Il peso delle parole di La Russa su Bettino Craxi

Le parole della seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, rese in omaggio a Bettino Craxi al cimitero cristiano di Hammamet per i 25 anni dalla morte dell'ex premier socialista, sono destinate a lasciare una eco profonda. La nota di Sacchi

Jan 19, 2025 - 11:24
Il peso delle parole di La Russa su Bettino Craxi

Le parole della seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, rese in omaggio a Bettino Craxi al cimitero cristiano di Hammamet per i 25 anni dalla morte dell’ex premier socialista, sono destinate a lasciare una eco profonda. La nota di Sacchi

“Non sarebbe dovuto accadere che Craxi morisse in esilio, che non potesse curarsi in Italia”. Con accanto Stefania Craxi da un lato e dall’altro Nicola Carnovale, direttore generale della Fondazione Craxi, che lo ha invitato, Ignazio La Russa rende omaggio a Bettino Craxi al cimitero cristiano di Hammamet. Per i 25 anni, oggi 19 gennaio, dalla morte dello statista socialista, sono parole importanti, che pesano, destinate a lasciare una eco profonda.

La Russa è innanzitutto il presidente del Senato e quindi la seconda carica dello Stato. Ma è anche cofondatore di Fratelli d’Italia, ex dirigente di An e prima ancora esponente di quel Msi che all’epoca di “mani pulite” era su posizioni nettamente giustizialiste, appaiate con quelle degli eredi del Pci. Ma quelle parole di “verità e giustizia”, come gli riconosce, ringraziandolo, la Craxi, figlia dell’ex premier socialista, senatrice di Forza Italia e presidente della commissione Esteri e Difesa del Senato di Forza Italia, La Russa le pronuncia nel pieno della sua veste di alta carica dello Stato, che durante la sua visita in Tunisia ha anche incontrato il presidente Kaiss Saied.

Un gesto che fa oggettivamente risaltare in tutta la sua valenza un fatto paradossale: ormai a Hammamet sono andati in questi anni tutti sulla tomba di Craxi, tranne il Pd. E i Cinque Stelle. Insomma, tutti a Hammamet e in forma ufficiale, dagli esponenti istituzionali e politici del centrodestra a quelli della renziana Iv, tranne quella sinistra, quel campo largo che, anche votando in questi giorni contro la separazione delle carriere pilastro della riforma della giustizia, conferma la sua trentennale linea giustizialista e di allineamento alle cosiddette toghe rosse.

Stefania Craxi stigmatizza: “Mentre gli esponenti di centrodestra politici e delle istituzioni hanno reso omaggio a Craxi, nessun alto esponente, delle istituzioni e della politica, della sinistra ha mai messo i piedi sulla sabbia di Hammamet”. Sono non a caso gli eredi di quei partiti (ex pci, ex sinistra dc) che “mani pulite” come con un’operazione chirurgica lasciò fuori da Tangentopoli. Gli eredi di quei partiti che andarono poi al governo al posto del pentapartito della Prima Repubblica.

La Russa invita a studiare Craxi come “una grande figura della Storia”. E all’agenzia di stampa Nova la nostra seconda carica dello Stato confessa di essere già stato al cimitero di Hammamet a portare in forma privata un fiore sulla tomba di Craxi, con cui “andavo a Milano a mangiare in un ristorante di Brera”. La Russa sottolinea che fu Craxi, oltre al Msi, “l’unico a usare in quegli anni il nome Patria”.

A quello del presidente del Senato fa seguito l’omaggio di Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, segretario di Forza Italia, ormai un decano delle commemorazioni di Hammamet. Tajani, che si recò sulla tomba di Craxi anche come presidente del Parlamento Europeo, denunciando che fu ” vittima di un esilio immeritato”, ricorda che Craxi ha reso il ruolo dell’Italia centrale nella politica del Mediterraneo e del Medioriente. “È giusto – dice il capo della Farnesina – che Bettino Craxi sia riabilitato davanti ai cittadini italiani, per le ingiustizie subite in vita e anche in esilio”. Alessadro Battilocchio ricorda che “Bettino è nel pantheon di Forza Italia”. Stefania Craxi denuncia “l’ipocrisia di chi definisce mio padre uno statista ma anche un corrotto”. Definizione che non può stare in piedi. Perché o è una cosa o l’altra.

Una giornata importante, di svolta per la memoria dell’ex premier e leader socialista. Carnovale, direttore generale della Fondazione Craxi, che ha organizzato come ogni anno l’evento, anche con la mostra di Nani Tedeschi “Volti del Novecento” all’istituto culturale di Hammamet “Dar Sebastian”, così ne riassume il significato:
“L’omaggio reso dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che di quelle intuizioni è oggi custode e interprete nel suo lavoro quotidiano, e dalla seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa, contribuiscono a rimettere ordine nelle pagine della Storia”.

Prosegue: “A loro va il grazie della nostra Fondazione Bettino Craxi e, sicuramente, il grazie della maggioranza degli italiani e, ci auguriamo, possa essere da pungolo e sprono a quanti ancora indugiano nei sé e nei ma e non hanno avuto il coraggio di rendere onori e meriti a un grande italiano”. A Hammamet sono arrivate oltre 200 persone, tra cui anche molti giovani. Alla cerimonia era presente anche Bobo Craxi, figlio di Bettino.

Il libro delle presenze stracolmo di firme viene continuamente cambiato. Il direttore della Fondazione sottolinea: “La grande partecipazione, la presenza di centinaia di persone in quel lembo di terra che guarda all’Italia, racconta più di tante parole come la figura di Bettino Craxi, il suo lascito ideale, sia più che mai vivo e attuale nelle vicende della Repubblica”. Se, quindi, a distanza di un quarto di secolo “il ricordo non scema, se su molti temi dell’agenda politica esso sembra ancora aleggiare come un fantasma, c’è evidentemente un motivo, e testimonia anche che le storture del passato pesano ancora sulla vita politica e istituzionale del Paese”.

Conclusione di Carnovale: “L’eredità craxiana appartiene agli italiani di buon senso, a quanti hanno saputo e sapranno coglierne l’essenza, interpretarla, partendo in primo luogo dalla sua visione internazionale, ancorata saldamente al campo occidentale e orientata a un protagonismo italiano nell’area del Mediterraneo allargato”. Ed è a questo punto giunta l’ora in cui fare i conti con ‘mani pulite’, “una brutta pagina che grava ancora sulla nostra Repubblica”, osserva la senatrice Craxi che chiosa: “Il pensiero di Craxi è più che mai attuale e influenza il dibattito politico”.