Crollo nel cantiere di via Mariti, errori e pressioni dopo i ritardi: “Lo vogliamo entro Natale”

Messaggi e telefonate per completare il supermercato: le carte svelano il clima. “Un mese indietro sui tempi e elementi rispediti al mittente perché realizzati male”

Feb 7, 2025 - 05:13
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Crollo nel cantiere di via Mariti, errori e pressioni dopo i ritardi: “Lo vogliamo entro Natale”

Firenze, 7 febbraio 2025 – Entro Natale 2023 “l’edificio commerciale” di  via Mariti  doveva essere consegnato. Si legge nelle mail. Nei messaggi. Lo ripetevano durante le telefonate. Tre o quattro al giorno. Pressioni, sollecitazioni ad accelerare i tempi di progettazione e produzione. Perché tutto era partito con un mese di ritardo. L’intero blocco di prefabbricati era stato progettato a rilento, perché la stessa azienda incaricata “non aveva esperienza in lavori di questa portata”. Quindi è subentrata “l’urgenza”. La necessità di risparmiare. Tempo e denaro.

Gli stessi tecnici della Rdb Ita, l’azienda produttrice della trave che si è sbriciolata dando il via al disastro, più volte hanno lamentato una “frettaeccessiva, in quanto per elaborare in modo “adeguato” i vari elementi sarebbero serviti più giorni, settimane, forse mesi.

È quanto emerge dalle carte dell’inchiesta sulla tragedia di via Mariti dello scorso 16 febbraio. Quel giorno sono morti cinque operai che stavano lavorando sulla “cappa” dello scheletro di acciaio e calcestruzzo del supermercato Esselunga in costruzione: Luigi Coclite, 60 anni, Mohamed Toukabri, 54, Mohamed El Farhane, 24, Taoufik Haidar, 45, e Bouzekri Rahimi, 56.

Da mercoledì, invece, sono tre gli indagati: l’ingegnere Carlo Melchiorre, 59 anni, e Alfonso D’Eugenio, 79, il primo responsabile dell’ufficio calcolo e responsabile tecnico di produzione di Rdb Ita spa, il secondo legale rappresentante sempre della Rdb Ita spa. Il terzo finito nel mirino della procura è invece il direttore dei lavori strutturali all’interno del cantiere per conto della committente La Villata, l’ingegnere Marco Passaleva, fiorentino di 70 anni.

Nei loro confronti, i pm Alessandra Falcone e Francesco Sottosanti ipotizzano l’omicidio colposo dei cinque operai e le lesioni colpose a carico dei tre muratori rumeni scampati alla tragedia. L’accusa di crollo doloso è invece limitata ai due rappresentanti della Rdb Ita. Sotto sequestro (preventivo) quattro sedi della Rdb Ita a Alseno, Atri, Piacenza e Caserta e l’area di via Mariti. Un’ondata di perquisizioni ha invece travolto gli uffici delle aziende coinvolte, degli indagati e di coloro che orbitavano nell’universo Rdb Ita.

Progetti, produzione, montaggio e tempo. Sono le parole chiave del caso. Soprattutto l’ultima. Un tecnico e geometra della Rdb Ita, nelle carte, ha raccontato che il cantiere di via Mariti è partito con un mese di ritardo. Perché la fornitura dei pezzi e l’esecuzione delle opere erano slittate drasticamente.

E qui entra in gioco la produzione. Perché i prefabbricati, in alcuni casi, arrivati a Firenze venivano poi “rimandati” allo stabilimento di partenza perché viziati da “errori di produzione”, per l’appunto. Il cantiere Esselunga, ammette ancora il tecnico, era “molto complicato” e a suo parere “studiato male”, con alcuni elementi “poggiati in un senso” mentre altri “andavano in un’altra direzione”.

A chiedere più celerità nei lavori erano a corrente alternata i vari referenti della committenza che tuttavia erano “molto esigenti” – soprattutto Esselunga – sulla qualità dei prefabbricati. E le loro richieste erano dettate da un ritardo originale dell’intera opera, che rallentava “la catena di lavoro degli altri fornitori”.