L’Italia è ancora un Paese per madri?
A volte non bastano mamma e papà a crescere un bambino. Lo sanno bene i genitori, specie quelli italiani, che corrono ogni giorno dividendosi tra lavoro e figli. Spesso costretti a chiedere aiuto ad altre figure, nonni nella maggior parte dei casi. O baby sitter, sempre che se la possano permettere. Ancora una volta l’esempio […] L'articolo L’Italia è ancora un Paese per madri? proviene da ilBollettino.
A volte non bastano mamma e papà a crescere un bambino. Lo sanno bene i genitori, specie quelli italiani, che corrono ogni giorno dividendosi tra lavoro e figli. Spesso costretti a chiedere aiuto ad altre figure, nonni nella maggior parte dei casi. O baby sitter, sempre che se la possano permettere. Ancora una volta l’esempio arriva dalla Svezia, modello di politiche per la natalità. Tanto per citare alcuni esempi, gli investimenti per i servizi alle famiglie di Stoccolma sono pari al 2,2% del PIL (in Italia l’1,1), mentre le coperture per i nidi sono pari a 54 posti ogni 100 bambini, contro i 35 italiani. E sembra si sia trovata la quadra anche in tema di congedi parentali dopo la nascita di un bebè. È troppo gravoso per uno dei genitori assentarsi tanto tempo dal lavoro? Superato qualche mese, ricominciare a svolgere le proprie mansioni diventa indispensabile? Nessun problema: è possibile cedere i propri giorni di assenza retribuita dal lavoro a un’altra persona, che sarà stipendiata al posto dei genitori del bambino.
Come funziona il nuovo congedo parentale in Svezia
La legge è entrata in vigore lo scorso luglio. E prevede che, entro l’anno di vita del bambino, i neo genitori possano trasferire ad altri fino a un massimo di 45 giorni di congedo a loro spettanti, che diventano 90 per un genitore single. Chi può beneficiare della norma sull’accudimento condiviso? Chiunque non sia tutore legale del bambino, a condizione che abbia un’assicurazione per l’indennità parentale, una condizione molto diffusa in Svezia. A occuparsi del bambino, senza recarsi a propria volta al lavoro, possono essere insomma nonni così come altri parenti o amici. Il che si aggiunge a un sistema già generoso che concede 480 giorni, circa 16 mesi, di congedo retribuito. Il primo anno è pagato all’80% della retribuzione, mentre gli ultimi 90 giorni con circa 16 euro giornalieri.
Come funziona in Italia
Anche in Italia esiste il congedo parentale per i lavoratori dipendenti. E dà diritto a 10 mesi di astensione dal lavoro usufruibili sia dalla madre sia dal padre entro i 12 anni di vita del bambino. Lo stipendio sarà all’80% per i primi tre mesi e al 30% per i restanti, se il bambino ha meno di sei anni. La misura è però di fatto poco utilizzata, specie dai padri: a farne richiesta (dati ISTAT) è appena il 30%. Il motivo? Culturale, ma forse a pesare è anche il taglio della retribuzione, che diventa così troppo bassa per sostentare una famiglia.
Le polemiche
I Paesi nordici sono spesso i più virtuosi. I più critici diranno che è più facile per economie mediamente più ricche: in Svezia ad esempio il reddito medio è di 29mila euro, contro una media italiana di 24mila (dato sul 2023 di Confprofessioni). Non solo, ma nella nazione scandinava abitano appena 10 milioni di cittadini, circa un sesto rispetto alla popolazione dell’Italia.
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