Formazione d’azienda strategica Dal 2015 raddoppiate le ore
«La formazione è lo strumento più potente per cambiare il mondo». In questa fase di trasformazioni continue, a velocità che non si erano mai viste in passato, complici anche le nuove tecnologie, Mauro Mancini, professore ordinario di project management del Politecnico di Milano e associate dean per la corporate education della Graduate school of management […] L'articolo Formazione d’azienda strategica Dal 2015 raddoppiate le ore proviene da Iusletter.
«La formazione è lo strumento più potente per cambiare il mondo». In questa fase di trasformazioni continue, a velocità che non si erano mai viste in passato, complici anche le nuove tecnologie, Mauro Mancini, professore ordinario di project management del Politecnico di Milano e associate dean per la corporate education della Graduate school of management (GSoM), si richiama a una frase di Nelson Mandela per cominciare a parlare del ruolo della formazione nelle aziende e nel percorso professionale delle persone. Con il quarto rapporto della Corporate Education Community, realizzato attraverso una survey che ha coinvolto 349 tra Pmi e grandi imprese in Italia (triplicando le 116 aziende coinvolte nella prima edizione), la business school ha esplorato il ruolo e i trend di questo tema nelle strategie aziendali. Pur essendovi molteplici considerazioni sulle informazioni raccolte, un primo dato importante è che dal 2015 ad oggi le ore per addetto sono pressoché raddoppiate e «l’87% delle imprese ritiene la formazione molto o abbastanza rilevante per il raggiungimento degli obiettivi strategici, sottolineando l’importanza dell’aggiornamento professionale, della crescita personale e del supporto ai cambiamenti organizzativi». Questo si riflette anche negli investimenti e nei budget che vengono previsti: in media le aziende del campione hanno budget medi annuali che sono in costante aumento e nell’ultima rilevazione, relativa al 2023, superano 1,9 milioni di euro. «I dati offrono una fotografia chiara delle sfide e delle opportunità che le imprese affrontano nel campo della formazione – dice Tommaso Agasisti, responsabile scientifico della Corporate Education Community -. Se da un lato emergono segnali incoraggianti, come l’aumento degli investimenti e l’interesse verso tematiche strategiche come la sostenibilità e la trasformazione digitale, dall’altro permangono ostacoli, in particolare nell’adozione dell’intelligenza artificiale. Questo evidenzia quanto sia cruciale continuare a promuovere un approccio integrato e innovativo alla formazione, per supportare le imprese nel loro percorso di crescita e cambiamento».
Il raddoppio delle ore
Le imprese del campione della GsoM in media coinvolgono ogni lavoratore in 41 ore di formazione all’anno. Questo dato «mostra la crescente importanza del tema, se pensiamo che nel 2015 le ore medie erano 24, poco più della metà – rileva Mancini -. La rapida evoluzione del contesto e degli strumenti che dobbiamo adottare in ambito lavorativo impongono di prestare sempre più attenzione alla formazione che è entrata a pieno titolo nella job description di ciascun lavoratore, per responsabilizzarlo sulla propria crescita professionale. Le aziende hanno sempre più bisogno di persone che siano autonomamente attente alla loro crescita personale. Le direzioni delle risorse umane fanno indagini interne per esplorare le esigenze formative dei propri dipendenti chiedendo un atteggiamento proattivo sulla richiesta di partecipare a corsi specifici atti a colmare carenze o rafforzare competenze ritenute necessarie o utili nel proprio lavoro».
Le tematiche prevalenti
Le tematiche formative più diffuse emerse dal rapporto sono la salute e sicurezza, come dichiarato dal 40% delle organizzazioni e la leadership, come afferma il 35% della popolazione aziendale. La trasformazione digitale rimane un tema centrale, su cui viene svolta intensa formazione nel 26% delle organizzazioni, mentre cresce la formazione su temi legati alla sostenibilità. Tra le tematiche manageriali più in senso stretto, la gestione dei progetti rimane il tema più rilevante, intensamente trattato nel 23% delle imprese. Si riduce invece la percentuale di organizzazioni che svolge formazione su temi di crescita personale e diversity & inclusion, sebbene queste tematiche rimangano oggetto di intensa formazione.
L’impatto delle dimensioni
A seconda delle dimensioni e della natura delle imprese cambia l’approccio alla formazione. Mentre le grandi hanno un approccio più strutturato, con piani formativi integrati nelle strategie aziendali nel 40% dei casi, «le Pmi sono spesso frenate da vincoli economici e organizzativi. Tuttavia, le Pmi compensano con maggiore flessibilità e personalizzazione e dedicano alla formazione una media di 43 ore annue per dipendente, rispetto alle 40 ore delle grandi imprese», dice Mancini. A fare la differenza è anche il coinvolgimento del top management che è maggiore nelle Pmi, a differenza delle grandi aziende dove la funzione hr guida il processo formativo.
L’intelligenza artificiale
Dalla survey emerge che il progresso tecnologico di questi ultimi anni sta notevolmente cambiando i percorsi di upskilling e reskilling, nonostante ci sia ancora molto da fare visto che «solo il 10% delle aziende utilizza l’intelligenza artificiale generativa nell’ambito dei percorsi di formazione, evidenziando barriere quali la mancanza di competenze interne (28%) e le preoccupazioni sulla privacy (26%). Pur essendo ormai chiaro che l’Ai non sostituirà l’uomo, è altrettanto evidente che potrà aumentarne la produttività individuale e collettiva, generando situazioni di vantaggio competitivo. Seppure l’utilizzo dell’intelligenza artificiale applicato all’education sia ancora limitato a pochi casi aziendali, l’interesse rimane alto», interpreta Mancini. Alcuni dati: il 44% degli intervistati vede nell’AI un’opportunità per mantenere i contenuti sempre aggiornati, abbattere le barriere linguistiche nel 42% dei casi e garantire accesso 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 alla formazione, come dice il 40% delle imprese. In prospettiva, le aziende vedono nell’AI un alleato per il monitoraggio dell’efficacia formativa (20%) e lo sviluppo di competenze tecniche avanzate (19%). Sulle modalità, si riscontra che pur prevalendo il digital learning, diffuso nella maggioranza delle imprese (46%), c’è un ritorno graduale alla formazione in presenza, come dice il 32% delle organizzazioni e una crescente adozione di modalità miste, adottate dal 18% delle organizzazioni. È in forte crescita l’apprendimento esperienziale che viene impiegato nel 26% delle aziende, in aumento di 10 punti percentuali rispetto al 2022. Un dato che conferma la centralità delle persone anche nel trasferimento delle conoscenze e delle competenze.
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