Truffa ai danni dell'Erario e dell'INPS. Disposte 12 misure interdittive eseguite dalla GDF di Palermo
Nella mattinata di oggi, giovedì 30 gennaio 2025, la Guardia di Finanza di Palermo, su richiesta del GIP, hanno eseguito 12 ordinanze di interdizione nei confronti di soggetti che, secondo le indagini condotte dagli agenti GDF, avrebbero messo in atto un sistema criminoso dedito alla truffa. Nei confronti degli indagati si contestano i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e illeciti di natura tributaria. In particolare una prima tipologia di truffa avrebbe avuto come scopo quello di consentire, nei confronti di circa 700 persone, l’indennità di disoccupazione NASpI, attraverso un ingegnoso sistema fraudolento. I soggetti verso i quali sono stati emessi i provvedimenti avrebbero contrattualizzato i loro dipendenti per poi interrompere il rapporto di lavoro al raggiungimento del periodo minimo per il conseguimento del sussidio di disoccupazione, mantenendo tuttavia lo svolgimento delle prestazioni lavorative in nero. Nei confronti dei medesimi soggetti si contesta anche il reato di truffa ai danni dell’Erario, volta all’evasione fiscale e alla truffa contributiva. Nello specifico, attraverso la creazione di “società cartiere”, si sarebbe provveduto ad emettere fatture relative ad attività mai svolte ed emesse al fine di produrre documentazione relativa fittizie forniture di manodopera in favore di altre società, evitando in tal modo che queste ultime fossero tenute al pagamento di tasse e contributi per importo pari a un milione di euro, ma anche relativamente alla cessione di beni o prestazioni di servizio mai avvenute e per un importo pari a 2 milioni di euro. In via preventiva il giudice territorialmente competente ha disposto il sequestro per circa 7 milioni di euro nei confronti di 21 società. In attesa di un eventuale rinvio a giudizio degli indagati, nei loro confronti si applica comunque la presunzione di non colpevolezza, prevista dall’art. 27 della Costituzione, secondo la quale i soggetti interessati non possono essere considerati colpevoli sino alla pronuncia di una eventuale condanna in via definitiva.
Nella mattinata di oggi, giovedì 30 gennaio 2025, la Guardia di Finanza di Palermo, su richiesta del GIP, hanno eseguito 12 ordinanze di interdizione nei confronti di soggetti che, secondo le indagini condotte dagli agenti GDF, avrebbero messo in atto un sistema criminoso dedito alla truffa.
Nei confronti degli indagati si contestano i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e illeciti di natura tributaria.
In particolare una prima tipologia di truffa avrebbe avuto come scopo quello di consentire, nei confronti di circa 700 persone, l’indennità di disoccupazione NASpI, attraverso un ingegnoso sistema fraudolento.
I soggetti verso i quali sono stati emessi i provvedimenti avrebbero contrattualizzato i loro dipendenti per poi interrompere il rapporto di lavoro al raggiungimento del periodo minimo per il conseguimento del sussidio di disoccupazione, mantenendo tuttavia lo svolgimento delle prestazioni lavorative in nero.
Nei confronti dei medesimi soggetti si contesta anche il reato di truffa ai danni dell’Erario, volta all’evasione fiscale e alla truffa contributiva. Nello specifico, attraverso la creazione di “società cartiere”, si sarebbe provveduto ad emettere fatture relative ad attività mai svolte ed emesse al fine di produrre documentazione relativa fittizie forniture di manodopera in favore di altre società, evitando in tal modo che queste ultime fossero tenute al pagamento di tasse e contributi per importo pari a un milione di euro, ma anche relativamente alla cessione di beni o prestazioni di servizio mai avvenute e per un importo pari a 2 milioni di euro.
In via preventiva il giudice territorialmente competente ha disposto il sequestro per circa 7 milioni di euro nei confronti di 21 società.
In attesa di un eventuale rinvio a giudizio degli indagati, nei loro confronti si applica comunque la presunzione di non colpevolezza, prevista dall’art. 27 della Costituzione, secondo la quale i soggetti interessati non possono essere considerati colpevoli sino alla pronuncia di una eventuale condanna in via definitiva.