DeepSeek, il “distillato” Made in Cina di OpenAI
Nuove tensioni nel settore dell’intelligenza artificiale: OpenAI, l’azienda dietro ChatGPT, ha sollevato accuse contro DeepSeek, la società cinese emergente nel settore dell’AI che pochi giorni fa ha fatto tremare la Silicon Valley. Il sospetto è quello che l’azienda cinese abbia utilizzato impropriamente i modelli di apprendimento di OpenAI per sviluppare la propria tecnologia. Secondo quanto […] L'articolo DeepSeek, il “distillato” Made in Cina di OpenAI proviene da Economy Magazine.
Nuove tensioni nel settore dell’intelligenza artificiale: OpenAI, l’azienda dietro ChatGPT, ha sollevato accuse contro DeepSeek, la società cinese emergente nel settore dell’AI che pochi giorni fa ha fatto tremare la Silicon Valley.
Il sospetto è quello che l’azienda cinese abbia utilizzato impropriamente i modelli di apprendimento di OpenAI per sviluppare la propria tecnologia.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, anche Microsoft, uno dei principali investitori di OpenAI, sta conducendo verifiche per determinare se i dati della società siano stati impiegati senza autorizzazione.
La tecnica di “distillazione”
Le accuse sono state rafforzate dalle dichiarazioni di David Sacks, consulente della Casa Bianca per l’intelligenza artificiale, che ha parlato esplicitamente di un possibile furto di proprietà intellettuale. Intervenendo su Fox News, Sacks ha spiegato che DeepSeek potrebbe aver utilizzato una tecnica nota come “distillazione”, che permette a un modello AI di apprendere da un altro, assimilando la sua conoscenza senza accedere direttamente ai dati originali. “Ci sono prove sostanziali che DeepSeek abbia distillato la conoscenza dai modelli OpenAI, e non credo che OpenAI ne sia molto felice”, ha dichiarato, pur senza fornire elementi concreti a sostegno della sua affermazione.
Le preoccupazioni statunitensi
La questione ha attirato anche l’attenzione della Casa Bianca. Karoline Leavitt, portavoce dell’amministrazione statunitense, ha confermato che il Consiglio per la sicurezza nazionale sta valutando le possibili implicazioni del caso. “Ho parlato con loro questa mattina, stanno esaminando quali potrebbero essere le conseguenze per la sicurezza nazionale”, ha dichiarato Leavitt.
Le preoccupazioni si sono già tradotte in azioni concrete: secondo CNBC, la marina militare degli Stati Uniti ha inviato un’e-mail ai propri dipendenti, raccomandando di non utilizzare l’applicazione DeepSeek a causa di “potenziali problemi di sicurezza ed etici”.
DeepSeek scompare dagli store
Nel mentre DeepSeek non risulta più scaricabile negli store di Google ed Apple in Italia. Il sito risulta invece raggiungibile, anche se va rilento.
Da Google fanno sapere che vale solo per l’Italia. Il motivo è ignoto ma al momento la spiegazione più probabile è associata all’indagine aperta ieri dal Garante della privacy. L’azienda si sarebbe autosospesa, soltanto in Italia, come mossa difensiva nei confronti di possibili, importanti, sanzioni privacy.
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