Anche il mattone ha le sue “indulgenze”: le nuove regole sulle semplificazioni del Salva Casa
Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha pubblicato sul proprio sito un riepilogo delle nuove linee guida relative al DL Salva Casa, il provvedimento che introduce semplificazioni e sanatorie per le irregolarità edilizie “minori“. LEGGI ANCHE Salva casa: ecco le “indulgenze immobiliari” che scatteranno dalla prossima settimana Le FAQ forniscono indicazioni pratiche per enti […] L'articolo Anche il mattone ha le sue “indulgenze”: le nuove regole sulle semplificazioni del Salva Casa proviene da Economy Magazine.
Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha pubblicato sul proprio sito un riepilogo delle nuove linee guida relative al DL Salva Casa, il provvedimento che introduce semplificazioni e sanatorie per le irregolarità edilizie “minori“.
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Le FAQ forniscono indicazioni pratiche per enti locali e cittadini, chiarendo l’applicazione delle nuove disposizioni. Le linee guida definitive saranno pubblicate a breve, ma una versione sintetica è già disponibile online.
Lo stato legittimo e la verifica dei titoli edilizi pregressi
Prima dell’entrata in vigore del decreto, per qualsiasi pratica edilizia era necessario ricostruire l’intera storia urbanistica dell’immobile, un’operazione complessa e spesso ostacolata dalla difficoltà di reperire documentazione storica. Con le nuove regole, basta dimostrare la validità dell’ultimo titolo edilizio, a condizione che il Comune abbia già verificato la regolarità dei precedenti.
Il MIT chiarisce inoltre che i cittadini possono semplicemente indicare gli estremi dei titoli pregressi nei moduli edilizi, senza necessità di ulteriori verifiche.
Pratiche edilizie più snelle: una sola istanza, più interventi
Il decreto introduce la possibilità di presentare un’unica domanda per più interventi contestuali, come il cambio di destinazione d’uso e le opere di adeguamento dell’immobile. In precedenza, ogni operazione richiedeva una pratica separata. Ora, questa semplificazione si estende a tutte le trasformazioni edilizie previste dalla normativa.
Sanatorie anche per gli immobili vincolati
Una delle novità più rilevanti riguarda la possibilità di ottenere la sanatoria per piccoli aumenti di volume o superficie anche per gli immobili sottoposti a vincoli paesaggistici e culturali. L’autorizzazione sarà subordinata alla verifica della compatibilità da parte di Regione e Soprintendenza, con tempi certi stabiliti dalla legge.
Inoltre, se l’ente preposto non si pronuncia entro i termini previsti, il silenzio-assenso sarà considerato valido, semplificando ulteriormente il processo.
Regolarizzazione delle varianti edilizie ante 1977
Gli edifici costruiti prima del 30 gennaio 1977 non prevedevano procedure per l’approvazione delle varianti in corso d’opera. Con il DL Salva Casa, le difformità possono ora essere sanate attraverso la SCIA in sanatoria, previo pagamento di una sanzione compresa tra 1.032 e 10.328 euro.
Importante novità: il Comune non dovrà più verificare la conformità urbanistica ed edilizia dell’epoca, snellendo l’iter burocratico.
Maggiore tolleranza per gli scostamenti edilizi
Il decreto amplia la soglia di tolleranza costruttiva: le irregolarità superiori al 2% non saranno più considerate violazioni edilizie se dipendenti dai limiti delle tecniche costruttive dell’epoca. Questa disposizione si applica anche agli immobili vincolati, senza necessità di autorizzazione paesaggistica.
Nuove regole sulle sanzioni per le sanatorie
La presentazione della SCIA in sanatoria comporta il pagamento di un importo compreso tra 516 e 10.328 euro, in base al grado di conformità. Tuttavia, se il Comune ritiene che l’abuso non abbia comportato un aumento di valore dell’immobile, potrà applicare direttamente la sanzione minima.
Cambio di destinazione d’uso: meno vincoli e meno costi
Ora è sempre possibile il cambio di destinazione d’uso tra categorie funzionali affini (residenziale, turistico-ricettiva, produttiva-direzionale, commerciale), salvo restrizioni specifiche decise dai Comuni.
Inoltre, il decreto elimina l’obbligo di reperire aree per opere pubbliche o parcheggi, riducendo i costi per i cittadini. Rimangono solo gli oneri di urbanizzazione secondaria, se previsti dalla normativa locale.
Recupero dei sottotetti: più libertà, meno burocrazia
Il decreto consente di recuperare i sottotetti a fini abitativi anche in presenza di distanze minime non rispettate, purché non vengano alterati volumetria, superficie e altezze dell’edificio. Questa possibilità si applica ovunque la normativa regionale preveda una disciplina specifica sul recupero dei sottotetti.
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