Funk Tribu & Odymel: la nostra intervista doppia
Funk Tribu e Odymel uniscono le forze per “Forbidden Voices” e ci hanno raccontato tutto del loro rapporto, dal primo incontro a Tomorrowland Funk Tribu e Odymel sono due dei nomi più caldi del panorama elettronico attuale. Se Funk Tribu è ormai da qualche anno un punto di riferimento della scena, avendo cavalcato la wave […] L'articolo Funk Tribu & Odymel: la nostra intervista doppia sembra essere il primo su Parkett.
Funk Tribu e Odymel uniscono le forze per “Forbidden Voices” e ci hanno raccontato tutto del loro rapporto, dal primo incontro a Tomorrowland
Funk Tribu e Odymel sono due dei nomi più caldi del panorama elettronico attuale. Se Funk Tribu è ormai da qualche anno un punto di riferimento della scena, avendo cavalcato la wave Phonk che ha invaso il mondo EDM negli ultimi anni portando le sue produzioni a milioni di plays e a suonare in festival come Kappa Futur, Time Warp e Awakenings; Odymel sta emergendo prepotentemente nella scena hard dance con produzioni come “My Favourite Game” e “Gucci” che hanno racimolato oltre 1.5 milioni di plays a testa su Spotify, portandolo a suonare sui palchi di tutto il mondo grazie al suo stile e alla capacità di sampling.
Dopo essersi incontrati nel backstage dello scorso Tomorrowland, i due hanno dato vita a “Forbidden Voices”, un brano che incorpora gli stili di entrambi i producer e che vedrà l’uscita il prossimo Venerdì 24 Gennaio su Urban Records per un anthem energico e sinergico che siamo sicuri conquisterà i festival della prossima summer season.
Ma come è nata questa collaborazione? Abbiamo fatto due chiacchiere con Eduardo (Funk Tribu) e Antoine (Odymel) per farci raccontare tutto: dal loro primo incontro alle rispettive vite da expat, fino alla attuale crisi del clubbing europeo, ecco cosa ci hanno raccontato.
Ciao ragazzi, come state? Forbidden Voices è il vostro ultimo brano, in uscita con Urban Records di Universal Music Germany il 24 gennaio. Come è nato questo brano e come vi siete conosciuti?
Odymel: In realtà ci siamo incontrati circa un anno e mezzo fa a Ghent. Dopo quell’incontro, siamo rimasti in contatto e ho iniziato a inviare a Eduardo (Funk Tribu) le mie tracce inedite. Lui suonava i miei brani, io suonavo i suoi, quindi sembrava naturale collaborare prima o poi. La nostra musica ha una energia simile, il che ha reso la decisione ancora più semplice. Poi Tomorrowland ci ha invitati a partecipare a un writing camp sul sito del festival, ed è lì che è nata Forbidden Voices. Abbiamo creato il brano in poche ore, è stato un processo incredibilmente fluido e naturale. Onestamente, è stata una grande sintonia musicale, e adoro lavorare con Eduardo. È un ragazzo fantastico!
Funk Tribu: Sto benissimo. Sto approfittando di un po’ di tempo libero a gennaio per godermi delle giornate senza viaggi (haha). Ci siamo incontrati per la prima volta nell’estate del 2022, quando stavo suonando al Modul Air a Gand. Siamo rimasti in contatto, scambiandoci musica costantemente, e ci siamo rivisti qua e là durante qualche show. Quando ci siamo ritrovati al writing camp di Tomorrowland l’estate scorsa ero davvero entusiasta di creare qualcosa insieme, perché sono un grande fan delle produzioni di Antoine. Onestamente, questo brano è venuto fuori in modo così naturale e semplice. Abbiamo seguito il flusso creativo e l’abbiamo praticamente completato in un solo giorno al camp.
Avete creato questa traccia a Tomorrowland: quanto è importante la cultura dei festival come crocevia e network hub per gli artisti?
Odymel: Creare Forbidden Voices in un luogo così iconico è stato magico. Tomorrowland è un sogno per quasi ogni produttore al mondo, e lavorare lì ha aggiunto un livello extra di ispirazione al brano. La cultura dei festival ha un ruolo enorme come punto di incontro e networking per gli artisti. È lì che nascono connessioni, collaborazioni e dove l’energia creativa scorre naturalmente. Per noi, quel contesto ha sicuramente aggiunto un tocco di magia.
Funk Tribu: Mentre lavoravamo in studio, abbiamo avuto l’opportunità di vedere l’area del festival. È stato così impressionante e ispirante che la nostra creatività scorreva a pieno. I festival sono un ottimo punto d’incontro per gli artisti e un luogo dove si possono creare connessioni impreviste. Con un’estate piena di festival, spesso non hai tempo di rimanere più a lungo per passare del tempo con amici e colleghi. Ma ci sono festival come Glitch a Malta, per esempio, dove molti artisti si prendono del tempo extra per godersi il festival e connettersi tra loro.
Come si fondono i vostri stili e in che modo i vostri background culturali e artistici vi hanno aiutato? Questo è solo il primo passo in una serie di collaborazioni tra voi due?
Odymel: I nostri stili si fondono così bene perché condividiamo la stessa sensibilità per melodie ed emozioni. È per questo che la collaborazione è sembrata così naturale ed è venuta fuori così rapidamente. Per quanto riguarda collaborazioni future, visto quanto è stato facile e divertente questa volta, probabilmente dovremmo farne altre! Chissà? C’è sicuramente potenziale per più progetti insieme.
Funk Tribu: Penso che si sentano perfettamente i nostri due suoni integrati in questa traccia. Mi è piaciuto molto lavorare con Antoine, è un musicista molto talentuoso e mi piace davvero il risultato. Quindi, perché no, potremmo lavorare su altri progetti insieme!
Avete concepito Forbidden Voices pensando a festival o club? Preferite esibirvi in locali intimi o davanti a grandi folle di festival?
Odymel: Non ci abbiamo pensato affatto mentre creavamo il brano. L’idea e la vibrazione sembravano giuste, e l’abbiamo seguita senza pensare troppo a dove sarebbe stato suonato. Penso che sia questo che rende Forbidden Voices speciale: è pura vibrazione, senza intenzioni calcolate dietro. Probabilmente è per questo che funziona così bene, sia che la ascolti in macchina, a un festival o in un club. Si adatta ovunque.
Funk Tribu: L’ho già suonata in entrambi i contesti e posso dirti che funziona benissimo in entrambi, ma non ci abbiamo pensato in anticipo. Per me è difficile scegliere. Entrambi hanno i loro vantaggi, dipende sempre dalla situazione generale.
Avete lasciato i vostri paesi d’origine – Bogotá per Berlino e le Alpi Svizzere per Bruxelles. Come vi ha aiutato il trasferimento nel vostro percorso musicale, sia artisticamente che dal punto di vista professionale?
Odymel: Per me, trasferirmi in Belgio è stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Ha ampliato i miei orizzonti musicali e mi ha connesso a una scena vibrante che è stata cruciale per la mia crescita artistica e professionale. Essere a Bruxelles, con la sua ricca cultura di musica elettronica, ha fatto la differenza nel mio percorso.
Funk Tribu: La scena techno a Bogotá è vivace, ho imparato e sperimentato molto durante il mio tempo lì. Tuttavia, penso che qui in Europa ci siano più opportunità, persone e connessioni per portare le cose al livello successivo. Dal punto di vista artistico e professionale, è stata la decisione migliore per me trasferirmi a Berlino.
Guardando indietro, come è cambiata la vostra direzione artistica rispetto agli inizi? Come vi vedete artisticamente e musicalmente rispetto a cinque anni fa, e dove vi immaginate tra cinque anni?
Odymel: Voglio evolvermi fino a diventare più un “artista musicale completo” che un semplice “DJ”. Voglio creare brani che non siano solo orientati al club ma che rispecchino anche la mia vibe personale. Per i miei spettacoli, voglio esplorare nuovi modi di connettermi con il pubblico a un livello più profondo e immersivo. Cinque anni fa stavo ancora cercando il mio suono, e ora sento di averlo trovato. Tra cinque anni, mi vedo a spingere i confini ancora di più e a realizzare la mia visione in modi che non ho ancora esplorato.
Funk Tribu: Cinque anni fa suonavo e creavo generi diversi di musica elettronica. Era più lento rispetto a quello che faccio ora. Oggi posso dire che suono e creo solo ciò con cui mi identifico. Tra cinque anni mi immagino ancora a fare quello che amo e sento, reinventandomi sempre e migliorando il mio suono, dato che la musica è un processo di apprendimento infinito.
Questo periodo di crisi per la cultura dei club e della musica elettronica, con molti locali storici che chiudono, come vi ha influenzato?
Odymel: È straziante vedere locali storici chiudere. La musica è in continua evoluzione, ma in questa era post-COVID, influenzata dai social media, tutto sembra muoversi a una velocità ultrarapida. Purtroppo, una delle conseguenze è la perdita di questi spazi iconici. È triste da vedere, ma spero che, mentre la scena evolve, possiamo anche trovare modi per preservare e adattare questi pilastri culturali.
Funk Tribu: Ci sono alcuni posti che non visiterò più così spesso come negli ultimi anni. Il Regno Unito, per esempio, è uno di questi, ed è davvero triste. Anche a Berlino sentiamo molto questa crisi. Molti club hanno già chiuso o chiuderanno presto. Insieme a Speedmaster Records ho avuto l’opportunità di ospitare una delle ultime serate al leggendario Watergate Club. È davvero una tragedia che club del genere debbano chiudere e che molte persone stiano perdendo lavoro e passione. Spero davvero che la scena si riprenda presto.
ENGLISH VERSION
Hi Guys, how are you? Forbidden Voices is your newest track, set to drop on Universal Music Germany’s Urban Records on 24th January. How did this track come to be, and how did you two meet?
Odymel: We actually met about a year and a half ago in Ghent. After that, we stayed in touch, and I started sending Eduardo (Funk Tribu) my unreleased tracks. He was playing my tunes, and I was playing his, so it felt natural that we eventually collaborate. Our music has a similar energy, which made the decision even easier. Then Tomorrowland invited us to participate in a writing camp on the festival site, and that’s where Forbidden Voices was born. We created the track in just a few hours—it was an incredibly smooth and organic process. Honestly, it was a great match musically, and I personally love working with Eduardo. He’s a fantastic guy!
Funk Tribu: I’m doing great. Having some time off in January so I’m enjoying the days without traveling (haha). We met for the first time in summer 2022 when I was paying at Modul Air in Ghent. We stayed in touch, constantly exchanging music and eventually met here and there at a show. When we came together for the Tomorrowland writing camp last summer I was really excited to create something together as I’m a big fan of Antoine’s productions. Honestly this track came together so naturally and easily. We just went with the flow and pretty much finished it in one day at the camp.
Bringing this track alive at Tomorrowland, how important is the festival culture as a network crossroads for artists?
Odymel: Creating Forbidden Voices at such an iconic place was magical. Tomorrowland is a dream for almost every producer in the world, and working there brought an extra layer of inspiration to the track. Festival culture plays a huge role as a networking hub for artists, it’s where connections are made, collaborations are born, and creative energy flows naturally. For us, the setting definitely added to the magic.
Funk Tribu: While we’ve been working in the studio we had the opportunity to see the festival area. This was so impressive and inspiring that our creativity was flowing. Festivals are a great meeting point for artists and a place where a lot of unforeseen connections can be made. With a busy festival summer you often don’t have the time to stay longer at the festival to spend some time with friends and colleagues. But there are some festivals like Glitch in Malta for example, where many artists take some time off and spend some extra days on the island to enjoy the festival and connect with each other.
How do your respective styles blend with each other, and how have your cultural and artistic backgrounds helped? Is this just the first step in a series of collaborations between you two?
Odymel: Our styles blend so well because we share the same sensitivity when it comes to melodies and emotions. That’s why the collaboration felt so effortless and came together so quickly. As for future collaborations, seeing how easy and enjoyable this one was, we should probably do more! Who knows? There’s definitely potential for more projects together.
Funk Tribu: I think you can hear both of our sounds perfectly integrated in this track. I really enjoyed working with Antoine, he is a very talented musician, and I like the result a lot. So why not work on some more projects together!
Did you conceive Forbidden Voices with festivals or clubs in mind? Do you prefer performing in smaller, intimate venues or in front of massive festival crowds?
Odymel: We didn’t think about that at all when we were creating the track. The idea and vibe felt right, and we just followed it without overthinking where it would be played. I think that’s what makes Forbidden Voices special. It’s pure vibes, with no calculated intention behind it. That’s probably why it works so well, whether you’re listening in your car, at a festival, or in a club. It just fits.
Funk Tribu: I played it already in both settings and I can tell you that both work really well, but we didn’t think of that beforehand. It’s really hard to choose for me. Both of them have their own perks, always depending on the overall situation.
You both left your homelands—Bogotá to Berlin and the Swiss Alps to Brussels. How has moving helped your musical journey, both artistically and from a business standpoint?
Odymel: For me, moving to Belgium was one of the best decisions I’ve ever made. It opened up my musical horizons and connected me to a vibrant scene that’s been crucial for my artistic and business growth. Being in Brussels, with its rich electronic music culture, has been a game-changer for my journey.
Funk Tribu: The techno scene in Bogotá is thriving, I learned and practiced a lot during my time there. However, I think here in Europe there´s more opportunities, people and connections if you want to take things to the next level. Out of an artistic and business perspective it was the best decision for me to move to Berlin.
In retrospect, how has your artistic direction shifted from your beginnings? How do you view yourselves artistically and sound-wise from five years ago, and where do you see yourselves in the next five years?
Odymel: For me, I want to evolve into being more of a full musical “artist” than just a “DJ.” I aim to create tracks that aren’t solely club-oriented but also resonate with my personal vibe. For my shows, I want to explore new ways to connect with the audience on a deeper, more immersive level. Five years ago, I was still figuring out my sound, and now I feel like I’m coming into my own. In five years, I see myself pushing the boundaries even further and bringing my vision to life in ways I haven’t yet explored.
Funk Tribu: 5 years ago I was playing and creating different genres of electronic music. It was slower paced than what I do now. Nowadays I can say that I only play and make what I identify with. In 5 years I plan on still being able to do what I love and feel, always recreating myself and improving my sound as music is a never ending learning process.
During this club and electronic culture crisis, with many historic clubs shutting down, how has this impacted you?
Odymel: It’s heartbreaking to see historic clubs closing their doors. Music is constantly evolving, but in this post-COVID era, influenced by social media, everything seems to be moving at an ultra-fast pace. Unfortunately, one of the consequences is the loss of these iconic spaces. It’s sad to see, but I hope that as the scene evolves, we can also find ways to preserve and adapt these cultural pillars.
Funk Tribu: There will be some places I won’t be visiting as often as I did in the last couple of years. The UK for example is one of those countries, which is very sad. Also in Berlin we feel this crisis a lot. A bunch of clubs have already closed or will close soon. Together with Speedmaster Records I had the opportunity to host one of the last nights at the legendary Watergate Club. It really is a tragedy that such clubs have to shut down and many people are losing their jobs and passion through this. I really hope that the scene will recover soon.
L'articolo Funk Tribu & Odymel: la nostra intervista doppia sembra essere il primo su Parkett.