L’Anno del Serpente: quale futuro per l’economia cinese?
La Cina è entrata nell’anno del serpente di legno sparando fuochi d’artificio che hanno fatto sussultare l’economia mondiale. L’exploit della piccola startup di intelligenza artificiale DeepSeek – che con un modello di intelligenza artificiale a basso costo ha messo in dubbio la supremazia tecnologica della Silicon Valley – è l’auspicio perfetto dopo un anno nel […] L' articolo L’Anno del Serpente: quale futuro per l’economia cinese? è tratto da MoneyFarm
La Cina è entrata nell’anno del serpente di legno sparando fuochi d’artificio che hanno fatto sussultare l’economia mondiale. L’exploit della piccola startup di intelligenza artificiale DeepSeek – che con un modello di intelligenza artificiale a basso costo ha messo in dubbio la supremazia tecnologica della Silicon Valley – è l’auspicio perfetto dopo un anno nel quale l’economia cinese ha fatto parlare di sé soprattutto per i suoi problemi.
Dopo aver chiesto a DeepSeek, apprendiamo che le caratteristiche di coloro che sono nati sotto il segno del serpente sono il pensiero forte, la saggezza e la capacità di analizzare la situazione e agire con efficacia. Non è un caso, o forse sarebbe il caso di dire che proprio di un caso si tratta, che sotto questo segno siano nati i due leader più importanti della storia della Repubblica Popolare Cinese, Mao Zedong e Xi Jinping.
Entrando nel nuovo anno, l’attuale presidente avrà bisogno di intelligenza e leadership per sviare gli ostacoli e presentare al mondo l’immagine di un’economia matura, in grado di giocare la sua parte nella crescita globale. Nonostante sia in grado di produrre tecnologie avanzate, il sistema cinese è ancora alle prese con problemi strutturali e crescenti tensioni sociali, mentre si avvicina il momento della verità per quanto riguarda il confronto commerciale con gli Stati Uniti.
La crescita regge?
Per quanto riguarda la crescita, nel suo discorso di inizio anno il Presidente Xi ha sbandierato ottimismo, sostenendo che il peggio è alle spalle e l’economia si trova in una fase espansiva. A favore di questa narrativa giocano i dati positivi sul PIL, con un’espansione del 5% nel 2024 in linea con i target politici e oltre le aspettative.
Sotto l’ombra di questo dato, si nasconde però un quadro più complesso. Il rimbalzo del mese di dicembre, che ha permesso al PIL di raggiungere il target, è dovuto principalmente alla crescita delle esportazioni, trainata in parte dalle aziende che cercano di disfarsi delle scorte prima dell’arrivo dei dazi. Le vendite verso l’estero spiegano il 70% della crescita nel 2024, non una buona posizione per un paese che potrebbe presto vedere ridotto l’accesso al proprio mercato delle esportazioni principale.
Per quanto riguarda la domanda interna, i settori che hanno performato meglio sono quelli che hanno beneficiato dei sussidi governativi. Se queste misure sono servite a sostenere l’economia nel breve, ancora non vi è prova che abbiano generato benefici duraturi. Al contrario, alcuni indicatori chiave sembrano segnalare che la dinamica recessiva sia ancora in atto. Nonostante i miliardi di yuan pompati nel sistema, la crescita dei prezzi al consumo ha continuato a rallentare a novembre e dicembre, segnalando uno scenario di sfiducia e una domanda debole. Anche la produzione industriale e i profitti aziendali sono in rallentamento, dopo i timidi segnali positivi di inizio 2024.
In questo contesto, l’urgenza con la quale si susseguono annunci riguardo iniziative di politica economica fa trapelare una certa preoccupazione da parte del governo. Essa stona con la narrazione di un’economia in una traiettoria di crescita, tanto che alcuni – come spesso accade quando si parla di Cina – hanno addirittura contestato la veridicità dei dati sul Pil. A dicembre, lo stesso XI ha riconosciuto le difficoltà e ha chiesto agli apparati di preparare un 2025 all’insegna di misure straordinarie, in continuità con le politiche espansive del 2024.
L’agenda politica per supportare l’economia
Le linee guida del piano sono state definite dalla Conferenza Centrale sul Lavoro Economico. Il comitato ha riconosciuto la debolezza della domanda interna e le incertezze esterne, pur senza citare esplicitamente il possibile aumento dei dazi Usa. Per stabilizzare la crescita bisognerà sostenere la domanda con politiche proattive per rilanciare i consumi delle famiglie e gli investimenti. Le politiche per incentivare la domanda sono mirate a supportare filiere specifiche, cercando di far ripartire l’economia.
Si prevede l’aumento dell’emissione di titoli di Stato speciali per supportare le aziende nel rinnovo dei macchinari. I sussidi supporteranno l’acquisto di attrezzature di fascia alta, intelligenti e “green”. Sarà inoltre supportato il rinnovamento delle flotte di navi, camion e macchine agricole, nonché saranno aumentati i sussidi per la sostituzione delle batterie degli autobus urbani elettrici.
Nel 2025 si intensificheranno anche i supporti ai consumi attraverso le politiche di trade in, che offrono incentivi ai consumatori per sostituire beni vecchi con prodotti nuovi. Nel 2024, tali politiche si sono quasi esclusivamente concentrate sugli elettrodomestici e sulle automobili, risultando in benefici tangibili per queste filiere produttive. La politica sarà estesa anche ad altre categorie di prodotto tra cui i dispositivi elettronici e prodotti per la ristrutturazione e l’arredamento della casa.
Come prevedibile, la Conferenza si è impegnata ad adottare una politica monetaria “moderatamente espansiva”, marcando un cambiamento rispetto all’approccio “prudente” che la ha mantenuto dal 2011. Il nuovo orientamento è lo stesso degli anni 2008-2010, quando la Cina allentò la politica monetaria in modo aggressivo per rilanciare l’economia dopo la crisi finanziaria globale.
Per avere un’idea chiara delle risorse che il governo metterà in campo per finanziare spese e sussidi, bisognerà aspettare il Congresso Nazionale del Popolo di marzo, nel quale verranno svelati i target fiscali per il nuovo anno. Secondo le anticipazioni di Reuters, potrebbe essere annunciato l’aumento del disavanzo di bilancio dal 3% al 4% del Pil, una capacità di spesa pubblica extra di circa 1,3 trilioni di yuan, che potrebbe arrivare a 2 trilioni se si considerano le emissioni di BOT fuori bilancio (circa 264 miliardi di euro).
Il rischio di una contesa commerciale
Questa riserva allargherebbe le spalle del Dragone in vista di una contesa commerciale con gli Stati Uniti, tema oggi in cima alla lista delle preoccupazioni di XI. Trump ha minacciato l’imposizione di un dazio del 60% sulle importazioni dalla Cina, oltre a un incremento del 10% se la Cina non riuscirà a frenare l’export di fentanyl, un oppioide sintetico che uccide decine di migliaia di americani ogni anno. Più di recente ha ventilato la possibilità che questa seconda tariffa sulle importazioni possa essere già implementata a partire da febbraio. Solo l’annuncio è bastato a far crollare la borsa di Shanghai e a indebolire lo yuan. La minaccia è stata però alternata a messaggi più accomodanti in cui il neo presidente Usa ha lasciato la porta aperta al dialogo, esprimendo anche il desiderio di visitare XI nel corso del 2025.
I segnali ondivaghi che arrivano da Washington sono stati raccolti con ottimismo da parte degli ufficiali del governo cinese, ma le aziende si preparano al peggio, muovendo le scorte di prodotti nelle proprie filiali internazionali per aggirare future tariffe.
Gli economisti di Goldman Sachs hanno stimato che una tassa sulle esportazioni verso gli Stati Uniti potrebbe costare 0,7 punti di Pil. L’effetto collaterale sarebbe anche un indebolimento della valuta e un ulteriore aggravamento della spirale deflazionistica.
La sfida intorno all’AI
A complicare le relazioni è arrivato il rilascio di DeepSeek. Lo sviluppo di questo modello di intelligenza artificiale low cost è stato indirettamente favorito dai limiti alle esportazioni dei processori di ultima generazione. Non potendo contare sui costosi macchinari utilizzati da Google, Meta e OpenAI, i ricercatori di DeepSeek hanno sviluppato un modello più efficiente, che ha messo in dubbio la sostenibilità dei modelli di sviluppo AI dei big della Silicon Valley.
La vicenda dimostra quanto sia difficile tenere sotto controllo il commercio globale e rischia di far precipitare più velocemente le relazioni tra Stati Uniti e Cina, proiettando le due potenze in una gara tecnologica. Nelle ultime ore sono cominciate a trapelare notizie che accusano DeepSeek di essersi impossessata dei modelli di OpenAI per sviluppare la propria tecnologia. Se questa linea di pensiero dovesse solidificarsi nell’amministrazione Usa, il confronto commerciale tra le superpotenze potrebbe accelerare.
Crescente tensioni sociali
In questo quadro complesso, sotto la pelle del Dragone l’inquietudine sociale cresce e si esprime attraverso atti di violenza che sono indicatori febbricitanti di un disagio più diffuso.
Il 2024 è stato l’anno record per quelle che in Cina sono chiamate “vendette contro la società”. Si tratta di aggressioni indiscriminate contro persone innocenti, che possono anche sfociare in vere e proprie stragi. Coloro che mettono in atto questi atti sono mossi dal desiderio di vendicarsi verso la collettività per situazioni ritenute ingiuste: dallo studente che dopo aver fallito un esame accoltella a morte 8 persone in una scuola, all’uomo che investe 35 persone in seguito al divorzio.
Tali incidenti non sono un’esclusiva della Cina, ma il partito è chiaramente preoccupato per il dilagare di questi fenomeni, come dimostra anche il tentativo di censurare le informazioni su quelli che effettivamente potrebbero essere caratterizzati come dei casi di cronaca nera. XI è intervenuto direttamente sul tema, chiedendo ai governi locali misure straordinarie per impedire che questo tipo di eventi continui a proliferare, incrementando il controllo su istituzioni sociali e luoghi di lavoro.
Ma il giro di vite non si limita a contrastare gli atti di violenza. Nell’ultimo anno si sono susseguite le rimozioni di alti funzionari dello Stato e dell’esercito anche ai massimi livelli. Dietro le epurazioni, giustificate dal tentativo di combattere la corruzione, potrebbe celarsi un tentativo da parte del governo di solidificare il potere all’interno delle forze armate.
Di fronte a queste sfide interne ed esterne, il 2025 sarà un anno decisivo per la Cina. L’ultima volta che questo segno lunare ha dominato il calendario era 1965, anno nel quale si cominciarono a sedimentare le radici della Rivoluzione Culturale che avrebbe sconvolto la mappa del potere e la storia cinese per i decenni avvenire. In un contesto totalmente diverso, il futuro della Cina si gioca ancora sulla capacità di innovare il sistema nella continuità.
Siamo convinti che, nonostante le difficoltà, il Paese abbia tutte le risorse per riscrivere ancora il proprio futuro, continuando a solidificare il proprio ruolo di guida dell’economia globale.
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