Partita IVA Videomaker: guida completa

Diventare videomaker freelance è un sogno per molti creativi, ma trasformare questa passione in un’attività professionale richiede, oltre a talento e determinazione, anche una corretta gestione degli aspetti fiscali e burocratici. Tra i primi passi c’è l’apertura della Partita IVA. Un tema che spesso genera confusione tra i lavoratori autonomi. In questo articolo vedremo come […] L'articolo Partita IVA Videomaker: guida completa proviene da Il Commercialista Online.

Gen 26, 2025 - 19:24
 0
Partita IVA Videomaker: guida completa

Diventare videomaker freelance è un sogno per molti creativi, ma trasformare questa passione in un’attività professionale richiede, oltre a talento e determinazione, anche una corretta gestione degli aspetti fiscali e burocratici. Tra i primi passi c’è l’apertura della Partita IVA. Un tema che spesso genera confusione tra i lavoratori autonomi. In questo articolo vedremo come aprire la Partita IVA Videomaker, quali sono i vantaggi del regime forfettario, i contributi previdenziali da versare e come inquadrare correttamente la propria attività. Vedremo anche come scegliere il miglior regime fiscale in base alle tue esigenze.

Quando un videomaker deve aprire la partita IVA?

Non tutti i videomaker devono necessariamente aprire la Partita IVA. L’obbligo di farlo dipende dalla continuità e stabilità del lavoro svolto. Se realizzi video solo occasionalmente, ad esempio per eventi sporadici come matrimoni o compleanni, e i compensi annuali non superano i 5.000 euro lordi, puoi rientrare nella cosiddetta prestazione occasionale. In questo caso non è necessaria la Partita IVA, e potrai rilasciare una ricevuta per le somme percepite.

Tuttavia, se l’attività diventa stabile e svolgi collaborazioni regolari, l’apertura della Partita IVA videomaker diventa obbligatoria. Questo accade, ad esempio, quando collabori continuativamente con agenzie o clienti, producendo video in maniera regolare durante l’anno. In questo caso, è fondamentale regolarizzare la tua posizione fiscale e aprire la Partita IVA per essere in regola con le normative italiane.

Come inquadrare fiscalmente l’attività di videomaker?

Il secondo passo dopo aver deciso di aprire la Partita IVA è capire come inquadrare fiscalmente la tua attività. Un videomaker che lavora come libero professionista non è obbligato a creare una ditta individuale, a meno che non venda i propri video come prodotti finiti o abbia uno studio aperto al pubblico. Questa distinzione è importante perché determina il tipo di obblighi fiscali e burocratici a cui sarai sottoposto.

Essendo un libero professionista, il videomaker non deve iscriversi alla Camera di Commercio, non deve presentare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) e non deve pagare la quota di iscrizione alla Camera di Commercio. Questa semplificazione rende l’apertura della Partita IVA per videomaker un’operazione snella e veloce, che può essere completata anche online attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate.

Quale codice ATECO usare per un Videomaker?

Il codice ATECO è una classificazione che identifica le attività economiche. Scegliere il giusto codice ATECO per la tua attività di videomaker è fondamentale per calcolare correttamente le tasse e i contributi. Il codice ATECO più comune per un videomaker freelance è il 74.20.19 – Altre attività di riprese fotografiche. Questo codice ti consente di lavorare come libero professionista nel campo della produzione di video.

L’utilizzo del Codice ATECO corretto è cruciale anche per la scelta del regime fiscale, poiché influisce sulle percentuali di tassazione e sulle deduzioni fiscali a cui avrai diritto.

Regime Fiscale per Videomaker: perché scegliere il regime forfettario?

Il regime forfettario rimane ad oggi la scelta fiscale più vantaggiosa per i videomaker che iniziano la propria attività. Questo regime offre una serie di agevolazioni, tra cui una tassazione semplificata e ridotta. Ecco perché conviene optare per il regime forfettario:

  • Tassazione ridotta
    Nel regime forfettario pagherai un’unica imposta sostitutiva del 15% sul reddito imponibile, che può scendere al 5% per i primi cinque anni di attività se si rispettano determinati requisiti, come non aver mai svolto attività simili prima.
  • Semplicità contabile
    Non sei obbligato a tenere una contabilità complessa, sebbene la fatturazione elettronica sia sin da subito obbligatoria.
  • Deduzioni fisse
    Nel regime forfettario, il reddito imponibile viene calcolato deducendo una percentuale fissa di costi dal fatturato lordo. Per i videomaker, tale percentuale è fissata al 22%. Questo significa che su un fatturato annuo di 20.000 euro, il reddito imponibile sarà il 78%, ovvero 15.600 euro.
  • Limiti di accesso
    Per accedere al regime forfettario, il fatturato annuale non deve superare gli 85.000 euro. Inoltre, non puoi superare i 30.000 euro di redditi derivanti da lavoro dipendente o assimilato, né spendere più di 20.000 euro l’anno per dipendenti o collaboratori.

Esempio di tassazione per Videomaker in regime forfettario

Facciamo un esempio pratico per capire meglio come funziona la tassazione nel regime forfettario. Supponiamo che il tuo fatturato annuo sia di 20.000 €:

  1. il 22% viene dedotto per coprire le spese forfettarie: 4.400 €
  2. il reddito imponibile è quindi il 78% del fatturato: 15.600 €
  3. su questo reddito, si applica un’imposta sostitutiva del 15% (o del 5% per i primi cinque anni): se applichi l’aliquota del 15%, pagherai 2.340 € di tasse, mentre con l’aliquota ridotta del 5%, pagherai 780 €.

Questo meccanismo consente un notevole risparmio fiscale, soprattutto nei primi anni di attività, quando i costi iniziali possono essere elevati.

Contributi previdenziali per Videomaker

Oltre alle tasse, un altro importante aspetto da considerare sono i contributi previdenziali. Come videomaker libero professionista, non avendo una cassa previdenziale specifica, sarai tenuto a versare i contributi alla Gestione Separata INPS. L’aliquota contributiva per il 2024 è fissata al 25,98% del reddito lordo.

Riprendendo l’esempio precedente, su un reddito imponibile di 15.600 €, i contributi previdenziali da versare saranno pari a circa 4.052 €.

Commercialista: quanto costa e come sceglierlo?

Anche se il regime forfettario è semplice da gestire, l’assistenza di un commercialista può essere fondamentale per assicurarti di rispettare tutte le scadenze fiscali e contributive, e per gestire eventuali dubbi o problematiche burocratiche. I costi di un commercialista variano, ma generalmente si aggirano tra i 500 euro e i 1.000 euro l’anno per un servizio tradizionale.

IlCommercialistaOnline offre un’assistenza completa, comprensiva di consulenza, dichiarazioni fiscali e gestione delle fatture, puoi trovare tutte le informazioni nella sezione dedicata del sito.

Aprire una Partita IVA videomaker può sembrare un passo impegnativo, ma grazie alle semplificazioni del regime forfettario e all’assistenza di un buon commercialista, potrai avviare e gestire la tua attività in modo sereno. Il regime forfettario offre importanti vantaggi fiscali e una gestione contabile molto semplificata, rendendolo la scelta ideale per chi è all’inizio della carriera da freelance.

Se hai ancora dubbi o necessiti di supporto per aprire la tua Partita IVA, il team di IlCommercialistaOnline è a tua disposizione per accompagnarti passo dopo passo nella gestione della tua nuova attività.

L'articolo Partita IVA Videomaker: guida completa proviene da Il Commercialista Online.