Tesla corre meno delle attese. Ora punterà sull’auto economica?
La crisi dell'auto elettrica alla fine ha tamponato anche Tesla. Il costruttore texano punta ora tutto sul robotaxi Cybercab e su una elettrica più conveniente, ma dovrà fare i conti con le politiche poco green di Trump ed eventuali dazi sulle auto cinesi
La crisi dell’auto elettrica alla fine ha tamponato anche Tesla. Il costruttore texano punta ora tutto sul robotaxi Cybercab e su una elettrica più conveniente, ma dovrà fare i conti con le politiche poco green di Trump ed eventuali dazi sulle auto cinesi
Se le auto elettriche non vendono, per forza di cose anche Tesla rallenta. Anche se la nuova occupazione istituzionale di Elon Musk tranquillizza al momento gli investitori.
IL 2024 DI TESLA
Nei 12 mesi appena passato Tesla ha piazzato 1.808.581 vetture, l’1,07% in meno rispetto al 2023. Una percentuale apparentemente contenuta che però ha determinato una flessione dei ricavi del 6% a 77,07 miliardi di dollari.
Servizi (+27% a 10,5 miliardi) e business energetico (+67% a 10,01 miliardi) hanno comunque permesso al fatturato di salire dell’1% a 97,7 miliardi. Ma non sfugge il netto incremento dei costi operativi, saliti del 18% con l’utile operativo sceso del 20% a 7 miliardi, per un margine in contrazione dal 9,2% al 7,2%.
Le difficoltà si notano nel crollo dei profitti (-23% a 8,4 miliardi) e dei flussi di cassa, peggiorati del 18% a 3,6 miliardi che però tengono conto di un atteggiamento virtuoso: la crescita degli investimenti del 27% a 11,34 miliardi.
Ma ad accendere la proverbiale spia del cruscotto potrebbe essere il focus sul quarto trimestre: il fatturato è salito del 2% a 25,7 miliardi, ma la componente automobilistica è scesa dell’8% a 19,8 miliardi. L’utile operativo ha avuto una flessione del 23% a 1,6 miliardi, per un margine in discesa dal 10,8% al 6,2%. Si salva l’utile netto, con un 3% a 1,57 miliardi.
TESLA SFODERA LA MACCHINA A PREZZO RIDOTTO
Una situazione che pare aver convinto l’azienda di Musk a concentrarsi seriamente su una Tesla entry level. Se ne parla da anni e la progettazione pare aver vissuto alterne fortune: in alcuni momenti lo stesso amministratore delegato aveva ammesso gli sforzi per presentare al mercato una vettura a prezzo budget mentre in altri aveva rifiutato con forza anche solo l’idea.
Ora è il direttore del marchio, Vaibhav Taneja, a parlare di un’auto elettrica che si posizioni nei listini al di sotto del resto dell’attuale offerta Tesla e quindi, anche se non si è parlato di cifre, ipoteticamente al di sotto dei 40 mila euro necessari per avere chiavi in mano la Model 3.
LE INCOGNITE UE E TRUMP
Tesla punta anche sulla quattroruote che si guida da sola Cybercab: non è stato ufficializzato nulla in merito ma ci si aspetta che Donald Trump rimuova le restrizioni legislative sulla guida autonoma così da rendere più conveniente la produzione. Trump però potrebbe riservare anche sorprese negative dal momento che il nuovo inquilino della Casa Bianca non ama le auto alla spina e men che meno quelle made in China. E Tesla ha il suo stabilimento principale a Shanghai. L’avvento del tycoon ha già bloccato le ambizioni messicane del marchio che puntava a servire i mercati Usa e Canada con una gigafactory oltre il confine Sud degli States.
Da questa parte dell’oceano, anche la Ue potrebbe riservare sorprese: non solo per via dei dazi – contro cui Tesla farà ricorso – ma anche per via di eventuali cambiamenti nelle politiche green della Commissione, che al momento però sono dati per improbabili. Nel caso però in cui Bruxelles operasse una decisa sterzata, ascoltando le istanze degli industriali di casa propria, l’azienda americana potrebbe subire una contrazione dei profitti derivanti dallo smercio dei crediti ambientali che al momento rappresentano per la Casa texana non solo una entrata fissa, ma anche in costante aumento.