La sfida dell’AI in Italia: etica e privacy preoccupano il 42% dei CEO e il 34% dei consumatori | L’analisi di Bain & Company Italia
La trasformazione digitale in Italia sta vivendo un momento cruciale con l’ascesa dell’Intelligenza Artificiale (AI) Generativa. Tuttavia, mentre l’AI ridefinisce i confini della tecnologia e dell’innovazione, pone sfide etiche che non possono essere ignorate. Da questa esigenza nasce il “Manifesto per l’Intelligenza Artificiale etica”, la ricerca promossa da Bain & Company Italia con l’obiettivo di fotografare lo […] L'articolo La sfida dell’AI in Italia: etica e privacy preoccupano il 42% dei CEO e il 34% dei consumatori | L’analisi di Bain & Company Italia proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.
La trasformazione digitale in Italia sta vivendo un momento cruciale con l’ascesa dell’Intelligenza Artificiale (AI) Generativa. Tuttavia, mentre l’AI ridefinisce i confini della tecnologia e dell’innovazione, pone sfide etiche che non possono essere ignorate. Da questa esigenza nasce il “Manifesto per l’Intelligenza Artificiale etica”, la ricerca promossa da Bain & Company Italia con l’obiettivo di fotografare lo stato dell’arte sull’adozione responsabile dell’AI. L’analisi ha coinvolto i top manager di oltre 330 aziende italiane tra i 50 e 10 mila dipendenti e più di 1.500 consumatori del Paese.
Un quadro complesso ma incoraggiante
I risultati della ricerca evidenziano l’urgenza di adottare un framework per un’AI etica. La ricerca evidenzia l’urgenza di un framework per un’AI etica. Etica e privacy sono tra le tre principali sfide per le aziende che adottano l’AI, rappresentando la prima barriera per i leader di società medio-grandi. Le principali preoccupazioni riguardano privacy dei dati, sicurezza, affidabilità delle decisioni e impatto sociale sui lavoratori.
“I dati raccolti dipingono un quadro complesso ma promettente. Se una su quattro tra le aziende italiane riconosce nelle questioni etiche e di privacy una sfida cruciale per l’adozione dell’AI, ben il 70% ha già implementato o è in procinto di adottare principi etici e impegni concreti per guidare lo sviluppo di soluzioni AI. Questo dimostra un’attenzione crescente verso trasparenza, privacy e impatto sociale, anche se al momento l’accento è posto più sulla cultura aziendale che sulla governance”, afferma Pierluigi Serlenga, Managing Partner di Bain & Company Italia.
Impegno attuale e prospettive future delle aziende italiane
Il 75% delle imprese ha già avviato piani pluriennali per integrare l’AI, puntando su efficienza operativa e miglioramento dell’esperienza cliente. Sebbene l’88% si dichiari soddisfatto dei risultati iniziali, l’entusiasmo è frenato da alcune sfide chiave per un’integrazione più ampia: mancanza di competenze interne (38%), resistenza culturale al cambiamento (32%) e preoccupazioni su etica e privacy (25%). Tra i CEO intervistati, il 42% considera le questioni etiche e di privacy una delle principali sfide nell’adozione dell’AI. Sul fronte settoriale, tecnologia, sanità e servizi finanziari emergono come i più avanzati nelle strategie etiche e di governance, mentre comparti come energia e pubblico evidenziano margini di miglioramento.
La voce dei consumatori
Più di un terzo dei consumatori (37%) vede nell’AI una minaccia per la privacy e la sicurezza dei propri dati personali. Altri timori riguardano l’impatto negativo sul mondo del lavoro (34%), il possibile uso improprio o non etico dell’AI (34%) e i dubbi sull’affidabilità delle decisioni generate dai sistemi di Intelligenza Artificiale (34%).
Un futuro digitale etico: le proposte di Bain
L’AI e la sua adozione etica rappresentano quindi una priorità sia per le aziende che per i consumatori. Diventa quindi fondamentale definire chiaramente i prossimi passi e stabilire linee guida condivise per promuovere un approccio sempre più etico e per costruire il futuro digitale in modo sostenibile e responsabile.
“Con l’adozione di principi etici, l’Italia ha l’opportunità di affermarsi come leader globale nell’innovazione responsabile, bilanciando progresso tecnologico e valori sociali” sottolinea Emanuele Veratti, Partner e Digital Practice Leader di Bain & Company Italia. “È fondamentale che aziende, istituzioni e cittadini collaborino in modo coordinato per promuovere un’intelligenza artificiale etica, inclusiva e al servizio della collettività, prevenendo bias e discriminazioni”.
Le aziende devono assumere un ruolo guida nella definizione degli standard etici, specificando con chiarezza come intendono misurarli e monitorarli. È fondamentale che collaborino con le Istituzioni per creare solidi framework nazionali, in grado di favorire un utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale. In quest’ottica, le imprese sono chiamate a integrare i principi etici nei propri processi decisionali, sviluppando strumenti operativi adeguati e ponendo al centro la tutela di privacy, copyright e dati personali.
Parallelamente, l’azione istituzionale – supportata dall’AI Act e da altre normative in fase di sviluppo – fornisce l’infrastruttura regolamentare indispensabile per prevenire abusi, come la sorveglianza biometrica sul lavoro.
Questa sinergia tra imprese e autorità diventa un catalizzatore per promuovere la formazione continua di nuove figure professionali, dai cybersecurity expert agli AI trainer, contribuendo a costruire un ecosistema che tuteli i diritti fondamentali e, al tempo stesso, massimizzi il potenziale innovativo dell’intelligenza artificiale.
Il Manifesto per l’Intelligenza Artificiale propone linee guida per un’adozione responsabile dell’AI. Sostiene innovazione e startup, promuove l’accesso equo all’AI, affronta l’impatto sul lavoro con programmi formativi, combatte bias e discriminazioni e tutela copyright e dati. L’obiettivo è garantire un’AI etica, sicura e accessibile a tutti, contribuendo allo sviluppo sostenibile e al benessere collettivo.
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