Sanremo 2025, Aragozzini attacca: “Amadeus si crede Gesù, Conti vedremo… Baudo unico fuoriclasse”
Come ogni anno in vista dell’inizio del Festival di Sanremo Adriano Aragozzini, impresario, produttore e storico direttore artistico del Festival di Sanremo dal 1989 al 1991 (nonché produttore esecutivo nel biennio 1992-1993), ha rilasciato un’intervista al decano dei giornalisti musicali, Mario Luzzatto Fegiz, su Il Corriere della Sera. Aragozzini non le manda a dire e […] L'articolo Sanremo 2025, Aragozzini attacca: “Amadeus si crede Gesù, Conti vedremo… Baudo unico fuoriclasse” proviene da All Music Italia.
Come ogni anno in vista dell’inizio del Festival di Sanremo Adriano Aragozzini, impresario, produttore e storico direttore artistico del Festival di Sanremo dal 1989 al 1991 (nonché produttore esecutivo nel biennio 1992-1993), ha rilasciato un’intervista al decano dei giornalisti musicali, Mario Luzzatto Fegiz, su Il Corriere della Sera. Aragozzini non le manda a dire e critica Amadeus e Carlo Conti elogiando Pippo Baudo.
Il festival di sanremo secondo Adriano Aragozzini
“Direi che il mio periodo a Sanremo è stato meraviglioso! Ho avuto rapporti stupendi con case discografiche, artisti e la Rai. Il problema è nato quando la direzione artistica è passata ai vari presentatori e, in alcuni casi, anche ai cantanti” afferma Aragozzini.
Secondo l’ex patron, il più grande di tutti è stato Pippo Baudo: “Oltre che presentatore, era attore, autore, musicista e ha realizzato degli ottimi Sanremo. Tutti gli altri, invece, non sono stati all’altezza del Festival”.
Le critiche ad Amadeus e Conti
Non mancano i riferimenti ai direttori artistici più recenti, in particolare Amadeus e Carlo Conti.
“Io ho avuto problemi con Amadeus perché ho scoperto di avere a che fare con uno che pensava di essere Gesù Cristo… Un anno non ha ammesso al Festival una canzone di Luis Bacalov, premio Oscar per la musica. Non ha capito che si trattava di un grande brano o forse ha scartato più me che la canzone”.
Con l’attuale direttore artisti, Carlo Conti, invece il rapporto è diverso:
“Lui è un signore. Anche lui ha respinto una canzone che musicisti, cantanti e autori famosi avevano giudicato meravigliosa. Ora aspetto di sentire tutte le canzoni di questo Festival e poi parlerò.”
Il grande lavoro di adriano aragozzini sul festival di festival
Aragozzini racconta che, durante la sua gestione, la selezione delle canzoni era sottoposta a un controllo rigoroso: “Avevo una mia commissione di ascolto, ma c’era anche una commissione composta da sindacati Cgil, Cisl e Uil, che controllavano l’apertura delle buste con le canzoni. Si aveva la certezza che l’organizzatore o il patron ascoltasse tutte le canzoni. Oggi questa prova non esiste. Ora viene deciso tutto con trattative private, alla faccia della trasparenza”.
Del resto come dargli torto. Negli ultimi anni ci si è spesso chiesti come direttori artistici riuscissero ad ascoltare le canzoni, soprattutto quelle delle Nuove Proposte in così poco tempo, e come venissero scelto i big in gara viste anche alcune scelte, si parla di canzoni, discutibili.
Oltre a una rigida selezione dei brani, Adriano Aragozzini si attribuisce il merito di aver riportato l’orchestra al Festival nel 1990, abolendo il playback. Fu anche l’artefice dell’abbinamento con artisti internazionali e della tournée ‘Sanremo in The World’, che portò i protagonisti del Festival in tappe a Tokyo, New York, Toronto, San Paolo e Francoforte.
Qui trovate il nostro racconto sui Festival di Sanremo degli anni ’90 che hanno visto grande protagonista Adriano Aragozzini.
Su una cosa Adriano Aragozzini ha le idee ben chiare, i super ospiti italiani in gara (pensiero che è stato tra l’altro anche al centro della gestione di Amadeus negli ultimi anni):
“Conti manda un messaggio fuorviante al pubblico: che in concorso ci siano artisti di serie B. Non si presentano al Festival figli (superospiti) e figliastri (artisti in gara)”.
Aragozzini smentisce, almeno secondo la propria esperienza personale, l’intromissione della politica al Festival di Sanremo ad eccezione di un’annata, quella del 2004:
“Meno di quanto si dica. Si tratta di iniziative individuali. Con un’unica eccezione: la nomina di Toni Renis come direttore artistico, una scelta voluta da Silvio Berlusconi”.
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