Il volto giovane del caldo killer: le ondate di calore uccidono più gli under 35 che gli anziani

Sono i giovani, e non gli anziani, a pagare il prezzo più alto in termini di vite umane a causa del caldo estremo. Uno studio condotto in Messico e pubblicato su Science Advances rivela che tre quarti dei decessi legati alle ondate di calore colpiscono persone sotto i 35 anni, spesso costrette a lavorare in...

Gen 27, 2025 - 13:48
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Il volto giovane del caldo killer: le ondate di calore uccidono più gli under 35 che gli anziani

Sono i giovani, e non gli anziani, a pagare il prezzo più alto in termini di vite umane a causa del caldo estremo. Uno studio condotto in Messico e pubblicato su Science Advances rivela che tre quarti dei decessi legati alle ondate di calore colpiscono persone sotto i 35 anni, spesso costrette a lavorare in condizioni estreme e senza tutele.

La ricerca, guidata da Andrew Wilson della Stanford University e Jeffrey Shrader del Center for Environmental Economics and Policy della Columbia University, ha analizzato oltre 13 milioni di decessi avvenuti in Messico tra il 1998 e il 2019, incrociando i dati con le temperature registrate nel Paese.

“È una sorpresa. Queste sono le persone più robuste dal punto di vista fisiologico nella popolazione”, ha spiegato Shrader.

“Il Messico ha fornito un set di dati unico per questo studio”, ha continuato il ricercatore, “offrendo registri di mortalità per fasce di età insieme a dati granulari su temperatura e umidità”. I ricercatori hanno potuto così valutare l’impatto del caldo su diverse fasce d’età con una precisione mai raggiunta prima.

I ricercatori hanno utilizzato la temperatura di bulbo umido come parametro per valutare l’impatto del caldo sulla salute. Questo indice, che combina temperatura dell’aria e umidità, riflette la capacità del corpo umano di raffreddarsi attraverso la sudorazione. A una temperatura di bulbo umido di 35°C, il corpo non riesce più a dissipare efficacemente il calore, con conseguenze potenzialmente fatali. “È come se il corpo smettesse di sudare”, spiega Wilson. “A quel punto, il rischio di colpo di calore e di morte aumenta vertiginosamente”.

L’analisi ha evidenziato forti disparità in base all’età

  • Bambini sotto i cinque anni: il rischio di mortalità aumenta del 45% in caso di un solo giorno di caldo umido estremo. Questo dato è particolarmente preoccupante, considerando che i bambini sono più vulnerabili alla disidratazione e hanno una minore capacità di termoregolazione;
  • Giovani tra i 18 e i 34 anni: questa fascia di età presenta i tassi di mortalità più elevati, con un incremento del rischio di decesso del 65% rispetto a chi lavora in ambienti climatizzati. Probabilmente a causa dell’esposizione professionale e della mancanza di accesso a meccanismi di raffreddamento come l’aria condizionata;
  • Anziani: pur essendo ancora a rischio, sono più vulnerabili ai decessi correlati al freddo. Lo studio ha evidenziato che gli over 70 sono 8 volte più a rischio di morire per il freddo che per il caldo.

“I giovani adulti hanno maggiori probabilità di essere impegnati in lavori all’aperto, in particolare lavori fisici, come l’agricoltura o l’edilizia”, spiega Shrader. “Queste sono le persone più giovani, in fondo alla scala gerarchica, che probabilmente fanno la parte del leone nel duro lavoro, con accordi di lavoro rigidi e spesso senza tutele“.

In Messico, durante il periodo di studio, si sono verificati in media 3.300 decessi all’anno correlati al caldo. Di questi, quasi un terzo ha riguardato persone di età compresa tra 18 e 35 anni, una cifra decisamente sproporzionata rispetto alla percentuale di giovani nella popolazione totale.

Un’analisi separata condotta da ricercatori messicani ha mostrato che i certificati di morte degli uomini in età lavorativa avevano maggiori probabilità di elencare il meteo estremo come causa rispetto a quelli di altri gruppi. “Questo conferma la nostra ipotesi che l’esposizione professionale giochi un ruolo chiave”, afferma Shrader.

Lo studio non ha indagato a fondo tutte le cause di questa disparità, ma i ricercatori ipotizzano che un ruolo importante sia giocato dal tipo di lavoro svolto, dalle condizioni di lavoro e dalla mancanza di accesso a sistemi di raffreddamento.

Sebbene lo studio sia stato condotto in Messico, i risultati hanno implicazioni globali. I Paesi delle zone tropicali e subtropicali, che ospitano le popolazioni più giovani, affrontano minacce simili. Molte di queste nazioni sono anche tra le meno attrezzate ad adattarsi ai crescenti livelli di calore.

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