In Italia i finanziamenti Bei all’energia arrivano a 3 miliardi

Quanto valgono i finanziamenti della Banca europea per gli investimenti all’Italia nel settore energia?

La risposta è contenuta nei dati di sintesi delle attività 2024 diffusi ieri (30 gennaio), secondo i quali il nostro Paese ha chiuso operazioni con la Banca per 1,4 miliardi di euro su progetti di generazione da rinnovabili. Tra i beneficiari, sottolinea una nota, ci sono anche Erg, Iberdrola, Sunprime e Libeccio, per un totale di 825,5 MW fotovoltaici e 44,8 MW eolici relativi a queste quattro aziende (si veda anche Come la Bei stimola e protegge gli investimenti nelle rinnovabili).

A ciò si aggiungono 1,6 miliardi di euro per ammodernare e aumentare la resilienza di oltre 17.000 km di rete tra trasmissione e distribuzione elettrica, grazie alla collaborazione con Prysmian, Terna, e-distribuzione e Acea.

Per favorire la transizione energetica in Italia, il Gruppo Bei ha inoltre avviato una serie di iniziative con il settore bancario, tra cui una controgaranzia da 200 milioni di euro con Intesa Sanpaolo per sostenere lo sviluppo del settore eolico.

Infine, la prima operazione in Italia interamente dedicata al finanziamento dell’efficienza energetica residenziale, prevista con Findomestic.

Allargando lo sguardo a tutti i settori di attività Bei, lo scorso anno sono stati erogati finanziamenti complessivi verso il nostro Paese pari a 10,98 mld €, terzo Stato in Ue dopo Francia e Spagna. Si stima che tali operazioni contribuiranno a generare investimenti per circa 37 mld € nell’economia reale, equivalente a circa l’1,7% del Pil nazionale.

Da segnalare, infine, che nel 2024 il Gruppo Bei ha sottoscritto finanziamenti per 89 mld € totali, considerando tutti i Paesi di riferimento, di cui quasi il 90% all’interno dell’Ue.

Di questi 31 miliardi di euro a sostegno dell’efficienza energetica, delle energie rinnovabili, dello stoccaggio e delle reti elettriche, che dovrebbero mobilitare oltre 100 mld € di investimenti.

Nel 2025, invece, l’obiettivo è salire a una quota di 95 mld €, di cui il 60% nell’ambito della categoria “finanza sostenibile”.

In questo quadro dovrebbe rientrare un programma da 2,5 mld € per incrementare gli investimenti in efficienza energetica da parte delle piccole e medie imprese, in modo che possano ridurre le emissioni di CO2 e le bollette dell’elettricità.

Finanza per il clima: chi ci crede e chi no

Le informazioni rese dalla Bei rappresentano un’iniezione di ottimismo per quanti auspicano che la transazione ecologica e quella energetica non rallentino il passo.

Questo scenario, però, è reso quantomeno complesso se si allarga lo sguardo alla destabilizzazione sui mercati internazionali che porta con sé il cambio di guida alla Casa Bianca (si veda anche Trump volta le spalle a rinnovabili e accordo di Parigi. Ue e Cina colmeranno il vuoto?).

Un fattore che potrebbe innescare l’inversione di tendenza nei finanziamenti globali all’azione climatica, come lascia intende, ad esempio, l’uscita del fondo americano BlackRock  e di diversi altri da Net zero asset managers, gruppo internazionale e volontario di gestori patrimoniali impegnati a sostenere l’obiettivo emissioni zero al 2050.

Il concetto di decarbonizzazione, però, resta centrale sui mercati. A dimostrarlo è un’operazione di Argos, fondo di investimento europeo indipendente, che ha da poco chiuso la raccolta capitali per il suo fondo Argos Climate Action, arrivando a 337 milioni di euro.

“Questa cifra supera l’obiettivo iniziale di oltre il 12%, un risultato notevole nonostante il difficile contesto di raccolta fondi”, spiega una nota. “In un momento di crescente eco-pessimismo, infatti, questo successo dimostra che un’azione concreta per il clima soddisfa le aspettative degli investitori”.

• Sintesi delle attività Bei in Italia (pdf)
• Sintesi delle attività complessive della Bei (pdf)