Guzzini (Finlabo): “Negli ultimi anni abbiamo sviluppato la società in direzione private e family office”

L’AD e socio fondatore di Finlabo, racconta a FundsPeople i 18 anni di attività della boutique di gestione, che opera con un focus sul mercato azionario e strategie di tipo hedge. L'articolo Guzzini (Finlabo): “Negli ultimi anni abbiamo sviluppato la società in direzione private e family office” proviene da FundsPeople Italia.

Gen 29, 2025 - 14:24
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Guzzini (Finlabo): “Negli ultimi anni abbiamo sviluppato la società in direzione private e family office”

Una boutique di gestione basata sull’utilizzo di modelli quantitativi e con un focus su strategie di tipo absolute return. Finlabo SIM, che si configura nel panorama italiano con queste caratteristiche fin dal lancio nel 2006, allo scoccare dei 18 anni di attività punta a espandere il proprio perimetro di attività all’interno di un mercato mutato con entità, come le banche, che assumono dimensioni sempre maggiori. Alessandro Guzzini, socio fondatore e AD della società, spiega a FundsPeople il funzionamento di Finlabo che dispone di una “piattaforma proprietaria che ci supporta nelle scelte di investimento”.

Focus sul mercato azionario

Il focus è sul mercato azionario e su strategie di tipo hedge, “il nostro flagship fund punta su azioni europee ma prevede anche una strategia di copertura tramite future su indici azionari allo scopo di ridurre volatilità e drawdown”. Questa visione strategica è stata premiante: “A distanza di 18 anni dalla partenza del fondo – afferma Guzzini – abbiamo centrato l’obiettivo di rendimento di un 4% annuo al netto delle fee: un lungo track record con una volatilità controllata (mediamente intorno al 7%) e una gestione orientata alla creazione di alpha”. Il manager insiste sulla proposition indicando come questa si configuri come “estremamente attuale in un mercato sempre più diviso tra prodotti beta che ricalcano gli indici, in mano ai colossi e in cui la size ha un peso maggiore”, e prodotti più orientati alla creazione di alpha, per cui “la size è meno importante”.

Detto ciò: la società non esclude una crescita verso una dimensione più significativa tanto che “siamo alla ricerca di una partnership nel settore”. Questo anche perché, dal 2018 a oggi, “abbiamo assistito a una maggiore integrazione tra distributori e gestori”.

Dall’AM al family office

La trasformazione dell’ultimo lustro ha coinvolto anche la clientela a cui si rivolge Finlabo: “In questo lasso di tempo – continua l’AD – abbiamo sviluppato la società su altre direzioni, private e family office”. Le performance, specifica, continuano a essere positive (intorno al 7% quest’anno) ma è sul fronte della raccolta che si è assistito a quello che Guzzini definisce “un cambio nel mix di clientela”, per cui fino al 2018 il peso del gestito era superiore: “Oggi, su 300 milioni di AuM complessivi, circa due terzi sono masse private, mentre l’asset management si è ridotto a un terzo”. Come family office, poi, “possiamo vantare anche una competenza diretta nell’asset management, cosa che altre entità non hanno”.

Trasformazioni in atto

Parallelamente al focus maggiore su una clientela più “selettiva”, l’AD individua due trasformazioni in atto sul mercato. In primis la tendenza che, dal 2020 ha visto un allargamento dello spread tra value e growth “che nell’ultimo periodo si è ridotto”, e quello tra le mid/small cap e large cap. Un’anomalia quest’ultima, afferma l’esperto, “che continua ad allargarsi”. Le motivazioni sono da ricercare ancora una volta nel boom dei passivi, “questo ha determinato la crescita delle capitalizzazioni della società più grosse, mentre le società di dimensioni minori hanno subito vendite forzate da parte dei gestori attivi”. È proprio nel perimetro dell’anomalia, però, che Guzzini individua un’opportunità. “Le valutazioni molto interessanti presenti sul segmento delle mid e small cap lasciano intravedere per il futuro rendimenti molto positivi in questo segmento di mercato, cosa che tornerà ad avvantaggiare chi fa gestione attiva”.

Un’altra tendenza è la maggiore consapevolezza dei clienti sui costi per i servizi, spesso standardizzati, che “apre uno spazio per gli operatori di nicchia come noi, in grado di fornire un servizio personalizzato, e questo emerge anche dalle richieste in ambito family office aumentate notevolmente negli ultimi anni”. Un altro grosso cambiamento, infine, è legato anche a una maggiore concentrazione industriale: “Sono aumentati gli eventi di liquidità, e ci sono diverse famiglie passate dalla gestione di un’impresa a quella del patrimonio finanziario”. In Finlabo, conclude, “abbiamo sviluppato un network di banche che ci propongono operazioni in ambito clubdeal e stiamo intercettando queste tendenze positive dell’industria”.  

Tratto dalla Rivista FundsPeople n. 90

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