni degli analisti di 1,46 dollari (dati LSEG).

IBM (+8%): ricavi totali per 17,55 miliardi di dollari per il trimestre, in linea con le stime degli analisti, secondo i dati compilati da LSEG.

Sherwin-Williams (-2%): prevede un utile annuo rettificato tra 11,65 e 12,05 dollari per azione, sotto le attese degli analisti di 12,60 dollari (dati LSEG).

United Parcel Service (-12%): prevede ricavi per il 2025 a 89 miliardi di dollari, inferiore alle stime degli analisti di 94,88 miliardi (dati LSEG).

Meta

Wedbush: ‘buy’ e prezzo obiettivo incrementato da 700 a 770 dollari.

Piper Sandler: ‘buy’ e target price aumentato da 670 a 775 dollari.

Tesla

Goldman Sachs: ‘neutral’ e prezzo obiettivo confermato a 345 dollari.

Cantor Fitzgerald: ‘neutral’ e target price alzato da 365 a 425 dollari.

UBS: ‘sell’ e prezzo obiettivo incrementato da 226 a 259 dollari.

Microsoft

BMO Capital: ‘buy’ e target price leggermente ridotto da a 495 a 490 dollari.

Morgan Stanley: ‘buy’ e prezzo obiettivo diminuito da 540 a 530 dollari.

Amazon

Bernstein: ‘buy’ e target price aumentato da 265 a 280 dollari.

Alphabet

Bernstein: ‘neutral’ e prezzo obiettivo alzato da 185 a 210 dollari.

IBM

Goldman Sachs: ‘buy’ e target price sempre a 275 dollari.