Amazon e l’accusa di aver rubato 60 milioni di dollari di mance. La Big Tech chiude così la causa riguardante gli autisti di Flex
I fatti risalgono al periodo tra 2016 e 2019 e hanno a che vedere con i driver del servizio della multinazionale per diventare fattorini autonomi
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Amazon ha trovato un accordo per pagare al District of Columbia una multa da 3,95 milioni di dollari e chiudere così una causa che vedeva coinvolta la Big Tech di Seattle, accusata di aver sottratto mance agli autisti di Amazon Flex per più di 60 milioni di dollari. Il tutto è partito nel 2022, come si legge su The Verge, quando il colosso dell’ecommerce è stato accusato di aver sottratto una parte delle mance agli autisti di Amazon Flex, il servizio che consente alle persone di diventare fattorini per consegne a domicilio in autonomia.
Amazon e il caso delle mance rubate
Tra il 2016 e il 2019, così riporta l’accusa, Amazon ha trattenuto un terzo delle mance, raccogliendo una somma che ha poi utilizzato per pagare i lavoratori del servizio Flex. Nel 2022 la Big Tech fondata da Jeff Bezos ha comunque restituito gli oltre 60 milioni di dollari: quell’anno la Federal Trade Commission americana ha disposto oltre 140mila bonifici ai driver (il pagamento medio dovuto ammontava a oltre 400 dollari). Amazon in quel frangente aveva accettato di consegnare alla FTC l’intera somma relativa alle mance non riconosciute. Secondo l’accusa la società non aveva informato in maniera corretta e trasparente gli autisti del cambio relativo alla gestione delle mance.
«Quando le aziende ingannano i clienti per aumentare i loro profitti rubando le mance destinate ai loro lavoratori, imbrogliano i loro consumatori, i loro dipendenti e i loro concorrenti che rispettano le regole – ha spiegato il procuratore Brian L. Schwalb -. Non è sufficiente, dopo essere stati scoperti, restituire i guadagni illeciti. Piuttosto, devono esserci delle conseguenze significative per dissuadere i comportamenti scorretti dal verificarsi». Per quanto riguarda Amazon, pur avendo accettato di pagare questa multa dopo il rimborso totale dei 60 milioni di dollari, la società ha sempre negato le accuse.