Giulio Gambassi, il grande artista espone a Sansepolcro
La mostra apre i battenti sabato 8 febbraio alle 17.30 alla Sansepolcro Art Gallery di Stefano Vannini, in via XX Settembre 15
Arezzo, 6 febbraio 2025 – “Il ready made (il già fatto) è la rivoluzione, perché ti costringe a fare i conti con la realtà e a trasformarla. E quindi la creazione è la trasformazione”: è questa dichiarazione di Giulio Gambassi, il grande artista novecentesco di Sansepolcro, una delle chiavi per avvicinarsi ai suoi collage, una disciplina artistica della quale questo autore è stato un indiscusso maestro. A lui è dedicata la mostra che apre i battenti sabato 8 febbraio alle 17.30 alla Sansepolcro Art Gallery di Stefano Vannini, in via XX Settembre 15 nella città pierfrancescana. Proprio Piero della Francesca è stato dichiaratamente lo “spirito guida” di Gambassi, del quale sono qui proposte oltre trenta opere, molte inedite, tutte provenienti da collezioni private e alcune anche in vendita. Fra i lavori presenti in galleria molti sono dipinti, in gran parte quadri a olio, realizzati prima di approdare alla sfida del collage, anch’esso inserito con vari esempi in questa esposizione. Giulio Gambassi, nato a Sansepolcro nel 1913 e qui scomparso nel 2004), è vissuto a lungo nella sua casa immediatamente adiacente a quella che Piero realizzò per sé nel XV secolo. Qui ha creato i suoi capolavori, ben esemplificati in questa imperdibile occasione, davvero più unica che rara. E qui ha realizzato anche una copia del Battesimo di Cristo che l’artista considerava momento altissimo della produzione pierfrancescana. È fra l’altro visibile in mostra un prezioso documento televisivo curato da Simone Marcelli, nel quale Gambassi parla della sua visione dell’arte. La creatività di Gambassi nella prima metà del Novecento si è espressa in varie forme, a partire dalla pittura per arrivare anche alla pubblicità. A un certo punto però l’autore lascia i pennelli, si arma di forbici e comincia a ritagliare immagini dalle riviste, dai periodici, dai rotocalchi del suo tempo. Con questi frammenti già stampati inventa nuove composizioni, partendo da un soggetto che ritiene particolarmente forte, al quale poi aggiunge sempre nuovi elementi quasi sempre fotografici. Ne scaturiscono vicinanze inedite, accostamenti impensati, che vanno a determinare quella “nuova pittura” che maestri come Duchamp o Rauschenberg, ad esempio, già teorizzavano e praticavano. A loro in qualche modo Giulio Gambassi fa riferimento, aggiungendo però nelle sue opere quel gusto italiano che gli viene dal suo essere un artista toscano con un retroterra culturale assai definito e solido. Nascono così creazioni a volte ironiche, altrove più cupe, o ancora di assoluta bellezza. Da non sottovalutare il precedente periodo pittorico, nel quale Gambassi si rivela originale erede di un Novecento figurativo che il creativo biturgense conosce a fondo. L’evento espositivo, curato nell’allestimento da Luca Piccini, è visitabile fino a venerdì 28 febbraio