F1, FIA e la “legge bavaglio”: nuova limitazione del mandato Sulayem

La FIA continua con delle proposte discutibili in F1. Andiamo per ordine. La giornata di ieri è già consegnata alla storia della massima categoria. Parliamo di uno degli eventi mediatici più rilevanti di sempre. Per un giorno Fiorano è stato l’ombelico del mondo, grazie al debutto su una monoposto Ferrari di Lewis Hamilton. Un avvenimento […]

Gen 26, 2025 - 15:14
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F1, FIA e la “legge bavaglio”: nuova limitazione del mandato Sulayem

La FIA continua con delle proposte discutibili in F1. Andiamo per ordine. La giornata di ieri è già consegnata alla storia della massima categoria. Parliamo di uno degli eventi mediatici più rilevanti di sempre. Per un giorno Fiorano è stato l’ombelico del mondo, grazie al debutto su una monoposto Ferrari di Lewis Hamilton. Un avvenimento su cui si è scritto di tutto e di più, anche grazie all’enorme lavoro svolto dalla comunicazione del Cavallino Rampante alla vigilia del debutto del sette volte campione del mondo. Come spesso capita in tanti contesti, si rischia di non valutare altri importanti accadimenti.

In questo caso parliamo, in prima battuta, di una questione che potrebbe avere un impatto molto forte nel contesto di riferimento. Nel pomeriggio di ieri, di fatti, la Federazione Internazionale ha pubblicato un nuova appendice (B, nda) nel regolamento sportivo internazionale (ISC, nda). Si tratta della disciplina inerente le sanzioni nei confronti di piloti, ma anche rappresentanti del team, concernete alla condotta degli stessi. Lo schema della normativa prevede cinque casistiche e tre gradi di recidività. Le andiamo a riassumere qui in basso per farci un’idea.

N°1: Qualsiasi dichiarazione verbale, azione o scritta che possa causare lesioni morali o perdite alla FIA, ai suoi organi, ai suoi membri o ai suoi funzionari esecutivi e, più in generale, sull’interesse degli sport motoristici e sui valori difesi dalla FIA.

N°2: Qualsiasi cattiva condotta (definita nell’articolo 20 del codice sportivo internazionale).

N°3: Qualsiasi incitamento pubblico alla violenza o all’odio.

N°4: Dichiarazioni, commenti politici, religiosi e personali, in violazione del principio di neutralità promosso dalla FIA, a meno che non siano stati approvati per iscritto, devono essere sanzionate anche se la parte interessante rilascia scuse pubbliche e ripudio dei commenti.

N°5: Mancato rispetto delle istruzioni della FIA relative alla nomina e alla partecipazione di persone durante le cerimonie ufficiali in qualsiasi competizione di rilevanza per un campionato FIA.

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Max Verstappen (Red Bull) e Bem Sulayem (presidente FIA) all’Integrated Regional Polytechnic College a Kigali

Per tutte le casistiche la prima ammenda è “solo” economica. La seconda prevede multa e sospensione per un mese, o l’esclusione dalle aree gestite dalla FIA per un turno per quanto riguarda la quinta infrazione. Con la terza si possono subire penalità in classifica in aggiunta alle ammende previste per la seconda. Nel caso in cui venga commesso il quinto “reato” l’esclusione dalle aree gestite dalla FIA arriva sino a 6 mesi.

La Federazione Internazionale ha scelto di suddividere i propri campionati in categoria e la F1 è l’unica che arriva al livello 4. In funzione della della collocazione del campionato nelle classi identificate, pertanto, è previsto un moltiplicatore delle sanzioni economiche. Per quel che concerne la Formula 1 le “multe”devono essere moltiplicate per quattro. Una mossa che non può e non deve essere accettata dalle varie scuderie che, invece di avere un’elasticità superiore in questo campo, si vede addirittura “costruire” un vero e propio regolamento ad hoc molto duro.

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il presidente della FIA Bem Sulayem a colloquio con Max Verstappen (Red Bull)

F1, FIA: la goccia che farà traboccare il vaso vicina?

Quanto ufficializzato nella giornata di ieri dall’organo federale rappresenta una totale chiusura verso i piloti che, lo scorso novembre, attraverso lettera scritta, avevano chiesto all’ente regolatore di rivedere la gestione delle ammende e, al contempo, una maggiore trasparenza sull’utilizzo dei ricavati delle multe. Al netto del mero aspetto economico, la disciplina introdotta nell’allegato B dell’ISC (International Sporting Code), pretende di regolamentare il codice di condotta dei “tesserati” dei team che si muove all’interno di un quadro normativo in grado di mortificare la libertà di pensiero e di espressione.

Una “legge bavaglio” anacronistica, degno provvedimento di un esecutivo che non passerà certo alla storia per trasparenza e integrità. Il mandato di Ben Sulayem, in qualità di presidente della FIA è ricco di azioni controverse figlie. Nulla di diverso si può dire al riguardo. Una sorta di visione autoreferenziale del motorsport che non piace a nessuno, a partire dai piloti, tecnici, ingegneri, addetti ai lavori, media e tifosi. A questo punto sarebbe lecito attendersi una replica, non solo dei diretti interessati al volante, ma pure dei rappresentanti dei team verso tale provvedimento.

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il presidente della Federazione Internazionale, l’emiratino Mohammed Ben Sulayem

Una mossa che mira senza dubbio a riduce al lumicino la libertà di espressione e di pensiero nella campagna agonistica 2025. Se piloti e scuderie dovessero accettare passivamente tale regolamentazione, ci sarà certamente molto meno materiale per le prossime stagioni di “Drive to Survive”, in quanto l’unico modo possibile per non essere sanzionato sarà quello di tacere. Oppure rispondere a monosillabi come ha fatto in maniera molto provocatoriamente Max Verstappen, in alcuni eventi con i media nella passata stagione di F1. Attendiamo riscontri in merito…

Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: Scuderia Ferrari