Facile escursione con le ciaspole nella Valle della Rienza, con vista sulle Tre Cime di Lavaredo
Dal Lago di Landro parte la silenziosa vallata che si incunea tra le montagne in direzione delle Tre Cime. Una comoda strada innevata consente di scoprirla anche ai meno allenati L'articolo Facile escursione con le ciaspole nella Valle della Rienza, con vista sulle Tre Cime di Lavaredo proviene da Montagna.TV.
C’è uno scorcio, famoso fin dall’800, prima ritratto in stampe d’epoca, poi illustrato in cartoline e fotografie, oggi catturato da milioni di clic dei turisti in transito, che proprio per godere di quello scorcio fanno una sosta. Stiamo parlando della visione, tanto improvvisa quanto incantevole, che si apre sulle Tre Cime di Lavaredo transitando a Landro, per non più di un paio di centinaia di metri, lungo la strada di Alemagna tra Cortina d’Ampezzo e Dobbiaco.
Qui vi proponiamo di non accontentarvi di quella visione e di risalire a piedi o/e con le ciaspole, per vederle ancor più da vicino le Tre Cime, addentrandovi nella Valle della Rienza, una valle secondaria, selvaggia e incassata, in un paesaggio invernale a tratti severo, ma proprio per questo in un’autentica ambientazione alpina.Calamitati proprio dalle Tre Cime di Lavaredo, che si impongono alla sua testata come un faro dalle placche gialle delle strapiombanti pareti nord, e dallo spigolo tagliente della Cima Ovest. Lo sguardo sarà rivolto sempre all’insù, in un itinerario in cui le Tre Cime (ma la Piccola resta nascosta) giocano a fare l’occhiolino mano a mano che si avanza: all’inizio in bella vista, poi nascondendosi e quindi riapparendo splendide quando la valle si allarga.
Diciamo subito che qui vogliamo proporvi un’escursione facile, per tutti, con un dislivello limitato e tempi di percorrenza contenuti. Quindi non percorreremo fino in fondo Valle della Rienza, ma porremo la nostra meta dopo circa 45 minuti di cammino (ma molto dipende dalle condizioni della neve) lungo il sentiero indicato con il segnavia n. 102 che conduce al Rifugio Locatelli (Dreizinnenhütte). Andando oltre le pendenze, i tempi e le difficoltà si accentuano, ed esigono un buon allenamento e l’esperienza necessaria nel muoversi con sicurezza in un ambiente invernale.
Il fiume Rienza dà il nome alla valle (che però nella sua parte superiore assume la denominazione di Val Rimbon) è lungo una novantina di chilometri, attraversa la Val Pusteria e a Bressanone affluisce nell’Isarco che a sua volta confluisce nell’Adige. Le sue sorgenti affiorano al Pian da Rin, proprio sotto le Tre Cime. Il primo tratto torrentizio, quello che alimenta il lago di Landro prende il nome di Rienza Nera (Schwarze Rienz).
L’itinerario
Partenza: Dobbiaco (BZ), località Landro
Dislivello : +253 m
Tempo di percorrenza: (1.5 ore a/r)
Difficoltà: E
Si parte dal parcheggio (a pagamento) posto a lato della strada statale 51 di Alemagna, nel punto in cui si osservano le Tre Cime, poco dopo il lago di Landro per chi è diretto verso Dobbiaco. Si cammina lungo una carrareccia, abitualmente su neve battuta, nel bosco rado di pino silvestre, abeti e betulle, attraversando la pista da fondo fino a giungere ad una strettoia compresa tra le ripide pendici meridionali del Monte Rudo (Rautkofel), a sinistra, e del Monte Piana a destra. Qui la pendenza si fa lievemente più accentuata, il bosco più fitto e ombroso, con le Tre Cime che scompaiono alla vista. Le condizioni della neve da qui in avanti determinano l’uso o meno delle ciaspole,ma spesso si può continuare a farne a meno. Si procede lungo tutto l’itinerario sulla destra ortografica della Rienza Nera. Dopo un breve strappo la valle diventa più ampia e riappaiono le Tre Cime.
Si passa davanti alla Capanna Rienza (Rienzhüttl), una casetta privata fatta in legno appartenente ai cacciatori (1537 m), rimessa recentemente a nuovo, baciata dal sole nelle ore centrali della giornata i cui raggi si fanno largo nel varco lasciato libero della Val di Rinbianco, che converge da destra nella Valle di Rimbom, compresa tra il Monte Piana e lo Scoglio di San Marco. Quest’ultima è un’altura rocciosa (2005 m) sempre difronte per chi sale, che presenta una forma piramidale.
Oltrepassato l’incrocio con il sentiero n.103 diretto a Malga Rinbianco, si può proseguire ancora un po’ lungo la carrareccia n. 102 fino a un’altitudine di circa 1650 metri. A questo punto i meno allenati ed esperti è bene che si fermino perché il restante tratto del sentiero per raggiungere il Rifugio Locatelli (altri 750 metri di dislivello e più di due ore da qui) non è alla portata di tutti. Ma già questa metà intermedia consente di apprezzareil silenzio e la natura selvaggia di un settore nascosto del Parco Naturale delle Dolomiti di Sesto.
Il ritorno avviene sullo stesso sentiero di quello dell’andata.
Resta sempre valida anche per il facile tratto che qui proponiamo, l’indicazione, di verificare le condizioni atmosferiche e il bollettino delle valanghe, rivolgendosi anche a persone esperte del luogo, prima di intraprendere l’itinerario. Vista larelativa brevità dell’escursione (1 ora e mezza andata e ritorno) sono consigliate le ore centrali in giornate non tropo fredde.
Lo Scoglio di San Marco, l’antico confine tra la Serenissima e il Tirolo
Tutta la zona venne interessata da scontri molto cruenti tra l’esercito italiano e quello austro-ungarico durante la Grande Guerra, ma qui vogliamo porre l’attenzione su un altro aspetto storico. Infatti, lo Scoglio di San Marco prende questo nome per essere stato il punto più settentrionale della Repubblica di Venezia. Due formelle scolpite incastonate in un roccione alto una ventina di metri, spezzato in due dall’alto in basso e per questo chiamato Sasso Gemello, una che rappresenta lo scudo araldico degli Asburgo e l’altra il leone della Serenissima, testimoniano l’antico confine tra i due stati. Vennero poste nel 1753 quando finalmente dopo le infinite secolari contese per i confini, le minacce, i pestaggi, le baite bruciate, le invasioni dei pascoli, gli alberi tagliati abusivamente, si raggiunse un accordo sui confini a Rovereto tra l’illuminata imperatrice d’Austria Maria Teresa e il doge Francesco Loredan. Quello stesso punto dal 1866 al 1918 segnò il limite più a nord del Regno d’Italia e ancora oggi è sul confine tra il Veneto e la Provincia autonoma di Bolzano.
Come arrivare
Da Dobbiaco seguire le indicazioni per Cortina d’Ampezzo. Dopo circa 12 km, si trovano il Lago di Landro e i parcheggi. Chi arriva da Cortina d’Ampezzo deve percorrere la SS 51 di Alemagna in direzione Dobbiaco per circa 20 km.
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