Jovanotti: “Per Sanremo sto lavorando ad una cosa spettacolare, ho avuto carta bianca” – Intervista

Noi di SuperguidaTV abbiamo avuto il piacere di incontrare Lorenzo Jovanotti in un contesto straordinario: il Vaticano, che per lui figlio di un dipendente della Santa Sede nato e cresciuto all’ombra del Cupolone è casa. Il cantautore ha accolto con entusiasmo l’invito di far parte degli artisti che hanno contribuito alla mostra “En route”, allestita […]

Gen 31, 2025 - 14:00
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Jovanotti: “Per Sanremo sto lavorando ad una cosa spettacolare, ho avuto carta bianca” – Intervista
Lorenzo Jovanotti

Noi di SuperguidaTV abbiamo avuto il piacere di incontrare Lorenzo Jovanotti in un contesto straordinario: il Vaticano, che per lui figlio di un dipendente della Santa Sede nato e cresciuto all’ombra del Cupolone è casa. Il cantautore ha accolto con entusiasmo l’invito di far parte degli artisti che hanno contribuito alla mostra “En route”, allestita nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Un progetto che esplora il tema del viaggio e dell’incontro tra culture, concetti profondamente radicati nella sua musica e nel suo percorso artistico.
Durante il nostro incontro, Jovanotti ha condiviso riflessioni su temi di grande attualità, dal ruolo della musica in tempi di guerra alla sua attesa partecipazione a Sanremo 2025, fino al lancio del suo nuovo album, che rappresenta un ritorno alla leggerezza e all’energia del pop dopo un periodo davvero complesso a seguito dell’incidente in bicicletta.

Intervista a Lorenzo Jovanotti

Lorenzo tu una volta cantavi la canzone “Il mio nome è mai più”, in tempi di guerra come quelli che stiamo vivendo cosa ti senti di dire? Oggi la canteresti più?

“C’è spazio per le emozioni nelle canzoni, e le emozioni hanno dentro i contenuti necessari. La canzone forse non è più un contenitore di informazione, ci sono altri contenitori più rapidi, più efficaci anche, però la canzone rimane un strumento poetico, io credo nella forza dell’emozione, della poesia, ma soprattutto credo anche nell’ineadeguatezza del mio caso. Le ruote che non mi spettano perché sarei impreparato. E quindi di fronte a tanta tragedia, di fronte a questa tragedia, io non riesco ad essere altro che silenzioso, davvero, perché mi sento impreparato, non ho gli strumenti. È talmente impensabile per me, inconcebibile l’idea che muoiono dei bambini in un bombardamento che non riesco neanche a portare alla parola la tragedia che sento dentro da essere umano. E quindi questa cosa non riesco proprio ad affrontarla. Cioè è un materiale che ci metto le mani e mi sfugge, mi scotta, mi fa paura. Evito con tutto me stesso di partecipare a un gioco di tifoserie e rimango uno spettatore avvilito, impotente, impreparato soprattutto, perché non rientro proprio nelle cose che io riesco a concepire”.

La prima serata del Festival di Sanremo ci sarai tu, ma ci sarà anche un duetto tra un’israeliana e una palestinese, è anche quello un segno?

“Molto, ma queste cose nella musica continuano ad accadere, continuano ad accadere costantemente, per cui io queste cose qui le guardo sempre con speranza proprio, anche proprio con entusiasmo, perché nella musica succedono cose che voi umani, come dice per citare un film, la musica ha questo potere, questa forza qui, ce l’ha sempre avuta, lo so, per cui questo sarà un bel momento. Non so se una cosa del genere ferma una guerra, sicuramente pianta un seme, sicuramente pianta un seme per chi assiste a questa cosa qua e l’importante è che non ci si fermi mai. Non è tanto appunto il contenuto di una canzone in termini proprio di parole, quanto proprio l’aspetto emotivo dell’incontro di due esseri umani che non sarebbero in quella stanza insieme se non ci fosse la musica, ma meno male che c’è la musica”.

E tu a Saremmo cosa farai quella sera?

“Io a Saremmo sto preparando una bella sorpresa, perché ha a che fare con la musica, ha a che fare con la passione della musica. Non ve la posso anticipare perché non la so neanch’io, perché ci sto lavorando giorno per giorno, siccome è piuttosto complicato da fare, ma se ci riusciamo… Ce l’ho, sto lavorando a una cosa bella, molto bella, molto spettacolare”.

Una sorpresa complicata?

“Complicata perché è grossa, però mi hanno dato carta bianca, quindi a me quando vedo una carta bianca…”

Quindi non sarai solo sul palco a farla?

“Eh, questo… No, no, io non sono mai solo, anche quando sono solo”.

Lorenzo, dici qualcosa in più di questo nuovo album, che esce oggi?

“Io sono felice perché poi quando un disco esce, sebbene io lo conosca a memoria, avendolo fatto, poi quando un disco esce è sempre un’emozione, lo senti perché lo vedi addosso agli altri, no? E quindi si trasforma. Io faccio dischi da 40 anni e questa emozione è sempre vera e autentica, stavolta ancora di più, perché per la prima volta in 40 anni avevo veramente, per un attimo, cioè si era presentata anche la prospettiva che non riaccadesse questa cosa, perché non camminavo. Invece poi è partita e il disco è bello, è molto pop, è un disco molto divertente, molto romantico, pieno d’amore, pieno di canzoni romantiche e pieno di canzoni che si ballano, per cui non è un disco… è un disco che vuole essere leggero, vuole essere leggero perché io voglio essere leggero”.

Quando torni a fare un viaggio in bici?

Spero presto, l’anno prossimo. Non lo so, però quello è una cosa che decido quasi all’ultimo, in genere, perché decido quasi all’ultimo. Viaggiare in bicicletta è un modo di viaggiare molto semplice, molto lento, e quindi si fanno incontri che non sono grandiosi, ma sono costanti, qualcuno ti dà una mano. Per il mondo alla natura giusta. Sì, per me è un modo di viaggiare bellissimo, lo consiglio a tutti, perché i primi giorni magari uno ti fa male tutto, poi dopo diventi un animale, diventi allenatissimo, quindi riesci a stare in bicicletta anche 12 ore al giorno, vedi dei luoghi, chiedi ospitalità. Io mi sono divertito molto a fare i viaggi, spero di rifarlo.

Adesso come stai?

“Bene, sto bene bene”.