Manjū, il dolce giapponese con fagioli azuki
Se volete sentirvi un po' più nipponici, ecco che in Giappone un dolce tipico sono i manjū, mochi a base di fagioli azuki. In realtà ne esistono tantissime versioni e varianti, il che vuol dire che anche le ricette cambiano a seconda degli ingredienti utilizzati. E potete personalizzarli come preferite
Fra le ricette tipiche giapponesi, non poteva mancare quella dei manjū. Si tratta di dolcetti tradizionali nipponici con crema di fagioli azuki (sì, in Giappone molti dolci sono a base di fagioli azuki) e che hanno molto in comune con i mochi cinesi (o mantou). Ma dove sono nati? E come possiamo prepararli?
Manjū: storia e origini
Con il termine di manjū si intende un dolce tradizionale giapponese. Ne esistono tantissime varianti, ma la maggior parte tende ad avere un esterno di farina, riso e grano saraceno, mentre il ripieno solitamente prevede di usare l’anko, cioè una farcia a base di fagioli azuki lessi e zucchero.
Tecnicamente parlando i manjū sono la versione giapponese dei mochi, chiamati in Cina anche mantou. Solo che, arrivando in Giappone, vennero chiamati manjū. La leggenda narra che nel lontano 1341 un giapponese andò in Cina e qui conobbe i mantou. Tornato poi in Giappone, decise di portarli con sé e iniziò a venderli chiamandoli nara – manjū.
Da lì divennero uno dei dolci tradizionali. E il fatto che siano molto economici, personalizzabili e che ne esistano così tante varianti, ne fatto un piatto amatissimo in Giappone.
Ricetta dei manjū
Esistono tantissime ricette dei manjū. Fra ricette tramandate di generazione in generazione, ricette di cuochi e chef professionisti, ne troverete di tutti i tipi. Anche perché, a volte, con la parola manjū ci si riferisce a piccoli panini farciti, spesso con marmellata di fagioli azuki. Ma ne esistono anche versioni salate, farcite magari con verdure o carne.
Varia poi anche la cottura: li potete bollire o cuocere sulla piastra, ma nulla vi vieta di preparare la versione più calorica friggendoli. Come detto prima, l’esterno solitamente è fatto con farina, riso e grano saraceno, ma ne esiste anche una variante che usa riso glutinoso.
Ingredienti dei manjū
Questi sono gli ingredienti dei manjū:
- anko: 130 grammi
- farina: 65 grammi
- sciroppo di zucchero di canna: 35 grammi
- bicarbonato: 1 cucchiaino
- olio di semi: 1 cucchiaino (sarebbe meglio usare l’olio di sesamo, ma se non lo trovate, usate un altro tipo di olio di semi)
- acqua: 1 cuchiaino
Preparazione
Iniziate sciogliendo il bicarbonato di sodio nell’acqua tiepida. In una ciotola unite la farina setacciata insieme col miele e il bicarbonato di sodio. Mescolate per bene. Poi aggiungete l’olio di semi e continuate a impastare.
Infarinate poi il tavolo di lavoro e lavorateci sopra l’impasto. Poi suddividetelo in palline, dovrebbero venirvene almeno una decina. Poi suddividete la pasta di fagioli azuki, creando delle palline da 15 grammi.
Prendete una pallina di impasto, schiacciandole a mano e poi col mattarello. Poi mettete al centro una pallina di anko e chiudete la sfera. Mettendo della carta da cucina sotto ogni pallina, cuocetele al vapore nel wok. Fate cuocere per una decina di minuti.
Togliete dal fuoco e fate raffreddare. Intanto mettete l’olio in una pentola alta e fatelo scaldare fino a 170°C. Mettete poi i dolcetti a friggere, fino a farli dorare.
La ricetta dell’anko
Nel caso non abbiate trovato l’anko, ecco che seguendo questa ricetta potrete preparare in casa la confettura a base di fagioli azuki. Questi gli ingredienti:
- fagioli azuki: 300 grammi
- zucchero di canna: 150 grammi (sostituibile con zucchero normale, di cocco o miele)
- acqua: 250 grammi
- spezie: a piacere, ma non necessarie
Iniziate lasciando i fagioli in ammollo in acqua per una notte. Trascorso questo lasso di tempo, buttate via l’acqua (potete anche usarla per innaffiare le piante se non volete sprecarla) e fateli lessare per due ore. Ricordatevi di aggiungere acqua se serve.
Poi scolateli e prendente 400 grammi circa. Prendete un’altra pentola e versateci dell’acqua. Aggiungete lo zucchero e fate sciogliere a fuoco lento. Unite i fagioli lessi e fate cuocere per dieci minuti. Frullate il tutto e cercate di ottenere una crema omogenea.
Potete conservare la confettura in vasetti sterilizzati a chiusura ermetica.
Considerate però che esiste l’anko fatto con i fagioli interi (tsubuan) e con quelli frullati (koshiban). Da non confondere, poi, l’anko con il mamean, confettura a base di fagioli mungo verdi e lo shiroan, confettura di fagioli cannellini.
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