Guarda come questi attivisti sono riusciti a deviare i pensieri dei leader delle compagnie petrolifere

Era la settimana del 17 settembre del 2012 quando si tenne a Philadelphia una convention annuale dell’industria del gas. Sfilavano, lì per le strade, tutti i dirigenti, i capi delle compagnie petrolifere pronti a perforare mezza America e ad estrarre shale gas con la tecnica del fracking. Proprio in Pennsylvania, ma anche in Texas e...

Gen 28, 2025 - 17:39
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Guarda come questi attivisti sono riusciti a deviare i pensieri dei leader delle compagnie petrolifere

Era la settimana del 17 settembre del 2012 quando si tenne a Philadelphia una convention annuale dell’industria del gas. Sfilavano, lì per le strade, tutti i dirigenti, i capi delle compagnie petrolifere pronti a perforare mezza America e ad estrarre shale gas con la tecnica del fracking.

Proprio in Pennsylvania, ma anche in Texas e in North Dakota, il fracking è una pratica particolarmente diffusa, anche se è stato più volte dimostrato che rilascia vari composti chimici dannosi, che possono causare leucemia, danni al fegato, irritazione agli occhi, al naso e alla gola.

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Proprio nel 2012, queste preoccupazioni per la salute e l’ambiente erano già vivide e furono al centro di una significativa protesta contro il gas di scisto.

I cartelli a fumetti che sono passati alla storia

Furono gli attivisti del collettivo Shale Gas Outrage a utilizzare i classici fumetti a balloon per dire la loro, giganti bolle di dialogo per denunciare l’impatto ambientale e sulla salute del fracking. Più di un decennio dopo, questo metodo così creativo risuona ancora, offrendo un potente esempio di protesta pacifica e creativa.

L’uso di quei cartelli è stato infatti uno degli strumenti più potenti della loro campagna, dimostrando come il linguaggio visivo possa essere un’arma strategica nelle mobilitazioni ambientali.

Le loro erano frasi brevi, incisive e spesso anche molto ironiche. Messaggi come “Stop the Frack Attack” e “Gas Drilling is Killing” mettevano in evidenza le connessioni tra l’industria del gas e gli impatti negativi sulla salute umana, sull’acqua potabile e sull’ambiente.

Mentre altre decisamente più graffianti, simbolicamente attribuite ai dirigenti dell’industria del gas, come “Faccio ammalare le persone e non mi interessa“, “Divento ricco mentre tu ti ammali” e “Preferisco essere ricco piuttosto che crescere figli sani“, erano tutte un chiaro riferimento sarcastico al cinismo dei dirigenti.

Il collettivo ha fatto largo uso di giochi di parole per attirare l’attenzione e stimolare la riflessione, ad esempio “Frack Off!” o “Don’t Frack Our Future”, slogan che sfruttavano un linguaggio semplice ma accattivante, che risultava memorabile e facilmente condivisibile.

L’uso di questi cartelli attirò senza dubbio l’attenzione dei media locali e nazionali. Le immagini dei manifestanti con i loro messaggi visivi hanno trovato spazio nei reportage televisivi e nei social media, amplificando il messaggio di Shale Gas Outrage ben oltre i confini della manifestazione fisica.

Cosa ci hanno dimostrato col tempo questi cartelli? Che anche un modo di comunicare che può sembrare banale e infantile, se fatto bene è in grado di rendere in sintesi le istanze di una protesta e coinvolgere quante più persone possibile, anche con leggerezza. E durare nel tempo.

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