Pietro Arese rallentato da un infortunio: “Dopo 10 anni, ci sta. C’è una ricetta per migliorare ancora”

Pietro Arese è stato il grande ospite dell’ultima puntata di Sprint2u, in onda sul canale Youtube di OA Sport e condotto da Ferdinando Savarese. Il mezzofondista azzurro classe 1999 ha iniziato il suo racconto da uno stop che, purtroppo, lo sta tenendo momentaneamente ai box: “Un problemino fortunatamente. Nulla di grave, diciamo un po’ di tendinopatia […]

Gen 27, 2025 - 23:16
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Pietro Arese rallentato da un infortunio: “Dopo 10 anni, ci sta. C’è una ricetta per migliorare ancora”

Pietro Arese è stato il grande ospite dell’ultima puntata di Sprint2u, in onda sul canale Youtube di OA Sport e condotto da Ferdinando Savarese. Il mezzofondista azzurro classe 1999 ha iniziato il suo racconto da uno stop che, purtroppo, lo sta tenendo momentaneamente ai box: “Un problemino fortunatamente. Nulla di grave, diciamo un po’ di tendinopatia da sovraccarico al tendine d’Achille. Mi è venuta durante le vacanze di Natale senza aver fatto chissà che cosa. Semplicemente un po’ di allenamento che, a quanto pare, non ho smaltito benissimo. Penso di essere stato abbastanza lungimirante, perchè appena ho sentito un minimo di fastidio mi sono subito fermato e ho preso le dovute precauzioni. Ho cominciato a fare terapie ed esercizi di rinforzo. Peccato, perchè avevo in programma un tour negli Stati Uniti per due gare ma, a questo punto, le guarderò dalla tv. Dopo 10 anni senza intoppi era fisiologico che mi sarebbe successo”.

Il nativo di Torino racconta le sue decisioni: “Da questo punto di vista stiamo valutando giorno per giorno quello che succede a livello di recupero. Non chiudo nessuna porta a priori. I meeting americani? Ho già detto che non ci sarò per essere corretto anche con gli organizzatori. Ho pensato che, anche se mi passasse il dolore, come arriverei a quelle gare e in che forma? No ha senso affrontare un viaggio intercontinentale per arrivare ultimo e, ovviamente, non voglio certo compromettere la stagione all’aperto”.

Si apre un 2025 molto importante. Dopo diversi anni di progressione, c’è il rischio di fermarsi? “Come dico sempre, può succedere di tutto. L’infortunio è una incognita, per esempio. Ci sono rimasto male, ma fa parte del gioco. Direi che è impossibile concludere una carriera di alto livello senza nemmeno uno stop. La paura di vedere che i miglioramenti sono finiti c’è sempre, ovviamente. Anzi, c’è ogni anno. Ricordo, per fare un esempio, gli Europei di Monaco nel 2022. Una gara con diversi assenti. Mancai il podio e pensai ‘…e ora quando mi ricapita’. Invece un anno fa a Roma ci sono riuscito. Come per i tempi. Corsi 3:35 e mi dissi che non sarebbe stato facile migliorare. Poi ho fatto 3:33, e un anno fa addirittura 3:30. Penso che tutto stia nel bilanciare paura e consapevolezza che si può sempre lavorare su qualcosa. Fare le cose in maniera differente. Non di più, ma con un altro approccio”. 

Pietro Arese entra nello specifico:C’è sempre qualcosa di nuovo da fare. Non troppo distante da quello di prima. Abbiamo sempre ragionato su piccoli passi orizzontali inesplorati. Senza stravolgere niente. Farlo dall’oggi al domani non avrebbe senso”. 

A questo punto quali saranno le tempistiche della stagione outdoor? “Debutto posticipato? Non penso. Credo che rimarrà il medesimo, anche perchè i Mondiali sono a metà settembre, quindi prenderemo la solita pausa per allenarci ancora e ricaricare le batterie ad agosto. A aprile e maggio faremo altura per farci trovare pronti a luglio. L’esordio, quindi, sarà a fine maggio, anche se saltassi la stagione indoor. Esordio nei 1.500 del Golden Gala? Vedremo”. 

Ultima battuta sui Mondiali. Quali saranno gli obiettivi? “Ritengo che confermare quanto fatto a Parigi 2024 sarebbe davvero eccezionale. Dopotutto il livello attuale dei 1.500 è altissimo. Confermare quel risultato vorrebbe dire che sono entrato in una top8 globale davvero splendida. Migliorare? Sarebbe un sogno, ma non sempre è possibile”.