Pil, il Paese non cresce più e l’occupazione rallenta

ROMA — Italia ferma, non cresce più: solo +0,5% nel 2024, con gli ultimi due trimestri a zero. Anche l’occupazione scricchiola e cala a dicembre per il secondo mese consecutivo. Le richieste di cassa integrazione volano. E le misure di sostegno ai poveri mancano il bersaglio: i requisiti troppo stringenti fanno risparmiare allo Stato ben […] L'articolo Pil, il Paese non cresce più e l’occupazione rallenta proviene da Iusletter.

Feb 1, 2025 - 04:58
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Pil, il Paese non cresce più e l’occupazione rallenta

ROMA — Italia ferma, non cresce più: solo +0,5% nel 2024, con gli ultimi due trimestri a zero. Anche l’occupazione scricchiola e cala a dicembre per il secondo mese consecutivo. Le richieste di cassa integrazione volano. E le misure di sostegno ai poveri mancano il bersaglio: i requisiti troppo stringenti fanno risparmiare allo Stato ben 2,3 miliardi sui 7 stanziati. Erano 8 con il Reddito di cittadinanza, i cui beneficiari risultano ora dimezzati, meno di 700 mila famiglie.

Numeri poco rassicuranti. Un Pil dimezzato nel 2024 rispetto alle previsioni del governo Meloni (+1%) fa traballare anche quelle per il 2025. La crescita dell’1,2% immaginata dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sembra già da archiviare. L’Istat parla di «crescita acquisita pari a zero» per quest’anno: è la coda velenosa del 2024 spiaggiato da giugno a dicembre. Prometeia, che ci aveva visto giusto per il 2024 immaginando un saltino dello 0,5%, lo conferma anche per il 2025. Ref va solo un poco sopra: +0,6%. L’Fmi si attesta al +0,7%. Bankitalia risulta la più ottimista: +0,8%. Nessuno si discosta però dallo zero virgola.

A questo punto gli obiettivi del Psb, il Piano strutturale di bilancio inviato a Bruxelles da Giorgetti in autunno e poi approvato dalla Commissione Ue, cominciano a scricchiolare. Sembra complicato mantenere la promessa di scendere sotto al 3% del deficit il prossimo anno. E di mettere il debito sul sentiero discendente. I dazi di Trump e le decisioni della banca centrale europea sui tassi, di qui in avanti, potranno solo peggiorare il quadro. Da riscrivere, ormai.

Il traino del Pnrr sul Pil, già ridimensionato dagli economisti, non si vede. Doveva soppiantare la fine del Superbonus e invece l’edilizia mette in conto un calo del 7% quest’anno dopo il -5,3% dell’anno passato. La manifattura, in crisi profonda in tutta Europa, da noi inanella 22 mesi di discesa consecutivi. L’Inps calcola che nel 2024 le ore autorizzate di cassa integrazione sono salite del 21%. La cassa ordinaria, la più significativa sul piano congiunturale, del 43%. Il Pil a zero nell’ultimo

semestre dell’anno scorso ha due facce: d’estate ci hanno salvato il turismo e i servizi, calati poi a Natale quando l’industria ha tirato su la testa. Presto per chiamarla ripresa.

Anche perché, conferma Eurostat, l’Eurozona è in stagnazione. Francia e Germania registrano un segno meno nell’ultimo trimestre del 2024. Ed è una sorpresa per la Francia che rallenta, ma chiude comunque l’anno a +1,1%. L’economia tedesca conferma invece la recessione per il secondo anno di seguito (-0,2%). Pessime notizie per un Paese come l’Italia che l’anno scorso ha superato i 300 miliardi di esportazioni, il massimo da 11 anni. E ora deve vedersela con un rallentamento europeo e globale.

Il mercato del lavoro non poteva non risentirne. Ai 13 mila occupati in meno di novembre aggiunge i 4 mila in meno di dicembre. Frutto, il dato natalizio, di 40 mila donne occupate in meno a fronte di 36 mila uomini occupati in più.

Il tasso di occupazione scende dal 62,4 al 62,3%, ancora tra i più alti della storia italiana benché la media Ue sia sopra il 75%. Il tasso di disoccupazione, celebrato dal governo il mese scorso come «dato storico, il più basso di sempre», risale dal 5,7 al 6,2%. Il tasso degli inattivi italiani continua a veleggiare su livelli record in Europa: 33,5%, più di un terzo di chi può lavorare non lo fa. In un anno, da dicembre 2023 a dicembre 2024, l’Istat registra 274 mila occupati in più. Ma 378 mila sono over 50 e altri 56 mila nella fascia 35-49 anni. Tra i giovani under 24 se ne perdono ben 115 mila. E altri 44 mila tra 25 e 34 anni. Strette pensionistiche e inverno demografico invecchiano la forza lavoro italiana.

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