Questa presa elettrica fotovoltaica da finestra funziona davvero?
Immagina un piccolo pannello solare, grande quanto il palmo di una mano, capace di generare una tensione di 220V. Una soluzione pensata per chi è in movimento e desidera un’alternativa portatile per ricaricare smartphone, laptop o piccoli dispositivi elettronici. È questa l’idea alla base del Window Socket, una presa elettrica solare progettata da due designer...
Immagina un piccolo pannello solare, grande quanto il palmo di una mano, capace di generare una tensione di 220V. Una soluzione pensata per chi è in movimento e desidera un’alternativa portatile per ricaricare smartphone, laptop o piccoli dispositivi elettronici. È questa l’idea alla base del Window Socket, una presa elettrica solare progettata da due designer sudcoreani, Kyuho Song e Boa Oh. Il concetto è semplice: sfruttare la luce solare per produrre energia, ovunque ti trovi, con un dispositivo compatto e facile da usare.
Come funziona il Window Socket
Il Window Socket si presenta come un piccolo disco, con un design essenziale che integra un modulo fotovoltaico circolare. Da un lato, il pannello solare cattura i raggi solari; dall’altro, una ventosa consente di fissarlo direttamente su una finestra o su una qualsiasi superficie di vetro esposta alla luce. Il dispositivo è dotato di una batteria integrata da 1.000 mAh, che richiede tra 5 e 8 ore di esposizione al sole per essere completamente ricaricata.
L’energia accumulata nella batteria può essere utilizzata per alimentare dispositivi a 220V grazie a un convertitore di tensione integrato. Il progetto è stato presentato nel 2016 durante la Dubai Design Week, suscitando curiosità per il suo potenziale in termini di sostenibilità e portabilità. Tuttavia, il dispositivo non è mai stato commercializzato e rimane fermo allo stadio di concept.
I limiti di un’idea rivoluzionaria
Nonostante l’entusiasmo iniziale, il dispositivo sembra scontrarsi con evidenti limiti tecnologici. La batteria da 1.000 mAh, per esempio, risulta insufficiente per soddisfare le esigenze energetiche dei dispositivi moderni. Uno smartphone con una batteria da 4.000 mAh richiederebbe infatti diverse ricariche complete del dispositivo per raggiungere il 100%. Anche il tempo di esposizione necessario per accumulare energia – fino a 8 ore – rende il dispositivo poco pratico per un utilizzo quotidiano.
Un altro problema è legato alla capacità stessa dei pannelli solari miniaturizzati. Le tecnologie attuali non consentono ancora di produrre una quantità sufficiente di energia per alimentare dispositivi di maggiore potenza. Un modulo così piccolo non è in grado di supportare, ad esempio, apparecchi elettronici con consumi elevati.
L’idea alla base del gadget rappresenta senza dubbio un passo verso una maggiore consapevolezza sull’importanza delle energie rinnovabili. Tuttavia, i limiti tecnici e la mancanza di aggiornamenti sul progetto lasciano spazio a dubbi sulla sua reale applicabilità. La possibilità di avere una presa solare portatile potrebbe trasformare il modo in cui ci approcciamo alla ricarica dei dispositivi, ma resta ancora molto lavoro da fare per renderla una realtà funzionale.
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Fonte: Behance
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