Trump 2.0, ecco perché le multinazionali potrebbero essere avvantaggiate

Tendono ad avere l'adattabilità, le dimensioni aziendali e l'esperienza necessarie per affrontare meglio i cambiamenti rispetto ai loro concorrenti che invece si concentrano su un solo mercato. L'articolo Trump 2.0, ecco perché le multinazionali potrebbero essere avvantaggiate proviene da FundsPeople Italia.

Gen 30, 2025 - 13:23
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Trump 2.0, ecco perché le multinazionali potrebbero essere avvantaggiate

Il ritorno di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti rappresenta un cambiamento di paradigma nelle politiche globali, con potenziali impatti sul commercio, sulla geopolitica e sulla crescita economica di molti Paesi. Secondo la view di Capital Group le multinazionali, soprattutto quelle con sede al di fuori degli Stati Uniti, potrebbero trovarsi di fronte a sfide dovute a possibili dazi e politiche protezionistiche da parte della prossima amministrazione statunitense. Ma al contempo le aziende globali in grado di adattarsi alle richieste dei mercati locali e ai contesti normativi potrebbero avere un vantaggio strategico in questo nuovo capitolo dell'economia globale.

Molti ritengono che il Trump 2.0 potrebbe potenzialmente innescare un cambiamento di paradigma nelle politiche statunitensi e globali, il che potrebbe avere un impatto su ampie aree dell'economia e dei mercati”, spiega Steven Smith, Investment Director di Capital Group. “Sebbene sia difficile stabilire in che misura si concretizzeranno alcune delle politiche proposte da Trump durante la corsa elettorale, alcune politiche chiave come il focus sulla crescita interna, la protezione dell'industria statunitense, la deregolamentazione e una posizione più dura nei confronti dell'immigrazione potrebbero avere un forte impatto”, prosegue l’esperto.

Secondo Smith le multinazionali sarebbero nella posizione migliore per navigare questo nuovo scenario: “Perché tendono ad avere l'adattabilità, le dimensioni aziendali e l'esperienza necessarie per affrontare meglio i cambiamenti rispetto ai loro concorrenti che invece si concentrano su un solo mercato”, afferma.

Due dinamiche di risultano evidenti per l’investment director. La prima è che le società non domiciliate negli Stati Uniti potrebbero essere esposte ai dazi statunitensi. “La neoamministrazione Trump ha ripetuto in molte occasioni la prospettiva di imporre dazi ad ampio raggio su varie economie e settori”, analizza. “Se dovessero essere attuate, ciò potrebbe aumentare il rischio di sanzioni ‘tit-for-tat’ da parte di altri governi nei confronti delle società statunitensi”, analizza. La seconda è che le società maggiormente orientate verso gli Stati Uniti, in particolare quelle statunitensi domestiche, potrebbero essere avvantaggiate dal punto di vista strategico grazie alle politiche “America first” di Trump

Questa nuova era di tariffe e protezionismo sotto l'amministrazione Trump 2.0 potrebbe essere un ambiente che pone le aziende “multilocali” in una posizione di vantaggio strategico. “Si tratta di multinazionali che godono dei vantaggi dell'essere globali (ad esempio, economie di scala, basi di clienti diversificate, marchio globale), ma che dispongono degli asset e delle risorse necessarie per essere in grado di rispondere alle richieste dei singoli consumatori e ai contesti normativi locali”, conclude Smith.

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