L'Europa si conferma il baluardo degli investimenti sostenibili
I fondi ESG nel Vecchio continente sono cresciuti del 20% nel 2023, raggiungendo 2,2 trilioni di euro: rappresentano l’85% del patrimonio globale dei fondi sostenibili. L'articolo L'Europa si conferma il baluardo degli investimenti sostenibili proviene da FundsPeople Italia.
L'Europa si conferma il baluardo dei fondi ESG. Nonostante l'incertezza sulle prospettive di questi investimenti, accentuata dall'arrivo alla guida degli Stati Uniti di Trump da sempre critico nei confronti delle politiche ambientali (una delle prime mosse del nuovo Presidente è stato il ritiro degli USA dall'Accordo di Parigi sul clima), gli investitori del Vecchio Continente continuano a premiare i fondi green.
A metterlo in evidenza è la terza edizione dello studio “European Sustainable Investment Funds Study” realizzato da ALFI, l'Associazione dell'Industria dei Fondi del Lussemburgo in collaborazione con Morningstar e Tameo. L’Europa si conferma leader nella finanza sostenibile, rappresentando ora l’85% del patrimonio netto globale dei fondi sostenibili, per un totale di 2,2 trilioni di euro. Per contro, le regioni del Nord America e dell'Asia e del Pacifico detengono rispettivamente l'11% e il 3% del patrimonio netto sostenibile globale, che alla fine del 2023 ha raggiunto i 2,6 trilioni di euro. Il patrimonio globale ha registrato un incremento di 1,5 trilioni di euro dal 2019: ma dopo una crescita straordinaria nel 2020 (+42%) e nel 2021 (+88%), il ritmo si è notevolmente rallentato nel 2022 (+3%), riflettendo il generale rallentamento dell’industria della gestione patrimoniale. Tuttavia, nel 2023 si è registrata una ripresa, con un incremento del patrimonio netto del 19 per cento.
I fondi sostenibili crescono di più di quelli “convenzionali”
Focalizzandosi sul mercato europeo, nel 2023 il patrimonio dei fondi sostenibili è cresciuto del 20,2%, raggiungendo appunto quota 2,2 trilioni di euro, un volume pari al 19% del mercato complessivo dei fondi di investimento, rispetto al solo 6% nel 2019. Tuttavia, i flussi netti sono diminuiti a 77 miliardi di euro, con soli 4 miliardi di euro di afflussi nelle strategie attive, rispetto ai 73 miliardi di euro del 2022. Bisogna però sottolineare che i fondi convenzionali hanno registrato deflussi pari - 14 miliardi di euro, e il loro patrimonio è cresciuto solo del 16,9 per cento.
Calano i nuovi lanci, ma le strategie passive guadagnano terreno
In Europa nel 2023 sono stati lanciati 350 nuovi fondi sostenibili, in calo rispetto ai 616 del 2022 e ai 760 del 2021. Inoltre, la riclassificazione dei fondi è stata quasi neutrale: 251 fondi sono stati riclassificati come sostenibili, mentre 237 fondi sono tornati alla categoria dei fondi di investimento convenzionali. Nei fondi sostenibili europei domanda di strategie passive è continuata a crescere nel 2023, con la loro quota di mercato che è passata dal 21% del patrimonio netto nel 2021 al 29% entro la fine del 2023. Le strategie passive hanno registrato un tasso di crescita del 38,8%, superando di gran lunga il 14% di crescita delle strategie attive, una tendenza osservata anche nei fondi convenzionali. Infine, per la prima volta, i fondi sostenibili detengono una quota maggiore del mercato degli ETF rispetto ai fondi convenzionali: 15% contro 14 per cento.
Gli Art. 8 dominano il mercato, i fondi a impatto restano una nicchia
Il 58% dei fondi è classificato come Articolo 8 secondo il regolamento SFDR, mentre il 4% rientra nella categoria Articolo 9. Questi dati sono rimasti invariati rispetto al 2022. Nel frattempo, i fondi Articolo 6 rappresentano il 39% dei fondi sostenibili, in aumento dell’1% rispetto al 2022.
Nonostante un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 31% dal 2019, i fondi a impatto (quelli che hanno un obiettivo di sostenibilità al centro della loro strategia di investimento e puntano a generare benefici di lungo termine sia per la società che per l'ambiente), rappresentavano solo il 18% del patrimonio netto dei fondi di investimento sostenibili alla fine del 2023, in calo rispetto al 27% del 2021. Questo rallentamento riflette il calo della domanda per le strategie a impatto, sebbene i flussi netti abbiano seguito un andamento simile a quello dei fondi sostenibili, con un picco nel 2021, seguito da un declino negli anni successivi.
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