Via stretta per i capitali privati negli studi

In Europa. Sono variabili le norme che regolano la possibilità per gli investitori di entrare nelle società professionali. Le scelte italiane non sono le più restrittive. La sentenza. La Corte di giustizia Ue ha dichiarato legittimo il divieto, previsto in Germania, di trasferire quote di compagini legali a soci solo finanziari Le porte degli studi […] L'articolo Via stretta per i capitali privati negli studi proviene da Iusletter.

Gen 27, 2025 - 15:29
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Via stretta per i capitali privati negli studi

In Europa. Sono variabili le norme che regolano la possibilità per gli investitori di entrare nelle società professionali. Le scelte italiane non sono le più restrittive. La sentenza. La Corte di giustizia Ue ha dichiarato legittimo il divieto, previsto in Germania, di trasferire quote di compagini legali a soci solo finanziari

Le porte degli studi professionali europei si aprono ai soci non professionisti e ai loro capitali secondo regole che variano da un Paese all’altro. Ma, in via generale, si aprono con prudenza. E il freno ai finanziamenti esterni è stato di recente ritenuto anche in linea con il diritto Ue dalla Corte di giustizia del Lussemburgo.

In questo panorama, le norme italiane, secondo le quali i due terzi del capitale sociale e dei diritti di voto devono essere detenuti da soci professionisti, non sono le più restrittive.

Secondo il monitoraggio delle legislazioni dei principali Paesi europei, realizzato da Grimaldi Alliance per Il Sole 24 Ore del Lunedì, a dimostrarsi più disponibili ad accogliere soci esterni sono il Regno Unito e poi la Spagna. A Londra, infatti, gli studi legali sin dal 2007 possono prendere la forma di Alternative business structures, che possono includere investitori non avvocati. Anzi: dal 2012 una Abs può essere posseduta al 100% da un non professionista. Ma le Abs sono disciplinate dall’Autorità di regolamentazione dei solicitor. In Spagna, invece, dal 2009 la quota del capitale delle società professionali che può essere detenuta da soci non professionisti può arrivare fino al 49 per cento.

In Francia l’attività professionale può essere svolta tramite società di capitali, ma anche qui più della metà del capitale sociale e dei diritti di voto deve essere detenuta da professionisti. Più stringenti le regole in Belgio, mentre la Germania vieta del tutto l’ingresso di soci non professionisti negli studi legali. È su questo divieto che si è pronunciata a dicembre 2024 la Corte di giustizia Ue. I giudici del Lussemburgo nel caso C-295/23 hanno stabilito che le normative nazionali che vietano il trasferimento di quote di uno studio legale a investitori puramente finanziari sono compatibili con il diritto Ue, perché sono giustificate per proteggere l’indipendenza e l’integrità della professione legale.

«Il mondo delle professioni legali europee ha bisogno di armonizzazione a livello europeo – osserva Francesco Sciaudone, managing partner di GA (Grimaldi Alliance) – perché la competizione tra strutture professionali moderne deve avvenire creando un level playing field omogeneo. Oggi, la competizione è alterata da condizioni nazionali di partenza molto differenti. È necessario armonizzare e aprire il mondo della professione ai capitali privati per favorire la crescita e la modernizzazione».

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