Superbonus: impresa responsabile del mancato incremento di valore

Ok al risarcimento per mancata esecuzione dei lavori con Superbonus per un importo pari alla perdita di valore dell'immobile stabilito da perizia tecnica.

Feb 6, 2025 - 10:40
 0
Superbonus: impresa responsabile del mancato incremento di valore

L’impresa che ha fatto perdere a un contribuente l’agevolazione Superbonus per non aver eseguito i lavori deve pagare un risarcimento, anche se l’inadempienza è attribuibile a un subappaltatore.

Il danno non si determina in base al valore del mancato intervento edilizio ma è rappresentato dal mancato incremento di valore dell’immobile. Lo stabilisce una sentenza del Tribunale di Milano, 356/2025.

Superbonus: ditta appaltatrice responsabile in solido

Il caso riguardava una ristrutturazione agevolata con Superbonus con lavori pagati con lo sconto in fattura. L’impresa incaricata, però, aveva fatto perdere la fruizione del 110% non avendo completato il primo SAL (Stato di Avanzamento Lavori) del 30% dei lavori, entro i termini di legge. Il proprietario dell’immobile presentava dunque ricorso, chiedendo lo scioglimento del contratto d’appalto e un risarcimento pari al valore della commessa.

Il Tribunale ha accolto il ricorso, ritenendo l’impresa responsabile in solido della mancata esecuzione dei lavori, anche se i ritardi accumulati erano da attribuire alla ditta subappaltatrice o ai tecnici incaricati di vigilare sull’esecuzione dei lavori. Questo, in base alla responsabilità solidale sancita dall’Articolo 2055 del Codice Civile.

Quantificazione del danno e del risarcimento

Ritenuto legittimo lo scioglimento del contratto sull’esecuzione dei lavori con Superbonus, e di conseguenza anche il diritto al risarcimento, il Tribunale non accoglieva però la richiesta di un importo pari al valore della commessa.

Nel caso in oggetto, il danno non è stato infatti equiparato alle mancate opere realizzate ma in una somma differente.

Il criterio di valutazione del danno, secondo i giudici, non può basarsi sul valore della commessa, che nel caso specifico superava l’incremento di valore dell’immobile determinato dalle opere previste. I magistrati hanno stabilito invece che il risarcimento deve essere pari al mancato incremento di valore dell’immobile, misurato da una perizia tecnica.