Turismo industriale e musei: cosa vedere a Prato tra storia e contemporaneità
Prato. Di ieri e di oggi. Quella dei cenci e della green fashion, dell’archeologia industriale e delle lavorazioni hi tech. “La nostra città”, spiega Filippo Guarini, direttore del Museo del Tessuto, “ha un rapporto millenario con la filiera del tessile, che si può dire sia parte del suo DNA ed è ciò che l’ha resa L'articolo Turismo industriale e musei: cosa vedere a Prato tra storia e contemporaneità sembra essere il primo su Dove Viaggi.
Prato. Di ieri e di oggi. Quella dei cenci e della green fashion, dell’archeologia industriale e delle lavorazioni hi tech. “La nostra città”, spiega Filippo Guarini, direttore del Museo del Tessuto, “ha un rapporto millenario con la filiera del tessile, che si può dire sia parte del suo DNA ed è ciò che l’ha resa nota in tutto il mondo. Abbiamo capito che i nostri distretti produttivi potevano diventare l’occasione per invogliare le persone a visitare la città e da questa intuizione, nel 2021, è nato TIPO”.
L’acronimo, che sta per Turismo Industriale Prato, è il nome del progetto che invita a scoprire il capoluogo partendo dalle sue fabbriche e ricostruendo storia e imprese dei cenciaioli pratesi, dal Medioevo agli eco-tessuti di oggi. In città, cuore di un distretto industriale che conta quasi 20 mila addetti e 2.500 imprese per la produzione e la trasformazione di fibre naturali, si sa da sempre come valorizzare le stoffe esauste – i cenci, appunto – rigenerandole e riutilizzandole per crearne di nuove. Esattamente come in una economia circolare ante litteram, riducendo al massimo sprechi e impatto ambientale.
Turismo Industriale a Prato, tra storia e contemporaneità
Il territorio, gli edifici, le tradizioni e la qualità della manifattura tessile diventano così un nuovo prodotto turistico da vivere in autonomia, grazie all’app TIPO, attraverso tour in luoghi iconici come il Cavalciotto di Santa Lucia, la Gualchiera di Coiano, il Teatro Fabbricone. In alternativa, nell’ultimo fine settimana di ogni mese si può prendere parte a visite guidate, esperienze in fabbrica e incontri con gli imprenditori, tra opifici recuperati e riconvertiti e stabilimenti in attività eccezionalmente aperti al pubblico Tutto per avvicinare gli ospiti alla storia e all’attualità delle manifatture e far conoscere da vicino i processi di rigenerazione e produzione di stoffe, le architetture industriali, i musei.
Si va, per esempio, a conoscere i volti del Macrolotto Zero: da vecchio cuore produttivo del tessile è diventato un quartiere multiculturale e creativo dove, a fianco di edifici di archeologia industriale, si trovano esempi di rinascita urbana come il centro polifunzionale PrismaLab. Si entra anche nel Lanificio Balli, negli spazi oversize del Fabbricone, sulle tracce delle architetture di Pierluigi Nervi e delle prime applicazioni in città delle coperture a shed.
Appena fuori Prato, a Vaiano, altra sosta negli spazi di Omega, azienda votata alla produzione sostenibile e all’economia circolare, che rigenera lane da eco-allevamenti e da tessuti pre e post consumo, con una serie di macchinari dalla tecnologia avanzatissima e a impatto zero. E, ancora, si scopre che Rifò recupera lana, cashmere e cotone jeans per creare capsule collection etiche e sostenibili.
La città, però, non è solo stoffe e orditi, c’è ancora molto da scoprire nell’antica capitale dei tessitori. C’è, ad esempio, una Prato golosa che si riconosce in alcune eccellenze alimentari, come i famosi cantuccini, i biscotti alle mandorle da gustare col Vin Santo. C’è poi la Bozza, il pane della tradizione contadina, ovviamente senza sale, che accompagna cibi saporiti come la Mortadella di Prato, Presidio Slow Food.
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I musei da vedere a Prato
Sospesa tra Medioevo e Terzo Millennio, Prato è tagliata su misura per un turismo lento, con musei e opere d’arte disseminate nel suo centro storico. “Si può cominciare la visita da Palazzo Pretorio”, consiglia Rita Iacopino, direttrice del Museo ospitato in questo edificio medievale, “ringiovanito dopo un appassionato restauro e diventato un contenitore magico di una pinacoteca da sindrome di Stendhal. Sculture, quadri, polittici dei grandi maestri – dai Lippi a Donatello, a Luca Signorelli – riempiono gli spazi là dove secoli fa si governava la città”.
Ci sono poi le chiese: Santa Maria delle Carceri, per esempio, modello perfetto di architettura rinascimentale uscito dalla matita di Giuliano da Sangallo e il Duomo, dove sulla facciata sboccia il pulpito di Donatello e all’interno si rincorrono gli affreschi di Filippo Lippi, Agnolo Gaddi, Paolo Uccello e le sculture di Benedetto da Maiano e Giovanni Pisano.
La Prato 2.0, invece, è un museo a cielo aperto di arte contemporanea: la città è disseminata di installazioni, sculture, creazioni moderne. Dalla Forma squadrata con taglio di Henry Moore alla Isla Negra di Giò Pomodoro dedicata a Pablo Neruda, fino al Mazzocchio di Ben Jakober e Yannick Vu appoggiato all’antica cinta di mura.
L’arte contemporanea è presente, in un ardito accostamento, anche nei monumenti più antichi. Ed ecco i lavori di Lipchitz, Pistoletto, Klein al terzo piano di Palazzo Pretorio o, nel Duomo, la Dormitio Virginis di Emilio Greco, la Porta della Luce di Giuseppe Spagnulo e l’Altare di Robert Morris.
Il santuario dei maestri del ‘900 e del 2000 è, però, il Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci, dove opere di Warhol e Sol LeWitt, tra gli altri, arricchiscono gli spazi avveniristici progettati da Italo Gamberini e reinventati dall’archistar Maurice Nio.
Ad andare nel passato pensa il Museo del Tessuto, ospitato negli spazi restaurati della ex Cimatoria Campolmi, monumento di archeologia industriale del XIX secolo, che racconta la lavorazione della stoffa con collezioni di tessuti, macchinari e strumenti usati nei secoli dagli artigiani pratesi. E dove è stata ricreata l’atmosfera del vecchio opificio: grazie a visori VR, si viaggia in realtà aumentata, per rivivere voci e rumori della fabbrica di un tempo.
Prato Card, biglietto unico a prezzo agevolato (20 €) consente la visita tutto l’anno ai principali musei.
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Come arrivare a Prato
In treno: Trenitalia (trenitalia.com) e Italo (italotreno.com) collegano le maggiori città italiane con Firenze. Da qui con un treno regionale si raggiunge Prato Centrale in meno di mezz’ora.
Dove dormire a Prato
Torre degli Ammannati
In questa casa-torre del ‘300, in pieno centro storico, sono stati ricavati piccoli appartamenti superattrezzati.
Indirizzo: via Pugliesi 9/11 Tel. 0574.61.10.87 Web: torredegliammannati.it Prezzi: doppia 90 €
Art Hotel Milano
A ridosso delle mura medievali e a pochi minuti dal Castello. La camera 508 si affaccia sul corso del Bisenzio e sullo sky line cittadino. Indirizzo: via Tiziano 15 Tel. 0574.23.371 Web: arthotel-milano.it Prezzi: doppia b&b 81 -144 €
Podere La Contessa
Ideale punto di partenza per un trekking sulla Via della Lana e della Seta, ma anche per shopping in fabbrica.
Indirizzo: via Bologna 539 Tel. 349.64.68.538 Web: poderelacontessa.it Prezzi: doppia b&b 118 €
Dove mangiare a Prato
Ristorante Baghino
Una carta che parla pratese stretto con una celebrazione delle specialità locali, tra cui il sedano ripieno.
Indirizzo: via dell’Accademia 9 Tel. 0574.27.920 Prezzo medio: 35 €
Osteria su Santa Trinita
Look ruspante e carta dal deciso accento toscano: mortadella di Prato, pici con pancetta e pecorino. Indirizzo: via de Neroni 4 Tel. 0574.60.58.99 Web: osteriasantatrinita.it Prezzo medio: 35 €
Bottega 325
Un casolare circondato da ulivi centenari e una cucina del territorio, con escursione nell’etnico e nell’innovativo: tagliatelle di cacao sul cinghiale, gnudi di cavolo nero.
Indirizzo: via Val di Bisenzio 159/3, Vaiano (Po) Tel. 0574.16.72.052 Web: bottega325.com Prezzo medio: 50 €
Cosa comprare a Prato
Biscottificio Mattei
Dall’800 è il decano dei produttori locali: i suoi biscotti di Prato alle mandorle (ma anche alla nocciola, al pistacchio, al cioccolato fondente) sono confezionati in un inconfondibile sacchetto Blu Mattei. Recentissima l’apertura di una bottega/museo a Firenze.
Indirizzo: via Ricasoli 20 Tel. 0574.25.756 Web: antoniomattei.it
Salumificio Mannori
Qui si produce la vera Mortadella di Prato, Presidio Slow Food, realizzata con tagli nobili e profumata di spezie e alchermes. Indirizzo: via di Vergaio 18/20 Tel. 0574.81.15.3 Web: salumificiomannori.it
Altre informazioni su Prato: pratoturismo.it
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