Momenti iconici o controversi del Festival di Sanremo negli anni ’90: l’era di Pippo Baudo con Pausini, Bocelli e Grignani
Festival di Sanremo anni ’90. Tra polemiche, colpi di scena e l’impero di Pippo Baudo. Dopo gli anni gli anni ’50, i ’60 , i ’70 e gli ’80, quinto appuntamento e quinto decennio per il nostro viaggio in sette capitoli nella storia del Festival di Sanremo, in attesa dell’edizione 2025. Gli anni ’90 rappresentano […] L'articolo Momenti iconici o controversi del Festival di Sanremo negli anni ’90: l’era di Pippo Baudo con Pausini, Bocelli e Grignani proviene da All Music Italia.
Festival di Sanremo anni ’90. Tra polemiche, colpi di scena e l’impero di Pippo Baudo.
Dopo gli anni gli anni ’50, i ’60 , i ’70 e gli ’80, quinto appuntamento e quinto decennio per il nostro viaggio in sette capitoli nella storia del Festival di Sanremo, in attesa dell’edizione 2025.
Gli anni ’90 rappresentano un decennio cruciale per il Festival di Sanremo. Tra cambi di sede, ritorni eccellenti, sperimentazioni e qualche episodio fuori dall’ordinario, ecco i momenti che hanno segnato la storia di questo periodo, rendendolo memorabile, da Pippo Baudo, Laura Pausini, Andrea Bocelli, del ritorno dell’orchestra e molto altro ancora.
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Il Festival di Sanremo negli anni ’90:
1990: Il Palafiori e il ritorno dell’orchestra
L’edizione del 1990 segnò una vera svolta nella storia della manifestazione. Dopo dieci anni fece il suo ritorno l’orchestra, elemento simbolo del Festival, e venne reintrodotta la formula degli artisti stranieri abbinati ai cantanti italiani, una tradizione che aveva riscosso successo negli anni sessanta. Questi artisti si esibivano fuori gara.
Uno dei momenti più memorabili del Festival fu l’interpretazione di Ray Charles, abbinato a Toto Cutugno, che fu accolta con cinque minuti di applausi dal pubblico.
A causa delle necessarie modifiche per il restauro e l’ampliamento del Teatro Ariston l’edizione si svolse in una nuova location. La manifestazione fu trasferita nella megastruttura chiamata Palafiori, un capannone trasformato in teatro capace di ospitare fino a cinquemila persone, compresa l’orchestra.
I Pooh, vincitori di quell’edizione, avrebbero dovuto rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest di quell’anno, a Zagabria. Tuttavia, il gruppo rinunciò, lasciando l’onore al secondo classificato, Toto Cutugno. Con la canzone Insieme: 1992, scritta appositamente per l’evento, Cutugno conquistò il primo posto, portando l’Italia alla sua seconda vittoria all’Eurovision.
1991: arriva la demoscopica
Anche nel 1991 il Festival confermò la formula degli interpreti internazionali affiancati agli artisti in gara.
Non mancarono gli imprevisti: Rod Stewart, ospite internazionale di grande richiamo, avanzò la richiesta di eseguire un solo brano, in contrasto con i due previsti dall’organizzazione. La produzione respinse la sua richiesta, portando l’artista a lasciare il Festival, in un episodio che dimostrò come nemmeno le grandi star possano sottrarsi alle regole del prestigioso palco dell’Ariston.
La vera novità di questa edizione fu l’introduzione della giuria demoscopica come sistema di votazione. La selezione del campione e la raccolta dei dati furono curate dalla società Doxa.
1992: Il ritorno di Pippo Baudo
L’edizione del 1992 segnò l’inizio di una nuova era per il Festival di Sanremo con il ritorno di Pippo Baudo alla conduzione, una scelta avvenuta all’ultimo momento dopo il rifiuto di Renzo Arbore. Baudo, che sarebbe rimasto al timone della kermesse per cinque edizioni consecutive (dal 1992 al 1996), portò una ventata di stabilità e professionalità, divenendo un simbolo insostituibile del Festival. Dal 1994 al 1996, inoltre, avrebbe assunto anche il ruolo di direttore artistico, consolidando ulteriormente il suo legame con l’evento.
Un’importante novità introdotta in questa edizione fu il ritorno delle eliminazioni tra i Campioni, assenti dal 1973. Sera dopo sera, il pubblico assistette alla progressiva scrematura degli artisti in gara, una formula che riscosse grande successo tra i telespettatori, aumentando la tensione e l’interesse per ogni serata del Festival. Tuttavia, questa innovazione non fu ben accolta dai discografici, che criticarono il sistema per l’impatto potenzialmente negativo sulle carriere degli artisti eliminati precocemente.
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Festival di Sanremo anni ’90
1993: il debutto di Laura Pausini
L’edizione del 1993 è ricordata come un anno fortunato, soprattutto per le Nuove Proposte, grazie al debutto di Laura Pausini, destinata a diventare l’artista italiana più internazionale di sempre. La giovane cantautrice conquistò il pubblico con il brano La solitudine, segnando l’inizio di una carriera straordinaria. Sul podio delle Nuove Proposte salirono anche Gerardina Trovato e Nek, quest’ultimo al centro di accese polemiche per il brano In te, che affrontava il delicato tema dell’aborto con una posizione controversa.
Per la categoria Campioni, il 1993 segnò una svolta con la vittoria del primo brano rock nella storia del Festival: Mistero di Enrico Ruggeri. Questo trionfo aprì la strada al rock sul palco dell’Ariston, anche se sarebbero passati ben 18 anni prima di un’altra vittoria dello stesso genere, con i Maneskin nel 2021.
1994: trionfano Aleandro Baldi e Andrea Bocelli
Dopo sedici anni, l’organizzazione del Festival di Sanremo tornò completamente nelle mani della Rai, che ne curò ogni aspetto. Questa fu anche la prima edizione in cui i ruoli di conduttore e direttore artistico vennero affidati alla stessa persona: Pippo Baudo, protagonista indiscusso del Festival in quegli anni.
Tra le Nuove Proposte, oltre a Andrea Bocelli, che vinse con Il mare calmo della sera, si distinsero due future grandi voci della musica italiana: Giorgia, con il brano E poi, e Irene Grandi, che debuttò con Fuori.
Accogliendo le richieste delle case discografiche, in questa edizione vennero abolite le eliminatorie per la categoria Campioni, mentre furono mantenute per le Nuove Proposte.
1995: “Perché Sanremo è Sanremo!”
L’edizione del 1995 del Festival di Sanremo viene ricordata non solo per la qualità artistica, ma anche per l’introduzione della celebre sigla Perché Sanremo è Sanremo!, un rap melodico composto dal maestro Pippo Caruso. Questa sigla è diventata un simbolo intramontabile della kermesse, utilizzata in tutte le successive edizioni condotte da Pippo Baudo e riconosciuta come l’inno per eccellenza del Festival, sia in Italia che all’estero.
Questa edizione ha consacrato artisti che avrebbero segnato profondamente la musica italiana, molti dei quali già presenti nel 1994. Tra questi spiccano nomi come Giorgia, Andrea Bocelli, Gianluca Grignani, Daniele Silvestri e i Neri per Caso. Per molti di loro, Sanremo è stato il trampolino di lancio verso una carriera ricca di successi.
In particolare, la canzone Con te partirò interpretata da Andrea Bocelli è diventata un fenomeno mondiale. Nella sua versione inglese, Time to Say Goodbye, eseguita in duetto con il soprano britannico Sarah Brightman, ha venduto oltre 12 milioni di copie, consacrandosi come il singolo italiano più venduto al mondo di sempre. Questo brano ha continuato a vivere nel tempo, venendo inserito persino nella seconda stagione di Squid Game, confermando la sua rilevanza culturale e musicale a livello globale.
1996: Premio della Critica intitolato a Mia Martini
L’edizione del Festival di Sanremo del 1996 vide l’intitolazione del Premio della Critica a Mia Martini, scomparsa l’anno precedente.
Un’altra particolarità di quest’edizione fu la struttura del Festival, che per la prima e unica volta si articolò su sei serate. Lunedì 19 febbraio, infatti, dal teatro del Casinò di Sanremo andò in onda uno speciale in prima serata intitolato Arriva il Festival. Questo gala, condotto da Pippo Baudo, fu una serata di presentazione in cui i cantanti si raccontarono al pubblico.
Il 1996 fu l’ultima edizione con Pippo Baudo alla guida. Il conduttore infatti si trasferì nell’allora Fininvest (oggi Mediaset). Sarebbe tornato nel 2002. Scopri cosa è accaduto nelle tre edizioni successiva cliccando in basso su continua.
Festival di Sanremo anni ’90
1997: La vittoria a sorpresa dei Jalisse
Il 47º Festival di Sanremo segnò il ritorno di Mike Bongiorno alla conduzione, alla sua undicesima e ultima edizione del Festival, dopo un’assenza che durava dal 1979, anno del suo passaggio alle reti di Silvio Berlusconi.
La vittoria andò a sorpresa ai Jalisse con il brano Fiumi di parole. La coppia, praticamente sconosciuta al grande pubblico, colse tutti di sorpresa con un risultato inaspettato. Tuttavia, la vittoria suscitò molte critiche, e da allora i Jalisse non sono più riusciti a tornare in gara, nonostante abbiano presentato un brano ogni anno.
La vincitrice morale di questa edizione, secondo molti, fu Patty Pravo con il brano E dimmi che non vuoi morire, scritto da Vasco Rossi e Gaetano Curreri.
1998, la prima e unica vincitrice in due categorie nello stesso anno
L’edizione del 1998 fu condotta da un altro volto nato in Rai e diventato poi Mediaset, Raimondo Vianello. Fu un’edizione non molto fortunata con una particolare novità nel regolamento che non venne mai più replicata: i primi tre classificati della sezione Giovani avevano la possibilità di sfidare i Campioni per la vittoria assoluta. Questo cambiamento portò al trionfo di Annalisa Minetti, che con il brano Senza te o con te si aggiudicò il primo posto in entrambe le categorie. Un risultato che rese l’edizione del 1998 unica nella storia del Festival.
1999: Fazio e la giuria di qualità
Il Festival di Sanremo del 1999 fu segnato dalla prima conduzione di Fabio Fazio. Inizialmente si era ipotizzato il coinvolgimento di Claudio Baglioni, per replicare la fortunata accoppiata del programma Anima mia, ma il cantautore rinunciò per “perplessità artistiche”. Baglioni sarebbe tornato come conduttore e direttore artistico nelle edizioni 2018 e 2019.
L’edizione fu caratterizzata dall’introduzione di una giuria di qualità, scelta che sollevò diverse polemiche. Molti membri non erano strettamente legati al mondo della musica, suscitando perplessità tra pubblico e addetti ai lavori. La giuria quell’anno includeva: Ennio Morricone, Umberto Bindi, Toquinho, Carlo Verdone, José Carreras, Fernanda Pivano, Enrico Brizzi, Amadeus, Dario Salvatori, Maurizio De Angelis.
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