Il Barocco Gesuita: arte, teatralità e spiritualità a Roma
Il Barocco gesuita unisce arte e fede con teatralità, illusioni e splendore, trasformando le chiese di Roma in strumenti di potere e coinvolgimento spirituale.
Nato alla fine del XVI secolo e sviluppatosi durante il XVII secolo, il Barocco è il risultato di un’esplosione creativa che unisce architettura, pittura, scultura e musica: inizialmente l’aggettivo era usato in modo dispregiativo, per indicare eccesso e ridondanza, ma la storia ha reso giustizia a questo stile, un linguaggio visivo potente e drammatico che è stato in grado nei secoli di rappresentare il divino, il sublime e la trasformazione spirituale senza termini di paragone.
Il Barocco si sviluppa in risposta alla Riforma protestante e al Concilio di Trento, come parte della Controriforma cattolica. La Chiesa cattolica, per riaffermare la propria autorità e attrarre i fedeli, si serve di un’arte che non solo fa appello ai sensi, ma che mira a trasmettere la grandezza di Dio, la magnificenza della fede e la sacralità del rito. La teatralità e la spettacolarità sono fondamentali, perché ogni opera d’arte doveva essere un mezzo per il coinvolgimento totale dello spettatore, sia in chiesa che nelle piazze pubbliche.
Da qui il coinvolgimento della Compagnia di Gesù, fondata da Ignazio di Loyola nel 1540, che ebbe un ruolo cruciale nella diffusione del Barocco: la missione religiosa si intrecciava perfettamente con le ambizioni artistiche di questo stile. Nel corso del XVII secolo, durante il periodo di massimo splendore del Barocco, i Gesuiti divennero i principali committenti e promotori di alcune delle opere d’arte più iconiche della città di Roma, trasformandola in un epicentro della religiosità visiva e spirituale.
La chiesa del Gesù
È sicuramente una delle opere più emblematiche che testimonia la fusione fra Barocco e gesuiti: la Chiesa del Gesù, chiesa madre dell’Ordine, situata nel cuore di Roma, proprio accanto a Piazza Venezia. Fu proprio Sant’Ignazio di Loyola, Nel 1551, a commissionare il disegno di una Chiesa per la Compagnia di Gesù all’architetto fiorentino Nanni di Baccio Biggio: la pianta presentava una larga chiesa con un’unica navata, delle cappelle laterali e un’abside poco profonda. Nel 1554, venne ridisegnata da Michelangelo, ma anche il suo progetto rimase sulla carta. Solo nel 1561 il cardinale Alessandro Farnese fornì il finanziamento e incaricò Jacopo Barozzi, detto “Il Vignola”, della progettazione e realizzazione della chiesa del Gesù di Roma.
La costruzione della chiesa iniziò effettivamente nel 1568, ma fu durante il XVII secolo che venne completata e arricchita con opere d’arte straordinarie come gli affreschi del soffitto di Giovanni Battista Gaulli (detto Il Baciccio), un esempio mirabile di come il Barocco utilizzasse la prospettiva e la luce per creare un senso di infinito o il famoso affresco della volta, “La gloria di Sant’Ignazio”, che sembra espandersi oltre i confini della chiesa evocando una visione celeste.
Impressionante anche l’altare dedicato a Ignazio di Loyola, che si trova nella grande cappella dedicata al Santo, contraddistinto dalla sovrabbondanza di oro e di altri materiali preziosi (lapislazzuli nella nicchia e un grande globo di lapislazzuli alla sommità, alabastro, marmo, onice, ametista, cristallo). Le spoglie del santo riposano lì, in un’urna in bronzo dorato, opera di Alessandro Algardi e ancora oggi ogni giorno, intorno alle 17.30, dietro la grande tela illustrata al fianco, appare, fra musiche e luci, una grande statua dorata del Santo.
La chiesa del Gesù è stata il modello per vari edifici di culto eretti dalla Compagnia del Gesù in tutto il mondo, come la chiesa del Gesù all’Ateneo di Manila.
Chiesa del Gesù – Piazza del Gesù: si raggiunge prendendo da Stazione Termini il bus 64, fermata Stazione San Pietro.
Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola
Situata accanto al Collegio Romano, la Chiesa di Sant’Ignazio da Loyola fu costruita per rispondere alle esigenze degli studenti gesuiti e affaccia sulla pittoresca e omonima Piazza. La sua costruzione fu voluta dal cardinale Ludovico Ludovisi, nipote di papa Gregorio XV e l’opera, concepita per essere un edificio di grande imponenza e bellezza, fu finanziata con un’ingente somma.
Il progetto fu inizialmente conteso tra vari architetti, tra cui Domenichino e Girolamo Rainaldi. Tuttavia, la Compagnia di Gesù scelse di ispirarsi alla Chiesa del Gesù, il principale modello per le loro costruzioni. L’incarico definitivo fu affidato al padre gesuita Orazio Grassi, celebre matematico e avversario di Galileo Galilei.
Anche la Chiesa di Sant’Ignazio da Loyola è contraddistinta da elementi grandiosi e teatrali ed in particolare dall’illusionismo pittorico: l’elemento più celebre è la volta affrescata da Andrea Pozzo nel 1685, che rappresenta la Gloria di Sant’Ignazio e crea l’illusione di uno spazio architettonico più ampio, culminante in una scena celeste con Cristo e i quattro continenti allora conosciuti.
Un altro elemento distintivo è la finta cupola, realizzata sempre da Pozzo per sopperire alla mancanza della struttura originariamente prevista. L’effetto tridimensionale, visibile solo da un punto specifico, dimostra l’abilità tecnica dell’artista nell’applicare la prospettiva detta “da sott’in su”.
La chiesa ospita le spoglie di santi gesuiti come Luigi Gonzaga, Roberto Bellarmino e Giovanni Berchmans, oltre a padre Felice Maria Cappello, per il quale è in corso la causa di beatificazione. Di rilievo anche le statue in stucco di Alessandro Algardi e le pale d’altare di Francesco Trevisani e Filippo Valle.
Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola – Piazza S. Ignazio: si raggiunge da Stazione Termini con il bus 40 per 3 fermate (fermata Plebiscito) e poi a piedi per 400 metri.
Basilica di Sant’Andrea della Valle
La basilica di Sant’Andrea della Valle si trova in piazza Vidoni, nel rione Sant’Eustachio ed è retta dai chierici regolari teatini. La basilica fu progettata e costruita da Giacomo Della Porta, Francesco Grimaldi, e Carlo Maderno tra il 1590 e il 1650 e rappresenta l’evoluzione del Barocco, già a partire dalla facciata, in travertino, alta, sontuosa e con due ordini di colonne appaiate e lesene corinzie.
L’interno, a croce latina e fiancheggiato da otto cappelle laterali, ricorda la Chiesa del Gesù, sebbene con qualche differenza. Come tutte le chiese del Barocco gesuita gli interni sono vasti e ricchi, con affreschi e volute sia nelle cappelle che nella preziosa abside ricca di ori e affrescata da Mattia Preti con il trittico Crocifissione di sant’Andrea, Martirio di sant’Andrea e Sepoltura di sant’Andrea.
L’elemento più caratteristico però di questa Basilica è all’esterno: la cupola, alta quasi 72 metri e seconda per altezza nella città di Roma solo a quella di San Pietro, è stata realizzata da Carlo Maderno e affrescata meravigliosamente da Giovanni Lanfranco.
All’interno della basilica è ambientato il primo atto dell’opera lirica Tosca, scritta da Giuseppe Giacosa e Luigi Illica (basata su un soggetto di Victorien Sardou) e musicata da Giacomo Puccini alla fine del XIX secolo.
Basilica di Sant’Andrea della Valle – Piazza Vidoni , 6: si raggiunge prendendo da Stazione Termini il bus 64 per 8 fermate (fermata C.so Vittorio Emanuele/Sant’Andrea della Valle).
Il Barocco Gesuita, gli “effetti speciali” della spiritualità
Le chiese gesuite sono l’apice di un’architettura e di una pittura che mirano a coinvolgere i sensi e a trascendere la realtà terrena, creando uno spazio in cui il divino è percepito come una realtà immediata e vicina. Il Barocco è stato in questo senso per i Gesuiti uno strumento perfetto, per accrescere la loro forza e il loro potere e con esso anche quello della Chiesa cattolica in generale, uscita più forte che mai dal lungo processo della Controriforma.
Non dimentichiamo infatti che accanto alla bellezza e alla teatralità, la missione dei Gesuiti – che espletavano anche e soprattutto con le loro spettacolari chiese – era di tipo educativo: il fedele era spinto alla riflessione e alla meditazione, ma era anche emotivamente coinvolto dai giochi di luce e di prospettiva, una situazione che doveva renderlo, nelle intenzioni, più predisposto ad accogliere il messaggio religioso.