Tesla in difficoltà in Europa tra posizioni politiche di Musk e problemi di stock
La casa automobilistica ha visto crollare le sue immatricolazioni soprattutto in Francia e in Germania dove è entrato direttamente nel dibattito politico ma i problemi della società riguardano anche la limitata disponibilità di vetture.
Brusca frenata per le vendite di Tesla in Europa, condizionate dalle scelte politiche di Elon Musk e dai problemi di disponibilità di veicoli.
Nel Vecchio Continente il calo peggiore nel mese di gennaio è stato riscontrato in Germania, dove, secondo il sito web dell'agenzia tedesca per il traffico stradale KBA, le immatricolazioni della casa di Elon Musk sono colate a picco del 59%, ferme a 1.277 unità, a fronte di un -2,8% del mercato complessivo (207 mila veicoli). Il risultato di Tesla risulta ancora più negativo se paragonato a quello del settore elettrico, cresciuto in Germania del 53,5% (circa 34.500 unità) il mese scorso: i tedeschi continuano ad acquistare auto elettriche ma evitano quelle del miliardario sudafricano.
Cattive notizie per Tesla anche nel resto del continente, dove la società ha riportato in media un calo del 47,7% rispetto a gennaio 2024, con un altro tracollo riscontrato in Francia (-63%). Male anche il risultato nel Regno Unito, dove la diminuzione è stata del 12%, oltre che in Svezia (-44%) e in Norvegia (-38%) nonostante l’aumento della domanda complessiva in questi ultimi due Paesi.
Anche se non si hanno motivazioni ufficiali, da più parti si ritiene che tra le cause del crollo delle vendite di Tesla sia da attribuire anche alle posizioni politiche di Musk, che recentemente ha lanciato il movimento ‘Make Europe Great Again’, inserendosi nei dibattiti politici dei vari Stati europei come la Germania, dove ha manifestato il suo supporto al partito di estrema destra Afd, e nel Regno Unito con l’opposizione all’attuale Primo Ministro Keir Stamer.
Elementi, questi, che potrebbero aver fatto scattare il boicottaggio in vari stati europei contro le auto Tesla e altre aziende guidate dall’imprenditore, come il social X (ex Twitter) e Space X.
Ieri le azioni Tesla hanno perso il 3,58% a Wall Street, chiudendo a 378,17 dollari, ai minimi dal dicembre scorso, e oggi hanno aperto il pre market USA in calo di oltre l’1%.
Il titolo ha visto raddoppiare la sua capitalizzazione di mercato dal giorno delle scorse elezioni statunitensi (5 novembre), arrivando a 1.500 miliardi, ma dalla terza decade del mese, però, ha visto ridurre il suo valore di un quinto, ai 1.200 miliardi di ieri, proprio in coincidenza con la dichiarazione di Musk secondo sui “solo Afd può salvare la Germania”.
Il calo delle immatricolazioni in Germania, però, nasce da prima delle vicende politiche di Musk, in quanto Tesla già nel 2024 aveva perso il 41% delle immatricolazioni rispetto all’anno precedente, fermandosi al terzo posto tra i marchi di auto elettriche con meno di 38 mila veicoli, dopo Volkswagen (62 mila unità) e Bmw (40 mila veicoli), con queste due che hanno visto aumentare le proprie vendite nonostante il calo complessivo del mercato tedesco (-27,4%).
Tra le cause delle difficoltà di Tesla c’è la mancanza di auto disponibili nei concessionari dopo che la società ha spinto per aumentare le vendite negli ultimi mesi del 2024 per chiudere l’anno con numeri forti, riducendo così gli stock per l’avvio del 2025.
Inoltre, la limitata disponibilità ha riguardato anche Juniper, la nuova versione della Model Y che ha debuttato in Cina per poi sbarcare in Europa con poche unità disponibili, pertanto in molti stanno aspettando la nuova versione ignorando la precedente.
Tesla ha già messo a punto il suo piano per rilanciarsi in questo 2025. La sua strategia prevede l’aumento dei suoi modelli più economici, puntando su veicoli accessibili ad un pubblico maggiore e Musk ha confermato che la produzione di nuovi modelli inizierà nella prima metà dell’anno in corso.
Protagonista di questa strategia sarà la Model Q, una berlina più piccola della Model 3, a cui si affiancherà una variante SUV ‘low cost’, presentata come alternativa più accessibile alla Model Y.
Secondo John Murphy, analista di Bank of America, Tesla dovrà affrontare diverse sfide nel prossimo futuro, tra cui la transizione dell'azienda alla produzione del suo nuovo veicolo Juniper.
Durante l'ultima call con gli analisti dopo la trimestrale, il Chief Financial Officer di Tesla Vaibhav Taneja ha annunciato che la casa automobilistica inizierà a produrre la nuova Model Y in tutte le sue fabbriche contemporaneamente il mese prossimo, cambiamento che si tradurrà “in diverse settimane di produzione persa nel trimestre”, pertanto “i margini saranno influenzati dalla capacità inattiva e da altri costi correlati all'aumento, come è comune in qualsiasi lancio, ma saranno superati con l'aumento della produzione".
Murphy prevede che il passaggio al Juniper in tutte le fabbriche Tesla comporterà una perdita di produzione di 100.000 veicoli e Tesla continuerà a sentire pressione poiché dà priorità alla crescita del volume. L'analista ha anche osservato che Tesla ha una prospettiva meno definita per il 2025 e sembra fare un passo indietro rispetto alla previsione di Elon Musk per il terzo trimestre del 2024, secondo cui avrebbe visto una crescita del volume del 20-30% entro quest'anno.
L’analista prevede anche che il calo dei prezzi medi di vendita, le interessanti condizioni di leasing e vari incentivi potrebbero esercitare una pressione sui margini lordi di Tesla.
Alla luce della sua analisi, Murphy ha ridotto la sua previsione di EPS 2025 da 3,15 a 3,05 dollari, mantenendo una valutazione neutrale e un target price di 490 dollari per le azioni Tesla.