Giornata Mondiale della Neve: tra fragile equilibrio e buone pratiche

È l'occasione per riflettere sul fragile equilibrio degli ecosistemi montani e sull'impatto che i cambiamenti climatici stanno avendo sulle montagne.

Jan 19, 2025 - 08:46
Giornata Mondiale della Neve: tra fragile equilibrio e buone pratiche

La Giornata Mondiale della Neve, celebrata ogni terza domenica di gennaio (quest’anno il 19), è l’occasione per riflettere sul fragile equilibrio degli ecosistemi montani e sull’impatto che i cambiamenti climatici stanno avendo sulle montagne. L’allarme è lanciato da Legambiente, che invita a una presa di coscienza collettiva. La neve, simbolo di bellezza e di un’economia turistica fondamentale per molte aree, è oggi messa a dura prova dal riscaldamento globale.

La crisi della neve: dati preoccupanti sulle Alpi italiane

Secondo le analisi scientifiche più recenti, tra cui uno studio del 2024 dell’Università di Trento e dell’Eurac Research di Bolzano, la quantità di neve sulle Alpi italiane è calata del 50% negli ultimi cento anni. Il manto nevoso dura in media un mese in meno rispetto al passato, complice un aumento delle temperature di circa 2°C. Si tratta di un fenomeno che colpisce soprattutto le Alpi sudoccidentali e che sta modificando in maniera significativa gli ecosistemi montani e gli equilibri idrici.

Un segnale emblematico del cambiamento in atto è il ginepro comune, arbusto che cresce sopra i 2000 metri e il cui sviluppo è legato a doppio filo alla durata del manto nevoso. Più la neve si scioglie velocemente, più il ginepro cresce, a dimostrazione di un progressivo riscaldamento delle alte quote.

Fiumi in sofferenza e squilibri idrici

Le ripercussioni della scarsità di neve non si limitano alle montagne. I grandi fiumi italiani, come il Po e l’Adige, registrano deficit idrici preoccupanti: al 10 gennaio 2025, il livello di neve che li alimenta è sceso del 61%.

Sugli Appennini, la situazione è altrettanto critica, con nevicate abbondanti ma una fusione troppo rapida che provoca squilibri nei flussi idrici, come evidenziato dal drastico calo del Tevere, passato da un deficit del 24% a dicembre a un preoccupante -88% a gennaio.

Le priorità di intervento secondo Legambiente

Legambiente indica tre priorità su cui agire:

  1. Implementare politiche di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, sia a livello nazionale che locale;
  2. Promuovere un confronto tra le comunità alpine e appenniniche per affrontare con consapevolezza la riduzione delle nevicate;
  3. Incentivare un turismo invernale amico dell’ambiente che non si basi soltanto sull’innevamento artificiale. In Italia, infatti, il 90% delle piste da sci utilizza neve artificiale, un dato che sottolinea la necessità di ripensare l’offerta turistica in montagna.

Le buone pratiche per un turismo montano sostenibile

Ogni anno, il dossier Nevediversa raccoglie esempi virtuosi di gestione sostenibile delle aree montane. Ecco alcune delle iniziative più significative.

Valle Maira (Cuneo): un modello di turismo dolce

La valle piemontese ha saputo trasformare l’assenza di grandi impianti sciistici in un punto di forza, diventando un paradiso per gli amanti dello sci di fondo, dello sci alpinismo e delle ciaspole.

Il Consorzio Turistico Valle Maira, che coinvolge oltre 130 operatori, ha puntato sull’ecosostenibilità, vietando veicoli motorizzati sulle strade bianche e promuovendo un turismo rispettoso della natura.

Balme (Torino): innovazione e resilienza

Piccolo comune montano di 98 abitanti, ha abbandonato l’idea di emulare i grandi comprensori sciistici e si è concentrato su attività alternative come le ciaspolate, l’escursionismo e l’arrampicata su cascate ghiacciate.

Il progetto europeo “Beyondsnow” sta aiutando Balme a reinventarsi di fronte alla scarsità di neve e a dare prova che anche le micro-stazioni sciistiche possono adattarsi al cambiamento climatico.

Dolomiti Paganella Future Lab (Trento): pianificare il futuro insieme alla comunità

Si tratta di un progetto innovativo che coinvolge residenti e turisti nella creazione di un modello di sviluppo sostenibile per l’Altopiano della Paganella.

Tramite iniziative come il “Manuale delle buone pratiche” e il “Dolomiti Paganella Calculator”, sta nascendo una nuova narrativa turistica basata sulla qualità della vita e sulla tutela del territorio.

Saisera Wild Track e Sound Track (Udine): turismo slow e valorizzazione storica

Nel comune di Malborghetto-Valbruna, la neve è diventata il centro di un turismo invernale che combina sport, storia e tradizioni locali.

I percorsi dedicati agli escursionisti e agli scialpinisti si arricchiscono di cartelloni informativi e attività culturali, come l’Advent Pur, un evento natalizio che unisce musica, gastronomia e atmosfera magica.

Cooperativa Valle dei Cavalieri, Succiso (Reggio Emilia): rinascita di un borgo

La prima cooperativa di comunità al mondo, nata per contrastare lo spopolamento, ha trasformato il borgo frazione sparsa del comune italiano di Ventasso in una destinazione turistica eco-friendly.

Grazie a un agriturismo e a un ristorante gestiti collettivamente, Succiso è così diventato un esempio di come la collaborazione possa rivitalizzare le aree montane.

Calabria: Camminasila

Un viaggio tra le meraviglie della Sila diventa un’esperienza indimenticabile grazie a Camminasila, un’associazione che ha ridefinito il concetto di turismo sostenibile in questo angolo di Calabria.

Il progetto, nato con semplici passeggiate di trekking, si è evoluto abbracciando una filosofia che valorizza il territorio in ogni stagione. Durante l’estate e l’inverno, ma soprattutto nelle incantevoli stagioni di primavera e autunno, si possono vivere attività come escursioni con ciaspole, mountain bike, sci di fondo e canoa.

Sardegna: Oltre lo sci – Comprensorio Bruncu Spina

Il comprensorio del Bruncu Spina incanta con paesaggi da favola e una natura incontaminata, pur avendo lasciato alle spalle l’epoca degli impianti sciistici. Qui, il turismo si trasforma in una dimensione esperienziale: escursioni guidate tra boschi di lecci, roverelle e castagni svelano un volto della Sardegna poco conosciuto, quello dei suoi borghi di montagna come Fonni e Desulo.

Gli itinerari spaziano dalle ciaspolate al trekking, proposti in piccoli gruppi e sempre sotto la guida di esperti locali. Le bellezze archeologiche, come le Tombe dei Giganti di Madau e il complesso nuragico di Gremanu, arricchiscono l’offerta e rendono ogni escursione un viaggio nel tempo e nella natura.

Austria: Dobratsch, la stazione sciistica senza impianti

Sul monte Dobratsch in Carinzia, la chiusura degli impianti sciistici nel 2001 è diventata un’opportunità. Infatti, oggi è un vero e proprio eden per scialpinisti, ciaspolatori e famiglie, che raggiungono le vette a piedi e riscoprono il piacere di un turismo lento e autentico. Il paesaggio incontaminato e le attività alternative, come la pista di fondo e le discese in slitta, attraggono sempre più visitatori.

Un esempio di come anche un cambiamento radicale possa diventare un successo, come dimostra il Gipfelhaus, il moderno rifugio che accoglie gli escursionisti alla cima.

Svizzera: Monte Tamaro e Cardada/Cimetta

Nel Canton Ticino, il Monte Tamaro e la stazione di Cardada/Cimetta sono modelli di rinascita. Il Monte Tamaro, che ha abbandonato lo sci nel 2003, è diventato una meta fiorente grazie a un parco avventura, una slittovia e una tirolese, oltre a sentieri escursionistici e una stazione termale.

Anche Cardada/Cimetta ha rinunciato allo sci di discesa, puntando su attività come passeggiate con racchette, trekking e parapendio.

Tali scelte lungimiranti hanno premiato le stazioni, che ora accolgono turisti tutto l’anno e favoriscono il rilancio dell’intero territorio.