Voli, Spirit mura ancora Frontier. Ma Trump favorirà i merger

Frontier Airlines ci riprova, e non sembra disposta ad accettare un no come risposta. La compagnia aerea ultra low cost vuole convincere i bondholders della rivale Spirit Airlines che l’unica soluzione per uscire dalla crisi è la fusione. Finora, non c’è riuscita. Ma la nuova proposta, subito respinta, potrebbe essere un segnale di quello che ci si può aspettare nell’industria dell’aviazione con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Continue reading Voli, Spirit mura ancora Frontier. Ma Trump favorirà i merger at L'Agenzia di Viaggi Magazine.

Gen 31, 2025 - 00:23
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Voli, Spirit mura ancora Frontier. Ma Trump favorirà i merger
Voli, Spirit mura ancora Frontier. Ma Trump favorirà i merger

Frontier Airlines ci riprova, e non sembra disposta ad accettare un no come risposta. La compagnia aerea ultra low cost vuole convincere i bondholders della rivale Spirit Airlines che l’unica soluzione per uscire dalla crisi è la fusione. Finora, non c’è riuscita. Ma la nuova proposta, subito respinta, potrebbe essere un segnale di quello che ci si può aspettare nell’industria dell’aviazione con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

IL CHAPTER 11 E LA PROPOSTA

Nel novembre scorso, Spirit ha presentato istanza di fallimento secondo il Chapter 11, la principale legge fallimentare statunitense, dopo anni di bilanci in rosso e una fallita cessione a JetBlue. La compagnia aerea ultra low-cost ha comunicato di essere in linea con l’obiettivo di uscire dal Chapter 11 nel primo trimestre di quest’anno. Un’udienza davanti a un giudice fallimentare sulla riorganizzazione della società è stata fissata per il 13 febbraio.

Spirit ha aderito al Chapter 11 con un accordo sulla ristrutturazione del debito sostenuta da circa l’80% dei creditori, secondo i documenti presentati in tribunale. Spirit non registra un profitto dal 2019 e ha perso oltre 335 milioni di dollari nella prima metà del 2024, per oltre 2,5 miliardi dall’inizio del 2020. Spirit è stata la prima, tra le maggiori compagnie aeree statunitensi, ad appellarsi al Chapter 11 da quando lo fece American Airlines, nel 2011.

Secondo il piano di Spirit, i creditori riceveranno 840 milioni di dollari in obbligazioni garantite e l’intera proprietà del capitale azionario della società. Frontier ha comunicato che la sua proposta darebbe agli stessi creditori 400 milioni di dollari in obbligazioni e il 19% della nuova società combinata, che per Frontier avrebbe molto più valore.

IL NO DI SPIRIT

«Continuiamo a credere che, con l’attuale piano di proseguire da sola, Spirit sia destinata a perdere soldi», hanno scritto il presidente di Frontier, Bill Franke, e l’amministratore delegato, Barry Biffle, alla controparte di Spirit. «Il tempo è un fattore fondamentale», hanno aggiunto. Secondo Frontier, una fusione creerebbe il quinto maggior vettore statunitense, una low cost con un peso sufficiente per competere con le grandi compagnie aeree che dominano l’industria. Frontier, però, dovrà superare la resistenza di Spirit e dei suoi creditori. Secondo i dirigenti di Spirit, il piano di Frontier è più debole del suo, e più rischioso. «La società ha deciso, salvo nuovi sviluppi, di non ritardare ulteriormente l’uscita dal Chapter 11», ha risposto Spirit.

L’amministratore delegato e presidente di Spirit, Mac Gardner, ha comunicato a Frontier, lo scorso 11 gennaio, di essere d’accordo che le due società, insieme, sarebbero un «competitor potente», ma ha aggiunto che l’offerta di Frontier è peggiore di quella discussa dalle due società lo scorso anno. I manager di Spirit hanno discusso della proposta con i bondholders, che l’hanno rifiutata. Ieri, mercoledì 29 gennaio, il titolo in Borsa di Frontier ha guadagnato il 5,27%; quello di Spirit, sul mercato over-the-counter (dopo il delisting dal New York Stock Exchange dello scorso 18 novembre), ha registrato un rialzo del 21,9%.

IL PRIMO RIFIUTO E L’OFFERTA DI JETBLUE

Le due compagnie aeree, dopo un primo approccio già nel 2016, erano sul punto di fondersi nel 2022, con un’operazione valutata allora 2,9 miliardi di dollari, finché non si presentò JetBlue con un’offerta più alta, per complessivi 3,8 miliardi. Lo scorso anno, però, la fusione con JetBlue è stata bocciata in tribunale da un giudice federale, che ha dato ragione alle autorità antitrust dell’amministrazione Biden, secondo cui l’unione delle due compagnie avrebbe ridotto la concorrenza sulle maggiori rotte nazionali, spingendo i prezzi al rialzo. Frontier ha tentato un altro approccio, lo scorso autunno, ma i colloqui sono stati interrotti prima che Spirit facesse richiesta del Chapter 11.

IL FUTURO DELLE LOW-COST

Le budget airlines sono in sofferenza da mesi, complice una maggiore concorrenza per i clienti più attenti ai costi da parte delle maggiori compagnie aeree, che offrono a loro volta tariffe basilari. Per questo, le compagnie come Spirit e Frontier stanno a loro volta modificando le loro strategie per fornire servizi premium e attirare una diversa fascia di clienti. Spirit sta inoltre cercando di ridurre i costi: all’inizio del mese, la società ha comunicato la volontà di tagliare circa 200 posti di lavoro per essere in linea con l’obiettivo di ridurre le spese di 80 milioni di dollari all’anno.

Molti analisti credono che la fusione tra Spirit e Frontier avrebbe più possibilità di essere approvata; inoltre, c’è maggiore fiducia in un nuovo corso dell’antitrust sotto l’amministrazione Trump, che potrebbe permettere maggiori M&A.