Il Private Equity investe miliardi per le royalty nello sport

Tra Private Equity e sport il legame è saldo come mai prima d’ora. Con un patrimonio complessivo di 3.017,50 miliardi di dollari, gli investimenti a fine 2023 hanno toccato quota 22,45 miliardi. Di cui 1,86 miliardi nel calcio italiano. Numeri importanti, che non fanno altro che accrescere la credibilità di una tipologia di investimento dai […] L'articolo Il Private Equity investe miliardi per le royalty nello sport proviene da ilBollettino.

Feb 1, 2025 - 03:49
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Il Private Equity investe miliardi per le royalty nello sport

Tra Private Equity e sport il legame è saldo come mai prima d’ora. Con un patrimonio complessivo di 3.017,50 miliardi di dollari, gli investimenti a fine 2023 hanno toccato quota 22,45 miliardi. Di cui 1,86 miliardi nel calcio italiano. Numeri importanti, che non fanno altro che accrescere la credibilità di una tipologia di investimento dai ritorni economici sempre maggiori. L’ammontare defluito nelle società sportive più importanti a livello globale è salito del 42,51% nell’ultimo anno solare. Con una crescita massiccia rispetto ai 15,75 miliardi di dollari del 2022.

I dati salgono ulteriormente se si tiene conto di quanto accaduto nel periodo della pandemia. Tanto che si parla di una crescita del 68,13% rispetto ai 13,35 miliardi di dollari del 2020. A quell’epoca, il patrimonio dei fondi raggiungeva una quota totale di 1,513 miliardi. Un interesse che non è poi così recente, ma che solo negli ultimi quattro anni ha iniziato a prendere piede in maniera solida. Anche e soprattutto per via dell’emergenza pandemica che ha messo a dura prova i bilanci delle società.

Le dinamiche del Mercato

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Uno degli attori maggiormente interessati a questo settore è CVC Capital Partners, attualmente a quota 119,92 dollari sui listini di Amsterdam. La cifra più alta mai raggiunta negli ultimi 6 mesi. Questa realtà, con uno sguardo lungimirante nei confronti del Mondo del calcio, ha messo da tempo gli occhi sul campionato spagnolo e su quello francese. Con l’acquisto dei diritti mediatici di vari club dal 2020 in poi. La Liga Spagnola ha ricevuto 2 miliardi di euro. In cambio di cosa? L’8% dei profitti ottenuti dalla vendita dei diritti di trasmissione delle partite per i prossimi 50 anni. Per ciò che riguarda la Ligue 1 francese, invece, c’è stato un investimento totale di 1,5 miliardi di euro.

In generale, i fondi più attivi in assoluto per numero di accordi e per cifre investite sono quelli americani. Che su un paniere di 43 realtà totali, si piazzano in prima posizione con 28 fondi che puntano sullo sport.

Tra i fattori che più hanno un peso, non si può non partire dai diritti di trasmissione e di streaming. Per via della capacità che le competizioni sportive hanno di attrarre a sé un pubblico sempre più vasto, gli accordi di licenza vedono un forte rialzo nelle remunerazioni. Che risultano così più attrattivi per il PE. Anche l’innovazione tecnologica ha inevitabilmente rappresentato un fattore trainante in questo senso. Grazie all’adozione di tecnologie di ultima generazione, infatti, i fondi hanno una chiave di investimento in più per poter puntare proprio sull’avanguardia e sullo sviluppo. Aprendo così a profitti ancor più promettenti a breve e a lungo termine.

Italia: terra di conquista

private equity

Il calcio italiano e in particolare la Serie A sono finiti negli ultimi anni sotto la lente di ingrandimento dei grandi fonti di Private Equity internazionali. Diverse società di calcio hanno da tempo venduto parte delle proprie quote a realtà americane (e non solo). Con l’obiettivo di dare nuova linfa ai propri bilanci e poter così avere la liquidità necessaria per poter intervenire tanto sul calciomercato quanto sulla costruzione di nuove infrastrutture. Utili per attirare nuovo pubblico e per poter offrire un pacchetto di servizi maggiormente trainante per le generazioni che sono chiamate ad avvicinarsi al mondo dello sport.

In questo senso, spicca l’acquisizione da parte di RedBird Capital Partners – di proprietà dell’americano Gerry Cardinale – del Milan per 1,2 miliardi di euro nell’agosto del 2022. Attraverso il veicolo olandese Acm Bidco B.V., il fondo ha acquisito il 99,93% del club rossonero dal fondo Elliot Management Corporation. Una strategia di Mercato che ha fatto storcere il naso. Nel 2021, infatti, il Milan valeva 559 milioni di euro, dunque nel 2022 RedBird lo ha valutato il 115% in più rispetto alla stagione precedente. Per un’operazione che è stata portata a termine grazie a 550 milioni di dollari di prestito messi sul piatto proprio dal venditore, ossia il fondo Elliot.

Un prestito con un tasso dell’8%, con scadenza iniziale ad agosto 2025, ma già prorogata. Nonostante questa anomalia fiscale, le operazioni strategiche messe in atto dalla società rossonera e dai nuovi dirigenti hanno portato ai primi risultati tangibili. L’ultimo bilancio della precedente proprietà era stato chiuso con un passivo di 66,5 milioni di euro. Mentre i successivi due hanno registrato attivi rispettivamente di 6,1 e 4,1 milioni di euro.

Sull’altra sponda del Naviglio c’è invece l’Inter che, a maggio dello scorso anno, ha ufficializzato con un comunicato stampa il passaggio di proprietà al fondo Oaktree. Per via di un mancato pagamento da parte del precedente proprietario Suning di un prestito di 275 milioni di euro. La società americana di gestione patrimoniale è stata fondata nel 1995 a Los Angeles e si occupa di infrastrutture, debiti e prestiti consolidati. L’ultimo aggiornamento ufficiale è datato 31 marzo 2024, con un patrimonio gestito che corrisponde a 192 miliardi di dollari. Tra i maggiori azionisti c’è la Brookfleid Corporation, società canadese che dal 2019 gestisce il 62% delle azioni di Oaktree. Già esperti del mondo del calcio, già nel 2020 hanno investito nel club francese Caen ottenendo l’80% delle sue quote societarie.

Un altro esempio virtuoso riguarda invece l’Atalanta che, con la famiglia Percassi nel 2022, ha ceduto il 55% delle sue quote al gruppo di investitori di Bain Capital. Capitanata dal managing partner e co-owner dei Boston Celtics Stephen Pagliuca, l’azienda ha investito 275 milioni di euro puntando su una strategia sostenibile in grado di portare a un ritorno economico. E i bilanci stanno dando ragione alla dirigenza americana. Nella stagione 2023/24, il club bergamasco ha infatti chiuso il bilancio con 242,1 milioni di euro di ricavi. I rapida crescita rispetto ai 193,7 milioni del 2022/23. Un successo ottenuto anche grazie ai risultati sportivi, culminati con lo storico successo in Europa League contro il Bayer Leverkusen in finale.

Il caso NBA

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A partire dal 2020, anche la National Basket Association ha aperto ai fondi di Private Equity. Una decisione quasi obbligata, considerando che ogni singola franchigia ha un valore medio di oltre 4 miliardi di dollari (fonte: Sportico). Il che si traduce in una difficoltà sempre maggiore a trovare realtà disposte a investire nelle squadre del campionato di basket più famoso al Mondo. Le regole permettono ai fondi PE di possedere quote delle franchigie. Ma non di controllarle in toto, come deciso dai proprietari della NBA con una votazione ufficiale, arrivata proprio nell’anno del Covid. Al momento sono sei i team che possono vantare proprietari di minoranza di Private Equity. Spiccano i Sacramento Kings, unica realtà ad avere due fondi come comproprietari. Ossia Arctos Partners, che detiene il 22% della società e Blue Owl Fund, che possiede il 5% del totale.

Queste due società risultano essere le più attive in assoluto all’interno del panorama cestistico a stelle e strisce. Tanto che Blue Owl possiede anche piccole percentuali degli Atlanta Hawks e dei Minnesota Timberwolves, mentre Arctos ha nel suo roster i Golden State Warriors e i Philadelphia 76ers. San Antonio Spurs e Utah Jazz sono le altre due squadre parzialmente di proprietà di fondi esterni, rispettivamente Sixth Street e Arcobaleno.

Ma per quale motivo ci sono investimenti di questa importanza anche in un campionato oneroso e complicato come l’NBA? Un esempio vincente riguarda proprio Blue Owl che, dopo aver venduto una quota dei Phoenix Suns, ha registrato un profitto pari al 158%. Resta ora da capire se ci saranno nuovi cambiamenti regolamentari all’interno dell’organizzazione nei prossimi anni. Al momento, a nessuna franchigia è consentito vendere più del 30% del suo capitale a investitori istituzionali come Private Equity ma si sta spingendo per votare una modifica al regolamento.

Gli altri sport

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Calcio, basket, ma non solo: l’intero settore può essere appetibile. Una delle realtà più in crescita negli ultimi anni è il tennis: i fondi non sono rimasti ad aspettare. Nel 2023, la WTA ha annunciato una nuova collaborazione con CVC Capital Partners, realtà che ha deciso di investire sul tennis femminile. Con un accordo pari a 150 milioni di dollari. Questo ha permesso al Private Equity in questione di accaparrarsi il 20% delle azioni dell’azienda, per una partnership strategica da cui nasce una società terza. Con il compito di sovrintendere a tutte le operazioni di vendita dei diritti TV, di broadcasting e di marketing della WTA.

Anche la NFL, il campionato di football americano, ha raggiunto ad agosto 2024 un accordo storico. Che cambia per sempre le carte in tavola per le franchigie partecipanti. Con una votazione cui hanno preso parte i proprietari di tutte le squadre, si è deciso di aprire agli investimenti da parte di un paniere ristretto di fondi. Si tratta in particolare di Arctos Partners, LP, Ares Management Corporation, Sixth Street e un Gruppo che include Blackstone, Carlyle, CVC, Dynasty Equity e Ludis.

Ogni singola squadra può vendere le sue quote anche a più fondi, per un totale del 10% di proprietà. Dall’altra parte, ogni singolo fondo può detenere quote in più di una squadra contemporaneamente, fino a un massimo di sei. Il motivo di questa decisione storica? Come successo per l’NBA, anche l’NFL ha difficoltà nell’attirare nuovi investitori privati per via delle valutazioni in forte aumento dei club. Nel 2023, la cessione dei Washington Commanders al miliardario Josh Harris ha superato il traguardo record dei 6 miliardi di dollari. Solo per fare un esempio.

Le quote degli atleti

Se da una parte ci sono i fondi che decidono in modo sempre più massiccio di investire in società sportive, dall’altra ci sono anche gli sportivi stessi. Che puntano su questo mondo per accrescere il proprio patrimonio personale. L’ultimo esempio riguarda l’ex calciatore svedese Zlatan Ibrahimović, che nel 2023 ha deciso di legarsi a RedBird e al Milan. Con un ruolo di senior advisor di Gerry Cardinale. Ma non è l’unico caso, anzi.

Basti pensare alla stella del tennis americano Serena Williams, che nel 2017 ha fondato la società Serena Ventures. Di cui ancora oggi ricopre il ruolo di socio-amministratore. O il sette volte campione del Mondo di Formula 1 Lewis Hamilton. Il pilota inglese – appena arrivato in Ferrari – si è unito nel 2022 al gruppo di proprietà Walton-Penner. Che nel giugno dello stesso anno ha completato l’acquisizione dei Denver Broncos della NFL per ben 4,6 miliardi di dollari.

Un occhio a questo Mercato in crescita lo ha messo anche l’ex centrocampista inglese David Beckham, attualmente co-proprietario del club della MLS Inter Miami. Dove giocano stelle come l’attaccante Lionel Messi, il centrocampista Sergio Busquets e la punta Luis Suárez. Il primissimo accordo risale al 2007, quando la nuova società si è seduta al tavolo con la Major League Soccer. Per poter fare il suo esordio in campionato per 25 milioni di dollari: oggi, i ricavi del club hanno superato quota 127 milioni.

Spicca infine il nome di Magic Johnson, ex cestista e simbolo dei Los Angeles Lakers in NBA, che ha deciso di puntare sul football americano. In che modo? Partecipando alla cordata di acquisto dei Washington Commanders capitanata da Josh Harris. Oggi la squadra ha già visto aumentare la sua quotazione totale di 300.000 dollari. Ma l’obiettivo dichiarato è di scalare la classifica e raggiungere le prime posizioni della NFL. Dove si trovano realtà come i Dallas Cowboys – che valgono 10,3 miliardi di dollari – e i Los Angeles Rams, con una valutazione di 7,8 miliardi di dollari.©

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