Test Pirelli, “mule car” Ferrari SF-24: le regole di un test importante
Ferrari è ancora pronta per testare la rossa nelle prove su pista con Pirelli. Hamilton scenderà in pista con la SF-23. In questo momento sta girando a Barcellona con Leclerc. Per la seconda volta nel giro di una settimana, grazie ai TPC (test previous test), la rossa ha la possibilità di accrescere il suo know […]
Ferrari è ancora pronta per testare la rossa nelle prove su pista con Pirelli. Hamilton scenderà in pista con la SF-23. In questo momento sta girando a Barcellona con Leclerc. Per la seconda volta nel giro di una settimana, grazie ai TPC (test previous test), la rossa ha la possibilità di accrescere il suo know how con la rossa. Un po’ di chilometri per prendere familiarità con il team in attesa dell’inizio del campionato. In una recente intervista, Adrian Newey ha definito quella del prossimo anno la più grande rivoluzione regolamentare dal punto di vista tecnico a cui ha assistito nella sua lunga carriera nella classe regina del motorsport.
La ragione risiede nel fatto che nulla della attuale generazione di monoposto potrà essere traslato sulle auto di nuova generazione. Se nel regolamento tecnico che ha riportato l’effetto suolo nel 2022 le power unit rappresentavano l’elemento di continuità, rispetto alle vetture che avevano gareggiato fino alla stagione precedente, questo non accadrà nel 2026. Il contributo della parte elettrica delle PU è stato triplicato e la componente MGU-H è stata riposta nel cassetto.
Ragioni tecniche e politiche hanno concorso alla implementazione di una nuova architettura dei V6 turbo-ibridi che hanno richiesto modifiche molto invasive, dal punto di vista aeromeccanico, delle vetture di prossima generazione. In tale contesto, un aspetto a volte sottovalutato è l’impatto che avranno i nuovi pneumatici Pirelli, anch’essi oggetto di un’importante variazione. Il prossimo anno, di fatti, i battistrada della casa milanese utilizzeranno sempre cerchioni da 18 pollici, dopo che si era paventata l’idea di un passaggio ai 16 pollici.
Tuttavia è stata ridotta di 25 mm la larghezza del battistrada anteriori e di 30 mm al retrotreno. L’obiettivo è intuitivo: le gomme sono una delle componenti che generano maggiore resistenza all’avanzamento, e una riduzione della loro sezione frontale rappresenta un toccasana per l’efficienza aerodinamica delle vetture. Come già accaduto nel 2016 e nel 2021, il fornitore di pneumatici dovrà sviluppare un nuovo prodotto, senza avere una vettura nella configurazione target. Una criticità che Pirelli in passato è riuscita a risolvere in modo egregio.
Lo aveva fatto affidandosi alle simulazioni e alle prove su pista con vetture della precedente generazione opportunamente modificate. I test in pista sono iniziati solo scorso anno sul circuito del Montmeló, a settembre con Aston Martin, che utilizzò la vettura della stagione 2022 saggiamente modificata per cercare di replicare, nel limite del possibile, il comportamento delle future monoposto che faranno ricorso all’utilizzo dell’aerodinamica attiva. Un’operazione tutt’altro che facile ma che comunque può aiutare e non poco il gommista italiano verso il raggiungimento del suo target.
F1, Ferrari testa con Hamilton la SF-24
I test Pirelli sulle coperture della prossima era regolamentare proseguiranno sempre al Montmeló, in Spagna, 4 e 5 febbraio. Giorni in cui saranno impegnate la storica scuderia Ferrari e i campioni del mondo in carica della McLaren. La disciplina di questi test è minuziosamente disciplinata nel paragrafo 10.10 del regolamento sportivo dedicato, come sappiamo, alle vetture denominate “mule car” (TMC, nda). Possono essere utilizzate monoposto che abbiano preso parte al mondiale in uno dei quattro anni solari precedenti a quello attuale. Questo dicono le norme.
Al punto “M” del suddetto paragrafo, viene esplicitato con cura una fattore: in questa tipologia di test non è affatto consentito l’utilizzo di parti di prova, software di prova o modifiche di componenti che forniscano a un competitor informazioni non strettamente legate al test degli pneumatici. Le modifiche di software e componenti sono consentite solo se necessarie per la corretta valutazione degli elementi di prova o per completare il programma di prova e, comunque sia, devono essere approvate dalla Federazione Internazionale prima di essere impiegate.
In sostanza, il regolamento sportivo cerca di disciplinare questo genere di test affinché non possa fornire indicazioni diverse dallo scopo per il quale sono stati organizzati. La grande criticità di queste prove su pista riguarda l’approssimazione relativa ai livelli di carico delle monoposto 2026. Questo valore lo si cerca di ottenere utilizzando vetture che dal fondo vettura ricavano oltre il 50% del carico complessivo. In tal senso, nei precedenti test i team sono intervenuti sia sul setup delle loro mule car che ricorrendo all’utilizzo del DRS in modo più frequente nel corso delle tornate, e non solo nelle canoniche zone di activation.
L’obiettivo è quello di compensare il carico tra asse anteriore e posteriore. Ferrari si appresta a schierare nella doppia giornata di test la coppia di piloti titolari e la motorsport che ha lottato per il mondiale costruttori la passata stagione. Parliamo della SF-24 opportunamente modificata per “calzare” i nuovi battistrada Pirelli. Per lo storico team italiano sarà l’occasione per proseguire il processo di ambientamento di Lewis Hamilton rispetto a metodi e procedure di lavoro diverse rispetto a quelle conosciute a menadito nella sua lunghissima militanza con le frecce d’argento.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Red Bull – F1Tv