Nel mirino 90 persone. Palazzo Chigi assicura:: "Nessun controllo sui giornalisti"
Attivista da sempre impegnato per il sociale, già leader del movimento no-global e più recentemente fondatore e capomissione di Mediterranea...
Attivista da sempre impegnato per il sociale, già leader del movimento no-global e più recentemente fondatore e capomissione di Mediterranea Saving Humans, l’ong impegnata nella ricerca e soccorso dei migranti in difficoltà. Anche Luca Casarini (foto) finisce nel mirino di Graphite, lo spyware prodotto e diffuso dall’azienda israeliana Paragon. Anche lui, come accaduto pochi giorni fa al direttore di Fanpage Francesco Cancellato, ha ricevuto venerdì scorso un messaggio WhatsApp direttamente da Meta in cui veniva avvertito della manomissione del proprio dispositivo. Casarini depositerà una denuncia formale per quanto avvenuto. Nel mirino dello spyware ci sarebbero una novantina di persone, quasi tutte facenti parte del mondo del giornalismo o dell’attivismo, provenienti da almeno una ventina di Paesi. Sotto accusa, ci sarebbero Stati che da Paragon hanno acquistato il software. La vicenda finisce anche in Parlamento. "Il governo smentisce di aver spiato giornalisti e attivisti? E se non c’entra nulla, come intende tutelare i giornalisti italiani da questi attacchi?", si chiede Sandro Ruotolo, responsabile Informazione Pd. Per Palazzo Chigi trattandosi "di una questione che il governo considera di particolare gravità, è stata attivata l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che dipende dalla presidenza del Consiglio".