Lucio Corsi si racconta, tra “Volevo essere un duro” e pensieri sull’importanza del tempo e dell’esperienza
Lucio Corsi, Volevo essere un duro: incontro con la stampa in occasione di Sanremo 2025 In una giornata soleggiata, quasi insolita a Milano, Lucio Corsi ha accolto un gruppo di giornalisti in un posto che lui stesso identifica come uno spazio che lo fa stare bene: una trattoria, l’Antica Trattoria Ambrosiana situata nel quartiere nord […] L'articolo Lucio Corsi si racconta, tra “Volevo essere un duro” e pensieri sull’importanza del tempo e dell’esperienza proviene da All Music Italia.
Lucio Corsi, Volevo essere un duro: incontro con la stampa in occasione di Sanremo 2025
In una giornata soleggiata, quasi insolita a Milano, Lucio Corsi ha accolto un gruppo di giornalisti in un posto che lui stesso identifica come uno spazio che lo fa stare bene: una trattoria, l’Antica Trattoria Ambrosiana situata nel quartiere nord di Niguarda.
In un ambiente piuttosto informale e molto conviviale, il cantautore si è raccontato tra aneddoti, pensieri di vita, piccoli spoiler e soprattutto Sanremo 2025, al quale parteciperà con il brano Volevo essere un duro.
Partendo dal luogo in cui ci ha accolti, Lucio Corsi si lascia andare a diverse riflessioni molto lucide sia sulla sua vita che sulla sua musica:
«Ho ritrovato qui dentro (nell’Antica Trattoria Ambrosiana, ndr.) una sensazione di casa. Niguarda è un paese inglobato nella città, ho trovato un po’ quello spazio che mi fa stare bene a Milano perché c’è una realtà e della gente che mi fanno stare con i piedi per terra»
«Nella musica mi piace calarmi nei panni degli altri e fuggire dai tempi che corrono. Quando si racconta la realtà com’è, mi annoia. Le espressioni devono portarci in altri tempi, ingannarci di essere qualcos’altro. Nella vita è importante non raccontarsi tutto, ciò mi serve per fuggire nelle canzoni»
SANREMO 2025: LUCIO CORSI, “VOLEVO ESSERE UN DURO”
Su Sanremo è molto schietto e onesto, sottolineando l’importanza del tempo e dell’esperienza per prendere decisioni importanti e arrivare su palchi così rilevanti. È divertente invece l’aneddoto sulla kermesse legato alla serie tv “Una vita da Carlo” in cui Lucio interpreta sé stesso nel Festival fittizio di Verdone:
«Ho passato anni con la lotta interiore di dire “Faccio un tentativo? Ci provo o no?” e penso al fatto che molti artisti che amo sono andati: Ivan Graziani, Rino Gaetano, Vasco Rossi, Lucio Dalla. C’erano delle coincidenze come la serie tv di Verdone (“Una vita da Carlo”, ndr.), ma non sognavo un Sanremo vero, non avevo ancora preso la decisione di tentare la cosa»
«Era il momento giusto per provarci dopo aver suonato per anni in strada, tanti anni di chitarra e voce e la band. Serve quel percorso per non vacillare. Se hai un fondo solido nel suonare e passare del tempo con gli strumenti, essi possono essere un paracadute e le fondamenta per provare ad andare al Festival, sono fondamentali. Sogno di passare tutti i giorni della mia vita con gli strumenti sottobraccio»
Come si sceglie una canzone per Sanremo? La sua risposta è secca, senza pensarci due volte:
«Non si sceglie una canzone per Sanremo. L’ho scritta un anno e mezzo fa per il disco. Scrivere una canzone per un contenitore non serve perché la canzone si ribella».
Sul brano che porterà sul palco dell’Ariston – ovvero Volevo essere un duro – Lucio Corsi si lascia andare ad un lungo flusso di coscienza e pensieri che lo riportano indietro anche all’infanzia:
«Parla del fatto che spesso non si riesce a diventare ciò che si voleva e a volte non si diventa meglio di ciò che desideriamo. Il mondo ci vuole perfetti, solidi ma siamo molto più in bilico e in equilibrio precario sulle cose di quello che pensiamo e dobbiamo accettarlo, trovando il bello»
«Sognavo di essere un paleontologo, un cercatore di insetti, un disegnatore di auto. Disegnavo tanto: i miei genitori volevano mandarmi all’artistico ma sono voluto andare allo scientifico. Non ho imparato nulla dai professori, ma ho imparato a convivere con altre passioni diverse dalle mie. Questo è stato l’insegnamento che mi porto dietro dalla scuola»
«Ho iniziato a sognare di essere un cantante dopo aver visto il film “The Blues Brothers”. Qui la figura del musicista è disegnata come un supereroe e mi dicevo sempre “Se il musicista è così, voglio essere come loro da grande”»
Sulla canzone che porterà durante la serata delle cover non si espone molto per ovvi motivi, ma ci regala comunque un piccolissimo spoiler e un sogno:
«Sarà un duetto e sarà una canzone italiana del passato ma che va dove vuole, anche nel futuro. Se avessi potuto, avrei portato Randy Newman».
Anche sulla moda, Lucio Corsi ci spiega da dove provengono le sue influenze stilistiche:
«Della moda non mi interessa, ma mi piacciono i vestiti perché nascono dalla passione per la musica. Ho formato il mio gusto leggendo le riviste da giovane. Prendo spunto da David Bowie, dal glam rock, fatto di stracci, niente a che vedere con i brand di oggi, non era per gente ricca ma per gente povera che voleva fuggire all’immaginazione»
«Non pensando alla moda, ho tempo di pensare agli strumenti che un tempo erano il simbolo della musica. Il palco del Festival della Canzone Italiana è il posto giusto per buttare l’occhio sugli strumenti»
Per quanto riguarda il disco in uscita dopo Sanremo 2025, il cantautore toscano rivela il grande cambiamento che sarà presente all’interno di questo nuovo album:
«Il disco uscirà dopo Sanremo 2025. Ho voluto fare un cambiamento nella parte testuale: Questo disco è più ancorato al suolo, parla di persone con riferimenti più semplici perché mi interessava impararlo a fare. Lo volevo registrare in Maremma, ma con Sanremo non ho avuto tempo e sto registrando a Milano. In futuro vorrei stare in pianta stabile giù in Maremma»
Al termine dell’incontro, per rispondere al quesito su cosa lo spaventasse di più del Festival, Lucio Corsi ribadisce ancora una volta l’importanza del percorso artistico per poter arrivare a calcare palchi del genere:
«Cosa mi spaventa di più di Sanremo? Voglio cercare di vederlo come un concerto, ma se penso alle telecamere e alla gente a casa è tutto nuovo ed estraniante ma sono curioso. La musica non è competizione, non mi piace la gara. È questione di percorso e di crescita e questo spaventa, bisogna arrivarci con il tempo. Mi serviva il tempo di fare esperienza, di fare musica e avere una base solida su cui contare»
Sulle persone che si domandano “Lucio Corsi chi?”, risponde sorridendo:
«Lo scopriranno lì sul palco di Sanremo, sono curioso delle idee che si faranno le signore e le persone in generale».
Foto di Simone Biavati
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