I lavoratori entrano nei cda
Si apre la strada alla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa. Le commissioni Lavoro e Finanze della Camera hanno conferito il mandato ai relatori per riferire all’assemblea sulla proposta di legge d’iniziativa popolare promossa dalla Cisl in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa. La proposta di legge ha […] L'articolo I lavoratori entrano nei cda proviene da Iusletter.
Si apre la strada alla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa. Le commissioni Lavoro e Finanze della Camera hanno conferito il mandato ai relatori per riferire all’assemblea sulla proposta di legge d’iniziativa popolare promossa dalla Cisl in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa.
La proposta di legge ha subito una serie di modifiche, dopo l’esame delle commissioni che ha visto l’approvazione di una serie di proposte emendative. Il testo finale che sarà esaminato dall’Assemblea è costituito da 15 articoli e disciplina la partecipazione gestionale, economica e finanziaria, organizzativa e consultiva dei lavoratori alle imprese, con il fine di attuare l’art. 46 della Costituzione. La partecipazione sarà favorita dalla contrattazione collettiva facendo riferimento ai contratti collettivi stipulati da associazioni sindacali comparativamente e maggiormente più rappresentative sul piano nazionale.
Al riguardo, nelle imprese in cui si prevede che l’amministrazione e il controllo siano esercitati da un consiglio di gestione e da un consiglio di sorveglianza, in base al sistema dualistico ai sensi degli articoli 2409-octies e seguenti del c.c., gli statuti possono prevedere la partecipazione di rappresentanti dei lavoratori dipendenti nel consiglio di sorveglianza, qualora le relative procedure siano disciplinate dai contratti collettivi. Dalla proposta originaria, è stata eliminata la norma che prevedeva, nei consigli di sorveglianza, anche l’individuazione di un numero di supplenti uguale a quello dei rappresentanti dei lavoratori.
Nelle società che invece non adottano il sistema dualistico, gli statuti possono prevedere la partecipazione di uno o più amministratori, che rappresentano gli interessi dei lavoratori, nei consigli di amministrazione e nei comitati per il controllo sulla gestione, sempre a condizione che i contratti collettivi ne disciplinino le procedure.
Nelle aziende sarà possibile promuovere l’istituzione di commissioni paritetiche, composte da rappresentanti dell’impresa e dei lavoratori, per predisporre proposte di piani di miglioramento e di innovazione dei prodotti, dei processi produttivi, dei servizi e dell’organizzazione del lavoro.
Per i rappresentanti dei lavoratori che fanno parte delle commissioni paritetiche e degli organi societari è stata prevista una formazione di almeno 10 ore annue, per lo sviluppo delle specifiche competenze necessarie.
Dall’ambito di applicazione della partecipazione sono state escluse le cooperative di consumo, le banche e gli istituti di credito. Sono state inoltre soppresse le norme che prevedevano la partecipazione dei lavoratori nei consigli di amministrazione delle società a partecipazione pubblica e la consultazione nei rapporti di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni.
Per quanto riguarda la partecipazione economica finanziaria dei lavoratori, la norma sulla distribuzione degli utili prevede che per il 2025 le somme derivanti dalla distribuzione ai lavoratori dipendenti (di una quota di utili di impresa non inferiore al 10% degli utili complessivi) sono soggette a un’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 5%, entro il limite di 5mila euro.
Il testo così come esaminato e definito in commissione è adesso atteso in Assemblea lunedì 27 gennaio, per la discussione generale.
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