BP licenzia 7.700 persone per ridurre i costi aziendali, la svolta green non ha pagato

Il Ceo, Murray Auchincloss, comunica al personale che taglierà il 5% circa della forza lavoro, ma ha già affermato che non basterà a contenere la crisi

Jan 17, 2025 - 11:55
BP licenzia 7.700 persone per ridurre i costi aziendali, la svolta green non ha pagato

La multinazionale petrolifera britannica British Petroleum ha annunciato un significativo piano di tagli al personale nell’ambito di una strategia di riduzione dei costi. L’azienda prevede di licenziare il 5% dei propri dipendenti, pari a 4.700 persone, oltre a 3mila collaboratori e consulenti esterni. Attualmente, BP impiega complessivamente 87.800 persone in tutto il mondo, di cui circa 16mila nel Regno Unito. Tuttavia, il piano non coinvolgerà i dipendenti delle stazioni di servizio britanniche.

I tagli non basteranno a risolvere la crisi

L’amministratore delegato, Murray Auchincloss, ha informato il personale che il piano di riduzione dei costi prevede il taglio di circa il 5% della forza lavoro, pari a 7mila dipendenti. Tuttavia, questi interventi non saranno sufficienti; Auchincloss ha infatti annunciato che saranno necessari ulteriori sforzi per contenere le spese, sia nel 2025 che negli anni a venire.

L’azienda punta a ridurre i costi di 2 miliardi di dollari entro la fine del 2026, un obiettivo reso necessario da un debito netto che, alla fine del terzo trimestre 2024, ammontava a 24 miliardi di dollari. Dallo scorso giugno, BP ha sospeso o interrotto 30 progetti per focalizzarsi esclusivamente su quelli più redditizi. Una parte centrale di questa strategia è rappresentata dall’adozione di tecnologie digitali, inclusa l’intelligenza artificiale, applicata a diversi reparti aziendali, ha spiegato il Ceo.

BP non ha ancora specificato dove saranno effettuati i tagli al personale, ma è emerso che l’intelligenza artificiale è stata utilizzata per individuare le aree da ridurre. Alcuni dei tagli riguarderanno infatti le acquisizioni fatte dalla società, che hanno significativamente aumentato il numero di dipendenti del gruppo. Un esempio è l’acquisizione di TravelCenters, un’azienda americana di autogrill e servizi autostradali, che ha portato in BP 20mila nuovi lavoratori.

I conti di BP

Durante il mandato di Murray Auchincloss, BP ha perso terreno rispetto ai suoi concorrenti nel settore petrolifero ed è ora valutata meno della metà di Shell, con una capitalizzazione di 82,86 miliardi di sterline contro i 204 miliardi della rivale. Questa situazione ha spinto gli investitori a chiedere cambiamenti radicali.

A febbraio, Auchincloss potrebbe orientare maggiormente la strategia aziendale verso il petrolio e il gas, anche se una simile mossa difficilmente verrà attuata nel breve termine. I tagli al personale, inoltre, arrivano pochi giorni dopo l’annuncio del rinvio dell’aggiornamento del piano strategico inizialmente previsto per febbraio. “Abbiamo ancora molto da fare quest’anno, il prossimo anno e oltre, ma stiamo facendo buoni progressi nel posizionare BP come un’azienda più semplice, focalizzata e di maggior valore”, ha scritto Auchincloss in un’email indirizzata ai dipendenti.

I motivi della crisi

La crisi di BP ha radici profonde, riconducibili non solo allo shock causato dalla pandemia, che aveva già costretto l’azienda a licenziare 6.500 dipendenti nel Regno Unito e a vendere la storica sede londinese per 250 milioni di sterline, ma anche alle scelte strategiche del precedente Ceo, Bernard Looney, aveva puntato sull’energia a basse emissioni di carbonio, facendo una previsione errata riguardo al picco del consumo globale di petrolio, e intrapreso costose iniziative nell’energia eolica offshore. Tuttavia, fu licenziato per motivi di condotta prima che la sua strategia potesse essere pienamente attuata.

Da quel momento, BP ha rallentato il piano di riduzione della produzione di petrolio e gas, sospeso o interrotto diversi progetti legati all’idrogeno pulito, e a dicembre ha annunciato lo spin-off dell’intero ramo dell’energia eolica offshore.